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Domenico Cosenza. Clinica dell’eccesso. Derive pulsionali e soluzioni sintomatiche nella psicopatologia contemporanea

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Nel mondo contemporaneo l’eccesso si affranca dal territorio dell’effrazione della legge e della trasgressione per presentarsi in forma sempre più “ordinaria” nelle diverse varianti psicopatologiche del senza-limite.

L’eccesso ha a che fare con il nucleo reale della pulsione, con la sua dimensione di godimento irredimibile integralmente dal simbolico e dall’azione della parola. A questo livello, l’eccesso costituisce il cuore della clinica psicoanalitica come tale, intesa come trattamento del nucleo fuori-senso della pulsione.

La dimensione contemporanea del sintomo è caratterizzata dalla spinta verso un godimento non parziale, non in perdita – come è proprio quello del nevrotico -, piuttosto tendente alla propria infinitizzazione. E quindi esposto agli effetti più devastanti della pulsione di morte.

Tossicodipendenze, anoressia, disturbi alimentari, e altre forme di dipendenza patologica pervasiva proprie della società contemporanea, dominata dalla spinta senza limite al godimento, sono indagate a fondo dall’autore in un libro che è sì indirizzato a un target specifico di lettori, ma per certo utile anche a un pubblico generalista, per così dire.

Il volume si rivolge in particolare a coloro che sono interessati ad approfondire – sia come studenti universitari e allievi in formazione in ambito clinico, sia come terapeuti praticanti nel campo della cura del disagio psichico – l’approccio psicoanalitico nella lettura e nel trattamento dei sintomi contemporanei, ma è anche una fonte notevole di informazioni e consigli anche per coloro che sono professionalmente fuori da questo target, perché aiuta a meglio comprendere le dinamiche alla base di queste patologie.

Il libro propone una rilettura della psicopatologia contemporanea, orientata dalla psicoanalisi di Freud e Lacan, che trova il suo fulcro nella dimensione dell’eccesso come tratto unificante che struttura, in diverse declinazioni, le forme sintomatiche più caratterizzanti della nostra epoca.

Nella seconda parte del testo, l’autore si dedica pressoché completamente al tema dell’adolescenza, affrontato a partire dalla decisiva esperienza della riemergenza pulsionale e del suo trattamento a partire dalla pubertà.

Si tratta di un tema cruciale se si tiene conto che, in larga misura, le cosiddette patologie dell’eccesso – quindi tossicodipendenze, anoressie, bulimie, … – trovano nell’orizzonte temporale tra l’avvio della pubertà e il processo dell’adolescenza il tempo logico del loro esordio e del successivo consolidamento.

Nell’analisi di Cosenza, le patologie dell’eccesso si presentano come soluzioni alternative al fallimento del processo adolescenziale di iniziazione.

L’adolescente, in diversi casi, sviluppa un sintomo che tratta in una modalità di compromesso la propria difficoltà, soluzione già propria alla nevrosi, dinanzi all’assunzione della castrazione – intesa come la paura inconscia di perdere gli organi sessuali, come punizione per il desiderio sessuale che prova- e dell’assenza di garanzia.

Nei quadri più propri a quelle che diventeranno delle patologie dell’eccesso vere e proprie, il problema si situa già nell’entrata in adolescenza, laddove il soggetto non struttura un velo fantasmatico in grado di facilitare il proprio corpo, di rendere possibile l’esperienza inconscia della perdita e l’entrata nella dialettica del desiderio, e di rendere meno devastante l’incontro con il trauma della castrazione.

Le soluzioni che il soggetto trova, come alternative alla distruttività pura e diretta e alle soluzioni psicotiche più classiche, sono date da queste forme patologiche della contemporaneità.

Le forme più radicali del disagio giovanile, che Cosenza inserisce nel quadro di una clinica dell’eccesso, non rispondono al disagio con il conflitto dialettico, bensì con il rifiuto dell’Altro.

È la sconnessione dall’Altro genitoriale a caratterizzare il disagio giovanile. Si pensi non solo alle dipendenze patologiche ma anche a forme di ritiro più radicali, come l’Hikikomori. Sconnessione dall’Altro a cui si associa solitamente un’iperconnessione con l’oggetto messo al centro del circuito libidico senza-limite: cibo, droga, gadget tecnologico, o il corpo stesso assunto come luogo di un trattamento del godimento che prende forme devastanti, dalla privazione anoressica alla pratica del cutting.

In questa nuova clinica il soggetto è esposto a un rapporto con il godimento senza argine simbolico, è in preda al godimento. Il rapporto con l’oggetto investito libidicamente tende a infinitizzarsi, a non bastare mai. La mancanza dell’oggetto diventa insopportabile, il suo trattamento simbolico diventa precario quando non impossibile.

