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Thomas Olde Heuvelt. Hex la maledizione

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Streghe. È di questo che si parla nel romanzo di Thomas Olde Heuvelt. O, più precisamente, una strega. Lei, Katherine van Wyler, una donna accusata di stregoneria e condannata a morte più di trecento anni fa. Ma ad oggi, il suo “spirito” vive e serpeggia tra le strade e le case della tranquilla cittadina di Black Spring, costringendo gli abitanti a conviverci e a sottostare alle sue regole.

Si tratta di una vera e propria maledizione. Un sortilegio che aleggia non solo sulle persone, ma sul luogo per intero; un male arcano insediato nei mattoni di quella cittadina che, secoli prima, era il villaggio nel quale i cacciatori di streghe hanno giustiziato Katherine.

Chiunque viva in quel recondito borgo residenziale è automaticamente vittima della strega. Nessuno deve toccarla. Nessuno deve parlare della sua esistenza ai forestieri. E, soprattutto, nessuno può lasciare Black Spring; a meno che non si voglia essere colpiti da un irrefrenabile impulso suicida. Poche regole, ma che vanno rispettate per tutelare la propria incolumità.

Con lo scorrere degli anni la gente ha instaurato un rapporto conviviale con la strega, accettandola nella comunità e nelle proprie vite ormai condannate e legate imprescindibilmente alla sua presenza. Tanto che un gruppo di audaci “guardiani” ha fondato l’HEX (da qui il titolo dell’opera), il centro di controllo cittadino che registra e monitora ogni attività riguardante la fattucchiera: apparizioni, stati d’animo, incidenti, qualsivoglia evento degno d’interesse, insomma. Tutto, difatti, è costantemente sotto controllo – sotto l’occhio vigile delle telecamere di sorveglianza installate in ogni angolo della città. La situazione è stabile e la vita a Black Spring prosegue reiterandosi di giorno in giorno in un loop di indispensabile quieto vivere.

Ma adesso le cose stanno per cambiare: perché c’è qualcuno, d’animo ribelle e anticonformista, che vuole mischiare le carte in tavola, che desidera più di ogni altra cosa ribaltare la propria condizione e cercare di porre fine alla maledizione della strega.

Tuttavia, questo avrà delle conseguenze disastrose.

Se nella vostra carriera da lettori credete di esservi già imbattuti in qualcosa di originale, allora non avete ancora letto “Hex – La maledizione”. Perché l’opera di Heuvelt è uno scrigno prezioso di circa quattrocentocinquanta pagine, che sprizza originalità capitolo dopo capitolo, benché tratti una delle figure più inflazionate di tutti i tempi: quella delle streghe.

La storia appare sin da subito come qualcosa di innovativo, di autentico, di inedito. Il giovane autore olandese – classe ’83 – ha partorito un romanzo (corale) diverso dagli altri. Tant’è che Stephen King lo proclama come «assolutamente brillante e originale», per l’appunto.

Il suo stile di scrittura riesce perfettamente a imprimere nella mente del lettore le atmosfere che gli stessi abitanti di Black Spring vivono di situazione in situazione.

Con un avvicendarsi di cliffhhanger e colpi di scena, la narrazione procede a ritmo incalzante e sfrenato, promettendo una lettura priva di intoppi e senza noie.

L’immersione nel racconto è pressoché totale, quasi da sentirsi la schiena cavalcare dai brividi quando si scorge tra i paragrafi il nome della strega.

Simone Bocci

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