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Eddy L. Harris. Mississippi Solo

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La percentuale di sale dell’oceano è la stessa che si trova nelle lacrime degli esseri umani. Questo dato mistico l’avevo letto in qualche reportage ecologico, uno dei numerosi articoli dedicati agli immensi specchi d’acqua che compongono il nostro mondo. Dopo aver letto il “portolano” sentimentale di Harris dal titolo Mississippi Solo credo che qualcosa ancora di più antico e viscerale si nasconda dentro ai fiumi, come se tutte le anse, tutte le onde, tutte le increspature delle loro acque siano in realtà connesse a tutti gli archetipi umani. E forse la verità non può essere conosciuta, nemmeno con lo spirito arguto di un Thoreau, l’animo sensibile di un Muir o il genio irrefrenabile di Mark Twain. Miti, simboli, riti apotropaici sembrano essere gli elementi essenziali dei fiumi come il Mississippi che non è solo una realtà geografica ma diventa verità identitaria di una nazione e con le sue acque trascina da Itasca a New Orleans uomini, culture, contraddizioni, verità distorte e bellissime illusioni. Il viaggio di Eddy L. Harris a cavallo degli anni ’80 è una rivisitazione naturalistica del On the Road di Kerouack ma senza l’irriverenza stilistica e tematica della Beat Generation, forse come dice lo stesso Harris è solo un viaggio intrapreso per se stesso e per conoscere le persone. Harris inoltre è un giovane intellettuale di colore e discendendo in canoa da nord a sud il Mississippi dovrà scontrarsi non solo con le terre e i fiumi ma con l’animo di un’America ancorata alle tradizioni e non sempre icona dell’American Dream. Più il fiume si snoda verso New Orleans più apprendiamo che l’odissea fluviale di Harris non è un semplice “viaggio interiore” ma scavalla le normali concezioni e diventa manifesto psico-geografico di tutte quelle comunità che amano e odiano il fiume. Mississippi Solo non è un diario di bordo, un diario o un memoir scritto dopo un’impresa, bensì è un arcipelago di isolette fangose sperdute in tutte quelle anse che restituiscono stralci di memorie che conservano il senso del meraviglioso. Seppur il libro sia un importante documento di un’epoca è allo stesso tempo lo specchio di qualcosa di infinitamente semplice che non può essere analizzato e che non troverebbe in una presentazione critica. Il viaggio di Harris è molte cose, potrete leggerlo come riflessione sul razzismo americano, o di come il periodo antropocenico stia fagocitando la natura, come fotografia di un momento storico che va dallo scandalo Watergate alle elezioni di Regan, a Star Wars, la Guerra Fredda fino al boom demografico con incremento di povertà del Sud degli States. Ma per me, infinitamente me, Mississippi solo è stato un libro di incontri, sorrisi agli sconosciuti, paure soffocate nel petto, pistole puntate verso cani randagi e bigotti teppisti. Questo libro-fiume è stato un numero non ben precisato di tazze di caffè, milioni di calorie bruciate e poi consumate nei diner e nelle locande a forza di patatine, hamburger e pesce fritto. Ho sentito i calli di Harris nel pagaiare per un numero così indecifrabile di chilometri, mi sono sentito male come lui con i piedi perennemente zuppi, ho avuto sempre paura di perdere la canoa e con lei me stesso. E avrei voluto aggrapparmi a tutti i moli privati e improvvisati, avrei voluto rubare abbracci agli sconosciuti pescatori che fronteggiavano l’autunno dal Minnesota alla Lousiana, e avrei così tanto voluto osservare negli occhi coloro che hanno ospitato Harris e che chiedevano con arrogante umiltà di essere inseriti nei suoi scritti. Perchè, in qualche modo assurdo, volevano essere ricordati. Sì, il Mississippi è un fiume di persone e rimorchiatori, di chiatte e piroscafi, di canoe e profeti, di donne con i pick up lungo le frontiere e uomini che affogano in loro stessi. Tutti che in qualche modo cercano solo un modo per sopravvivere al grande nulla. Harris a fine viaggio non ha trovato solo se stesso, ma tutti loro, li ha trovati e affidati a quel dio immenso che è il fiume. Ha trovato la ragazza che si innamora dell’uomo sbagliato mentre le boe dai segnali luminosi irradiano il fiume di notte, ha dato voce alle persone di colore che fanno da braccianti a uomini bianchi che hanno perso la loro moglie e forse anche lil loro destino. Le parole di Harris conferiscono identità a chi non ha niente. Ho letto questo libro inseguendo la canoa dell’autore con Google Earth. Ho visto il fiume Ohio tuffarsi nel Mississippi e creare così un fiume doppio dalle acque distinte e dai colori diversi, l’azzurro Ohio parallelo al limaccioso Mississippi. Ma ho intravisto anche la ragnatela infinita di affluenti e laghi, ho visto le cittadine abbarbicate su quelle sponde, ho visto i ponti colmi di graffiti e mi son chiesto se erano stati vandali o artisti. Ho visto il 2023 con le parole degli anni ’80, ma soprattutto ho visto l’America per quello che è realmente. Bella, bellissima e dannatamente complicata. Ma il viaggio vale la pena, e Mississippi Solo sarà il vostro miglior compagno di avventura. E un grazie infinite a La Nuova Frontiera per averlo fatto finalmente conoscere ai lettori italiani.

Cristiano Saccoccia

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Mississippi Solo

Eddy L. Harris

Traduttori: Mataldi – Serretta

La Nuova Frontiera

Pagine: 336

 20 euro

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