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Fabio Lombardi. Passo a due

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Rod e Giulia sono una coppia che oggi potremmo definire alto-borghese: penalista improvvisato lui, aspirante fotografa di strada lei. Non hanno figli, pochi amici, legami pressoché inesistenti con le rispettive famiglie ed entrambi da anni coltivano il sogno dell’affermazione artistica. Rod ha iniziato a fare l’avvocato sperando di poter raccogliere materiale per scrivere un best-seller, Giulia scandaglia con la sua reflex le strade di mezzo mondo alla ricerca dello scatto perfetto. Abitano in un bell’appartamento in centro a Bologna e, come molte coppie di mezza età in cerca di conferme sociali, si ostinano a mantenere un tenore di vita incompatibile con le loro finanze. Il collasso economico è imminente ma una sera, Rod conosce a una festa Higgins, rappresentante della Proteo, una società sperimentale e sconosciuta, specializzata nell’acquisto di vite al collasso da “ripulirle”, “riqualitificare” e rivendere al miglior offerente. Higgins sembra molto interessato alle vite di Rod e Giulia e si propone di acquistare le loro esistenze per di quattro milioni e mezzo di euro, i vincoli dell’accordo sono semplici: devono solo firmare un contratto in cui rinunciano a tutto: beni immobili, fondi finanziari, auto, vestiti… e rifarsi una nuova vita con il denaro che gli verrà versato nel loro nuovo conto svizzero. Inizialmente scettico e incredulo, Rod decide di confrontarsi con Giulia ed entrambi si rendono conto che forse, quella proposta, è l’unica soluzione possibile ai loro problemi economici che, inevitabilmente, stanno mandando in rovina anche la loro vita di coppia.

Rod e Giulia si trovano quindi nel giro di poche ore a dover reinventarsi all’interno di esistenze nuove, vergini, plasmabili dai sogni e dai desideri che i loro anni e sforzi precedenti non erano stati in grado di concretizzare.

Battezzata la Francia come prima tappa del loro nuovo viaggio, i due decidono di prendere in affitto tre stanze all’interno di una dimora rustica nei dintorni di Saint-Rémy. In questa cornice di apparente quiete e spensieratezza, faranno la conoscenza di Oscar e Paulette, una coppia di coetanei, benestante e sessualmente aperta, con cui fin da subito si instaurerà un legame intenso e malizioso, consumato tra dialoghi ammiccanti, lunghe camminate sulla spiaggia e cene in cui il buon vino lascerà presto spazio alle pulsioni della carne. Oltre a loro, entreranno in scena altri personaggi, dando vita a nuove prospettive di vita e la possibilità per Giulia di poter finalmente farsi un nome nel mondo delle gallerie newyorkesi.

Fabrizio Lombardi, dopo numerose pubblicazioni di racconti, decide di approdare alla forma lunga con un romanzo che si diverte fin da subito a mischiare i generi e le carte in tavola. Quello che inizialmente potrebbe apparire come il classico resoconto di una crisi della coppia contemporanea, nel corso della narrazione muta in un torbido ménage a quattro, un gioco di ruolo in cui la componente erotica diventa il fil rouge che la penna di Lombardi dimostra di saper trattare con maestria, senza scadere in sciatte descrizioni di amplessi, bensì mantenendo sempre un registro alto, controllato (ma non per questo meno solleticante) ed estremamente bilanciato. Trecento pagine che scorrono come il buon vino durante le cene a bordo mare di questa località affascinante in cui l’autore decide di ambientare tre quarti del romanzo, attraente e catartica, location perfetta per dar sfogo alle proprie fantasie. Ed è forse nella parte centrale che il romanzo da il meglio di sé, lasciando respiro a un’atmosfera cullante, estremamente francese, in cui l’attrazione dei corpi si alterna interessanti riflessioni sul ruolo dell’arte contemporanea (scopro dalla biografia che la moglie di Lombardi è titolare di una galleria d‘arte, che sia un caso?) in relazione a una società sempre più schizofrenica e vorace di anime imperfette.

Il tono è leggero ma i quesiti a cui il romanzo/autore ci pone davanti sono tutt’altro che banali: Quanto di quello che ci sforziamo di realizzare ogni giorno è realmente importante? Quanto di tutto questo ci definisce realmente? Ancora, quanto siamo disposti a sacrificare di noi stessi per una seconda chance? E soprattutto, quali possono essere i rischi di tale scelta?

Incapaci entrambi di sfondare nel proprio ambito creativo, nonostante i nuovi agganci e le cospicue disponibilità, Rod e Giulia, si renderanno conto con il procedere della storia che tutto quello sfarzo e apparente libertà sono solo una cortina stordente dietro cui si cela un’insicurezza che ben poco ha a che fare con le risorse economiche ed qui che il romanzo evolve per l’ennesima volta, durante il tentativo di tornare alle loro vite precedenti, mostrando un lato investigativo-giallistico fino a quel momento soltanto accennato.

Mi piace pensare che l’autore si sia divertito parecchio a scrivere questo Passo a due, nonostante un incipit di pura finzione, il punto di forza del testo lo si riscontra in un’estrema profondità caratteriale dei personaggi che, pur non facendo sempre “la scelta giusta” (in alcuni frangenti Rod e Giulia mi hanno ricordato Jimmy McGill e Kim Wexler della serie cult Better Call Saul), riescono ad entrare in profonda sintonia con il lettore, proprio in virtù di quel loro lato estremamente umano e cedevole in cui è facile riconoscere le debolezze collettive.

Passo a due, è quindi, a oggi, una delle migliori letture del catalogo di un editore che, nel giro di un anno, è riuscito a reinventarsi con una proposta editoriale in continua ascesa qualitativa. Un romanzo che attinge dai generi, li mescola e se ne prende gioco, sbattendoci in faccia i desideri più subdoli, quelli che spesso decidiamo di nascondere sotto un tappeto di repressione, anche a costo di sacrificare una parte della nostra identità.

Lo scopo di una narrazione riuscita è anche questo: togliere quel tappeto, mostrarci tutto quello che vi abbiamo nascosto sotto e magari darci una mano a ripulire.

Stefano Bonazzi

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Passo a due

Fabio Lombardi

Vallecchi Firenze

16 euro — 278 pagine

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