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Rey Andujar. L’uomo triangolo

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Mentre percorreva il confine con la morte, il tenente Pérez incontrò Baraka.

Era alla stazione di polizia, un giorno maledetto come un altro. Il suo passato era soffocato dai fantasmi generati da scelte sbagliate, dagli abusi subiti. Bere era stato un modo di tenere a bada tutte le anime che lo abitavano, tutti i mostri che si agitavano nel suo sonno inquieto e quando aveva smesso di funzionare, Pérez aveva cominciato a guardare alla pistola come a una finestra da spalancare per uscire da quell’inferno circolare che era ormai la sua vita. Era entrato in polizia perché gli avevano raccontato che un poliziotto riceveva rispetto, che alle feste le ragazze se lo sarebbero mangiato con gli occhi, se fosse arrivato in divisa. Pérez, che credeva di non meritare nulla, si era arruolato, aveva sopportato i soprusi dell’addestramento e adesso era lui a dare gli ordini, lui che decideva chi restava in quel limbo di estenuante burocrazia che era la giustizia a Santo Domingo. Pérez che aveva avuto una donna che poi era impazzita, che aveva avuto un figlio, che non aveva capito in tempo se lui queste cose le voleva, era diventato uno sbirro in borghese, privo di quel sadico gusto per l’esercizio del sopruso che anima molti uomini in divisa. L’impunità, è una brezza capace di stordire fino a cambiare il volto di un uomo, ma il tenente Pérez portava tutte le sue croci con grande vergogna e voleva, desiderava, punirsi e essere punito.

Stanco di sanguinare, il tenente Pérez entrò alla centrale, si sedette alla sua scrivania quando un subalterno, tanto assertivo quanto irritante, gli sottopose i rapporti del giorno precedente.

Tra i recidivi e i nuovi arrivati, lesse che c’era un uomo catturato mentre correva nudo nel parco; i poliziotti di pattuglia scrivevano che al sorgere del sole, trafitto dal primo raggio, l’uomo era svenuto.

Incuriosito, Pérez chiese di vedere il corridore folle e, davanti a lui, venne condotto un uomo strano, dalla pelle liscia, chiara, che non voleva rivelare il suo nome. Raccontava di sentire il dolore di Pérez, di comprendere il suo affanno. Parlava come un profeta, sostenendo di venire da lontano, così lontano che manco se lo ricordava. Diceva che il suo destino era continuare a camminare, come il vento. Baraka, disse di chiamarsi quando il poliziotto gli aveva estorto un nome.

Questa è una versione della storia, una versione de L’uomo triangolo, dello scrittore dominicano Rey Andújar, in Italia portato dalle Edizioni Arcoiris con la traduzione di Barbara Stizzoli.

Andújar scrive un racconto lungo, settanta pagine appena, che però è capace di riverberare onde narrative che si propagano nella testa del lettore.

Ne parlavo proprio con Barbara, che oltre a tradurre questo libro è un’esperta di letteratura dominicana. Le ho detto che L’uomo triangolo mi ricordava Il cattivo tenente di Abel Ferrara e soprattutto il rapporto tra Pérez e Baraka, mi aveva riportato a Il Maestro e Margherita di Bulgakov, quando Ponzio Pilato incontra Jeshua Ha-Nozri.

Pérez è il cattivo tenente che si muove in una Santo Domingo piovosa, sporca e soffocante. È un uomo schiavo del suo passato, dalla sessualità incerta. Pérez è un macho alla deriva, un duro violato, ferito, che reagisce alla violenza con violenza. Baraka è il suo riflesso capovolto, rappresenta quella purezza che Pérez respinge dopo averla abbracciata. Non lo capisce, non capisce cosa voglia, cosa cerchi eppure lo brama, lo segue, a lui pensa spesso. Di fronte alla prostituta, con cui si intrattiene, non parla d’altro: Baraka, Baraka… parla della sua pelle, della sua voce, delle cose che dice. Lo invoca e lo rifugge perché il tenente è in disarmo davanti a quest’uomo che sviene nell’estasi del giorno nuovo.

E Barbara mi diceva che ognuno vede ne L’uomo triangolo molte cose, cose diverse e io penso che le frasi di Andújar, le linee narrative che traccia, all’apparenza tanto semplici, sono come rami d’edera che si aggrappano alla nostra memoria e si allacciano ad altre storie per continuare a vivere.

Pierangelo Consoli

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L’uomo Triangolo, Ray Andujar, Edizioni Arcoiris 2023, Pp. 100, Euro 10

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