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Caterina Zamboni Russia anteprima. La più piccola repubblica d’Europa. Paul Desjardins e le Décades di Pontigny

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La più piccola repubblica d’Europa è l’esito del lavoro di una ricerca condotta da Caterina Zamboni Russia su fonti documentarie intorno all’esperienza delle Decadi estive annuali nella tenuta abbaziale di Pontigny in Borgogna – fondate e animate da Paul Desjardins (1859-1940), custodite altresì dalla moglie, Marie Amélie Savary (1875-1940). Il lavoro ha il pregio di reperire e consegnare alle lettrici e ai lettori italiani una sezione pressoché ignota e inedita della storia della cultura francese e, più in generale, della civiltà europea. L’atmosfera in cui si svolgevano i colloqui non può non evocare l’arte della conversazione à la française, una pratica della socievolezza e del pensare ad alta voce ispirata dalle donne dell’Ancien régime fra Seicento e Settecento, divenuta metodo di pensiero condiviso dai philosophes e dai letterati nei salotti intellettuali all’epoca dei Lumi e resa accessibile dalla magnifica ricostruzione di Benedetta Craveri nelle sue opere (si veda in particolare La civiltà della conversazione, Adelphi, 2001). Gli Entretiens nei viali del giardino intorno all’abbazia, nei padiglioni settecenteschi, nella biblioteca, nelle sale e negli alloggi dell’ala moderna che di anno in anno accoglievano le/gli ospiti dei Desjardins ebbero inizio nel 1910, si interruppero nel corso della Prima guerra mondiale e si conclusero nel 1940, anche se in modo non definitivo.

Infatti, grazie alla figlia, Anne Heurgon-Desjardins, e successivamente alle nipoti, l’opera di scambio intellettuale e conviviale tra figure eminenti negli ambiti del sociale, della politica e dei diversi saperi e discipline, che era stata inaugurata a Pontigny, prese dimora a Royaumont (1947-1952) a nord di Parigi e quindi a Cerisy-la-Salle, in Normandia, dove si pratica a tutt’oggi nei Colloqui e nei seminari presso il Centro culturale internazionale. Una dovizia di informazioni, notizie e dettagli accumulati nel corso della ricerca permette all’autrice di restituire senza sfocature il retroterra privato e intimo da cui nasce l’impresa di coabitazione e di rigenerazione personale nonché comunitaria di Paul e Marie Amélie Desjardins – ovvero la consacrazione del lutto per la morte di uno dei figli, il terzogenito di sette anni, annegato nel corso d’acqua della tenuta e la necessità di non schivare il dolore, di risiedere con la propria disperazione nel luogo dove si era consumata la tragedia. Nella prima parte del volume, insieme agli antefatti, si mettono in piena evidenza alcuni dei temi affrontati lungo gli anni dalle/dagli intellettuali e da altre personalità di spicco riuniti a Pontigny – quali ad esempio l’educazione come fatto morale (Décades dal 1911) e indirizzata al rinnovamento dei singoli individui come primo gradino per l’attuazione di un rinnovamento sociale nello spirito delle prime Università popolari; la «Grande Speranza» nella decade del 1913 aperta ai membri della Lega internazionale dei popoli – e vi si dispiegano i caratteri precipui della temperie sia socioculturale che spirituale prebellica e postbellica, al fine di illuminare i risvolti non secondari di questo sodalizio – ad esempio il legame con il collettivo Union pour l’Action Morale fondato dallo stesso Desjardins a Parigi nel 1892, denominato Union pour la Vérité in seguito all’Affaire Dreyfus, o ancora lo stretto rapporto con la NRF (Nouvelle Revue Française) fondata nel 1908, il direttore André Gide e il suo entourage.

