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Carlo H. De’ Medici anteprima. Leggende friulane

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Non c’è gioia maggiore di venire a conoscenza di una nuova (elegantissima) pubblicazione di un testo di Carlo H. De’ Medici a cura della Cliquot che ha il merito di aver “resuscitato” il maledetto scrittore gotico del Friuli orientale. Dopo il successo di Gomoria (2018) e dei racconti crudeli I topi del cimitero (2019) è il turno di un’opera di grande tradizione folklorica che va a re-inventare un medioevo friuliano dal fascino oscuro e tratteggiato da una fine estetica gotica. Principe di un Averno letterario e magmatico, decadente e crepuscolare l’alchimista e mago nero Carlo H. De’ Medici è una figura che ha obbligato accademici e studiosi a ridefinire i contorni della letteratura italiana di inizio ‘900 e non solo del fantastico del bel paese. Artista completo, infatti troverete una ventina di illustrazioni firmate con lo pseudonimo angrammatico Cleo Miradic, Carlo H. De’ Medici va ad amalgamare le tensioni poetico-macabre al medioevo delle sue terre e i racconti che ne derivano collocano De’ Medici alle vette del perturbante, un vero Edgar Allan Poe europeo. Non mancano altre contaminazioni, continentali o nazionali, dalla Francia derivano echi maledetti tanto cari a Baudelaire e il collasso del positivismo e della vitalità tipici del male di vivere di Huysmans. Ovviamente l’autore, coltissimo divoratore di storie nere, attinge a piene mani dal gothic revival inglese: dal labirintico e fantasmatico Il Castello di Otranto di Wolpole fino al dissoluto e sanguinario Il Monaco di Lewis. A corredare i gustosi racconti brevi del Poe italiano ci sono le illustrazioni in bianco e nero del citato Cleo Miradic che conferiscono all’edizione Cliquot un’aurea decadente e luciferina. 

Cristiano Saccoccia

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Fra’ Mauro L’Eremita

Molti, molti anni or sono, viveva sui dirupi del Na’ Poklu, verso lo Sperone di san Valentino, un pio e saggio eremita che aveva nome fra’ Mauro. Era povero come Giobbe e abitava solo, in una misera capanna fatta di sterpi e rami intrecciati, costruita a ridosso delle rocce, proprio a picco sul fiume Sonzio. In quali anni abbia vissuto… non so. Delle antiche canzoni di trovatori narrano come, nel 453, due fratelli, certi Federico e Alano da Gorizia, che avevano combattuto a fianco di re Manappo per la difesa di Aquileia, si fossero recati da lui, ginocchioni, per implorare la sua benedizione. Vecchie cronache friulane affermano pure che egli, nel 489, abbia raccolto nel suo tugurio e amorevolmente curato, il fuggente e ferito Odoacre, vinto dall’esercito travolgente di Teodorico, dopo la battaglia famosa del 28 agosto. Altre storie popolari dicono ancora che egli abbia assistito al passaggio dei Longobardi calati nel 568 dalla Pannonia al comando di Alboino, per invadere il Forum Julie e l’Italia: e narrano che egli abbia in tale occasione confortato la povera Rosmunda, figlia del trucidato Cunimondo, che il barbaro feroce trascinava al suo seguito, consorte martire e vittima indomata. Quanti anni abbia vissuto… non so. Forse un secolo, forse due, forse più: dimenticato dalla Morte, sulla solitaria vetta rocciosa… Chissà! È certo però che la sua storia fantastica e tragica meriti un ricordo.

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Titolo: Leggende Friuliane

Autore: Carlo H. De’ Medici

Prefazione: Antonella Gallarotti

Illustratore: Cleo Miradic

Editore: Cliquot

Prezzo: 12.00

pp. 90

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