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La libertà che soffre (e gode se)

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Foto di Alessandra Matté

La mia libertà soffre. Perché vede un clima di menzogna. Di viltà. La libertà non è una idea, è un cuore – ha dolori e gioie. E ora molto duole. Che nel nostro orrendo e meraviglioso Paese si arrivi a sospendere dallo stipendio 500.000 lavoratori over 50 perché non vaccinati, mi pare una vergogna e una assurdità. Mentre arriva il bonus di Stato per lo psicologo. Soffre la mia libertà specie se si vede che al festival di Sanremo modestissimi cantantucci potevano invece, arricchendosi non poco, evitare di dichiarare se esser vaccinati. E soffre la mia libertà, a vedere il quasi totale silenzio di poeti e intellettuali (anzi evviva i poeti retori mainstream a SanRemo). Ok le regole, gli over 50, le terapie intensive che non ci sono (ma non sarà colpa dei lavoratori, no?), ok i green pass che non funzionano, ok che il vaccino è una delle armi per una pandemia, ok che non sappiamo la verità su come è nato tutto questo, ok che le bollette e le materie prime e l’inflazione aumentano non certo per colpa del virus ma sono altre armi di una guerra, ok che nessuno parla degli esperimenti batteriologici in corso, e pure ok che un sacco di esaltati si sono esaltati a fare i no vax o a fare i servizi d’ordine ovunque (dagli stadi alle farmacie, dai supermercati alle eucaristie) in un’apoteosi da controllori continui, ma la mia libertà soffre e non tace. In un paese che ha avuto più morti in proporzione del Brasile detestato (dalle élite dell’intellighenzia italica) la fanfara della retorica, della minaccia, della falsità ha suonato pervasiva e altissima, incontrando poche voci autorevoli dissonanti. Il sottoscritto ha pagato perdendo collaborazioni giornalistiche e occasioni. Il mormorio dei cicisbei, i versicoli dei bio-poeti accodati al mainstream, gli appelli non a ragionare ma a obbedire (e combattere) hanno regnato. La gente, la povera gente, smarrita, impaurita, isolata, divisa. I giovani depressi. E allora la mia libertà geme, non tanto per le restrizioni che mi hanno imposto (la vita è sempre una restrizione, in un certo senso, un limite che accentua il desiderio dell’infinito). La libertà soffre per la menzogna, per lo spegnimento delle energie che essa provoca. La mancanza di ricerca della verità, in favore del comodo e del tornaconto, fiacca le persone, le rende tutte simili e poco interessanti.

Ma la libertà gode, anche in mezzo alla pena, quando vede uno sguardo brillare, chi se ne fotte se vaccinato o no, libero dai ricatti della (finta) salute come obiettivo della vita. Quando uno gli dice che un quadro gli ha cambiato l’esistenza. Quando trova altre libertà di artista in gioco.

Davide Rondoni

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