Maria Concetta Sala

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Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, nella biblioteca dell’abbazia cistercense di Pontigny in Borgogna, vennero ritrovate alcune scatole da scarpe che si credevano ormai perdute. Erano state dimenticate da un commando dell’armata tedesca che tra il 1940 e il 1941 aveva occupato uno degli annessi dell’abbazia dedicato ai frati conversi, il Bâtiment des Convers, rendendolo suo centro operativo. Vedendo in Pontigny un foyer della resistenza locale, le truppe avevano distrutto e trafugato nel 1942 gli archivi lì conservati, i documenti, la biblioteca e una vita di corrispondenze appartenenti alla famiglia che precedentemente aveva abitato nell’edificio. Con il ritrovamento delle scatole riemersero circa duemila fotografie che testimoniavano la presenza nell’abbazia di numerosi filosofi e pensatori tra i più illustri del Novecento. Riuniti nella tenuta durante i primi quarant’anni del secolo, gli intellettuali ritratti nelle fotografie partecipavano alle Décades di Pontigny – altrimenti dette Entretiens, incontri – che il filosofo e professore Paul Desjardins aveva fondato nel 1910. La figlia, Anne Heurgon-Desjardins, vedendo le fotografie, le ha sapute datare e commentare, identificando i singoli incontri, i partecipanti, le situazioni.

Da molti anni residente a Parigi durante la stagione invernale e nell’Orangerie del castello normanno di Cerisy-la-Salle durante l’estate, Paul Desjardins aveva acquistato nel 1906 il Bâtiment des Convers e la tenuta abbaziale di Pontigny, al prezzo di 61700 franchi – una cifra che la figlia avrebbe definito una miseria, poco più di un tozzo di pane15 . Trasformando l’edificio nella abitazione estiva sua, della moglie e dei quattro figli, Paul Desjardins poté formalizzare l’acquisto grazie a una legge per la laicizzazione dei beni della Chiesa emanata nei primi anni del Novecento16 . Possiamo intravedere come doveva apparire il luogo nell’epoca del soggiorno della famiglia Desjardins, leggendo uno scritto dell’intellettuale parigino:

Pontigny è un paese francese ordinario. Forma, assieme a due frazioni, un comune di settecento anime nel dipartimento dell’Yonne. Si situa sulle rive del Serein, un affluente sinuoso e chiaro del fiume dell’Yonne, ed è da un vecchio ponte di pietra su cui ancora si cammina che il paese ha preso il nome. Tutto attorno si estendono i campi, le vigne, poi i boschi che chiudono l’orizzonte. Il villaggio è la creazione di una antica e molto potente abbazia cistercense distrutta durante la Rivoluzione. La chiesa abbaziale di Pontigny si erige intatta, nuda e colossale, al centro della vallata. La si intravede ben prima di arrivare. Del monastero stesso, abbastanza vasto per [ospitare] cinquecento monaci, sussistono dentro alte mura di cinta alcune massicce costruzioni romaniche, che dovranno essere nuovamente animate dagli Entretiens d’été.

Erano le imponenti dimensioni dell’abbazia e la disposizione dei suoi edifici ad aver ispirato a Paul Desjardins l’idea di una nuova iniziativa culturale, gli Entretiens d’estate, una comunità di intellettuali, un tranquillo gruppo di amici18 che avrebbe vissuto in un collettivo, incontrandosi nei mesi estivi per dieci giorni di conversazioni e discussioni seminariali. Le Décades di Pontigny avrebbero rappresentato, secondo il progetto del loro fondatore, il trionfo di una cultura viva, umanistica, portatrice di confronto e di libertà di pensiero grazie all’indagine e all’approfondimento di questioni politico-sociali, letterarie, filosofiche e religiose. Per la presenza di personalità importanti, da André Gide a Paul Valéry, da Martin Buber a Léon Brunschvicg, da Charles du Bos a Daniel Halévy, l’idea di un collettivo di confronto, di conversazione reciproca tra paesi, discipline e pensieri si sarebbe incarnata negli Entretiens di Pontigny a rappresentare un fecondo spirito di dialogo e approfondimento eminentemente filosofici.

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