E in questo si può riconoscere il tratto di perversione che caratterizza sempre più, in modo trasversale e trans-strutturale, il rapporto contemporaneo con gli oggetti di godimento nell’epoca attuale. L’incontro con l’imprevisto – anche nella sua forma banalmente quotidiana, come un appuntamento mancato – diviene un trauma non soggettivabile ma qualcosa da cui difendersi, edificando barriere difensive e circuiti di godimento autarchici che evitano l’impatto di tali incontro.

Il fatto che gli esordi di queste patologie avvengono in buona parte nel crocevia della pubertà deve dare adito a profonde riflessioni. L’adolescenza contemporanea è caratterizzata per il fatto che il velo che copre il mistero del sesso è stato tolto nel discorso sociale. Il velo fantasmatico, che introduce all’enigma della sessualità ma insieme protegge parzialmente dall’incontro con la sua dimensione traumatica, si presenta in questi casi come lacerato, se non del tutto assente. Questo può chiarire meglio sulle condizioni di scatenamento di queste soluzioni proprie della clinica contemporanea che spesso esordiscono in seguito a disavventure della vita sessuale o amorosa.

Al di là del campo strettamente psicopatologico, la condizione dell’adolescente contemporaneo mostra un cambiamento radicale di alcune coordinate classiche rispetto al passato. Se il discorso del capitalista espone gli adolescenti al contatto continuo con oggetti di godimento con cui tappare continuamente il dolore dell’incontro con la dimensione traumatica della vita, le nuove tecnologie cambiano le loro relazioni classiche con il sapere. Sembra che non necessitino più del supposto sapere del maestro freudiano come metafora del padre, alternativa all’infantile paterno per la costruzione di una nuova identità dopo il tramonto del complesso edipico, come indicava invece Freud. Il sapere sembrano incontrarlo già esposto nel grande schermo enciclopedico di internet e di Google.

Tuttavia, sottolinea Cosenza, il sapere che conta di più per il soggetto si trova precisamente nel punto in cui fallisce il supposto sapere universale: è precisamente nell’incontro con l’orrore del buco in questo sapere, riguardante l’enigma del proprio godimento singolare, che può riaprirsi la via verso una ri-agalmatizzazione del sapere inconscio.

L’analista del XXI secolo può incontrare l’adolescente contemporaneo precisamente in questi punti in cui fallisce per loro il sapere universale che hanno in tasca.

Per la quasi totalità dei ragazzi di oggi la fonte unica, primaria e assoluta di insegnamento, apprendimento e ispirazione per la propria sessualità è la pornografia attraverso il web.

La pornografia basa i propri bias sulla carnalità e l’assenza di contesti, emozioni, sentimenti, responsabilità, maturità… le persone diventano corpi-oggetto atti a soddisfare pulsioni.1

Appare poi abbastanza chiaro che questi ragazzi, educati alla sessualità attraverso la pornografia, non si accontentano di esserne semplici fruitori passivi ma la trasformano in azioni concrete nelle quali si fondono e si confondono desideri e pulsioni sessuali, risentimento e vendetta, aggressività e violenza.2

I giovani di oggi sembrano vivere una vera e propria “emergenza sociale” in ambito di salute mentale e benessere psicosociale. A livello internazionale, 1 adolescente su 7 di età compresa tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato. In Italia, nel 2019, il 16.6% dei ragazzi e delle ragazze di età compresa nel range indicato soffrivano di problemi di salute mentale.3

Nel periodo della pandemia vi è stato un boom di accessi al pronto soccorso di minori per motivi neuropsichiatrici. In particolare sono aumentati gli accessi per “ideazione suicidaria”, depressione, disturbi della condotta alimentare, ansia.4 Un trend che era già in salita ma che, negli anni pandemici, è per certo peggiorato.

Irma Loredana Galgano

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Domenico Cosenza, Clinica dell’eccesso. Derive pulsionali e soluzioni sintomatiche nella psicopatologia contemporanea, Franco Angeli, Milano, 2022.

Domenico Cosenza: psicoanalista, è AME della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi (SLP) e dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi (AMP). Professore a contratto di Psicopatologia dello Sviluppo all’Università degli Studi di Pavia, docente dell’Istituto Freudiano, è presidente di Kliné, sede milanese della Federazione Italiana Disturbi Alimentari (FIDA).

1M. Lanfranco, Crescere uomini. Le parole dei ragazzi su sessualità. Pornografia, sessismo, Centro Studi Erickson, Trento, 2019.

2S. Fontana, Dentro il più grande network italiano di revenge porn, su Telegram, WIRED: https://www.wired.it/internet/web/2020/04/03/revenge-porn-network-telegram/

3United Nations Children’s Fund, The State of the World’s Children 2021: On My Mind – Promoting, protecting and caring for children’s mental health, UNICEF, New York, October 2021.

4Le ferite della mente, «Pediatria – Magazine della Società italiana di Pediatria», volume 12, numero 4-5, aprile-maggio 2022.

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