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Ciro Auriemma. La lama e l’inchiostro

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Chiunque tu sii”, scriveva Miguel De Unamuno in un saggio dal titolo Commento alla vita di Don Chisciotte, “tu che ammiri con me, pieno di fede in essa, la vita di Don Chisciotte, parla; parla quantunque non ti capiscano giacché alla fine ti capiranno…”

E parla Ciro Auriemma nel suo La lama e l’inchiostro, edito da Piemme, di Cervantes infilandolo dentro una storia rocambolesca, piena di misteri e di duelli, ambientata nella Sardegna del 1573.

Si tratta della confessione di un uomo in fin di vita, Pablo Sanchez, che da ragazzino pingue e sognatore, diverrà scudiero, amico e custode del ricordo, del grande poeta.

Come Pablo Sanchez è Sancho Panza, dunque, il Cervantes di Auriemma è esso stesso Don Chisciotte della Mancia, ponendosi, la storia di Auriemma, come una sorta di genesi del famoso poema.

In Sardegna, e più precisamente a Caller, si trovano i due protagonisti, il giovane Pablo, figlio di un commerciante di stoffe, e il cavaliere Miguel de Cervantes giunto in Italia al soldo del Viceré.

Il valoroso cavaliere intrattiene una relazione fedifraga con Donna Dulces, bellissima dama, moglie di Felipe Dulces.

Quando Felipe viene trovato morto, sua moglie è nello stesso letto di Miguel, ma per non comprometterne l’onore, il cavaliere, sospettato dell’omicidio, non la coinvolgerà e comincerà così l’indagine avventurosa finalizzata alla soluzione di questo intricato mistero.

Sulla scia di romanzi celebri come Il nome della rosa di Eco e L’ombra di Edgar di Matthew Pearl, La lama e l’inchiostro e un romanzo di intrattenimento erudito. Come dentro un gioco di ruolo il lettore si muoverà tra mulini, strade buie, locande; al cospetto di uomini sinistri, ambigui, donne splendide e valorosi cavalieri.

I paragrafi brevi frammentano l’azione ma hanno il pregio di tenere sempre alta l’attenzione del lettore al quale viene garantito un motivo per proseguire. Ogni capitolo è introdotto da una cornice, assecondando un vezzo tipico dei romanzi di un tempo e come, del resto, fa De Unamuno nel saggio sopracitato o Boccaccio con il suo Decamerone.

La prosa di Auriemma è scorrevole, l’intreccio è arguto e credibile. Romanzo storico, biografia romanzata e giallo cavalleresco si contaminano in queste pagine che lasceranno spesso il lettore con il fiato sospeso.

Pierangelo Consoli

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Ciro Auriemma, La lama e l’inchiostro, Piemme 2023, Pp.300, Euro 18,90

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