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Mariano Lamberti. Il maestro

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Il Maestro di Mariano Lamberti rappresenta un notevole contributo alla conoscenza della vita e delle opere del monaco giapponese Nicheren Daishonin (1222-1282), nato a Kominato, un piccolo villaggio di pescatori-anche il padre lo era- attraverso la voce del discepolo preferito Nikko (1246-1333).

Si tratta di un testo estremamente poetico; Nikko è innamorato perso del suo maestro, che sostituisce la figura paterna persa anzitempo. Ne studia ogni movimento del volto e dell’anima; ne risulta una figura assai determinata a far prevalere la legge mistica del Sutra del Loto, che contiene la vita e la dottrina di Siddharta Gautama Sakyamuni , il saggio di Sakya (566 a. C.-486 a.C.).

E’ questi il monaco buddhista indiano, filosofo, mistico e asceta, fondatore del Buddhismo, proveniente da una nobile e ricca famiglia del clan degli Sakya: l’Illuminato, il Risvegliato. Come è noto, ha ispirato il romanzo di H. Hesse, Siddharta. La favola racconta che nacque assolutamente cosciente, di bellezza straordinaria e luminosa; dopo pochi passi, pronuncio le parole: “Per conseguire l’illuminazione sono nato, per il bene degli esseri senzienti; questa è la mia ultima esistenza nel mondo. Il vecchio Asita del paese profetizza che egli sarà un illuminato e piange sia per la notizia sia per l’impossibilità di assistere allo svolgimento e all’evolversi della sua vita; questa si avvera e Gautama diventa il massimo contemplativo di tutti i tempi.

La sua vita e il suo pensiero sono, come dicevo, narrati nel più famoso Sutra , quello del Loto, scritto per la prima volta in sanscrito, e tradotto in giapponese dal monaco Nicheren; questa è la versione che fa da riferimento anche alla bella traduzione italiana edita da Esperia, a cura di Burton Watson.
La vita del Buddha Gautama è sorprendente; egli ogni tanto sparisce perché gli adepti non vi facciano l’abitudine e ogni tanto ritorna; certo è che vive e rinasce per milioni di kalpa. Non meno intensa la vita di Nicheren, così come ce la narra Mariano Lamberti, appassionato certo di spiritualità, come risulta dalle diverse opere che pubblica a partire dal 2015 su questo tema. Ne esce un quadro vivace e intenso del monaco immerso nella vita contemplativa e attiva al fine di divulgare il verbo buddista. Disposto per questo a rischiare la vita, andando incontro a due esili, uno a Sodo e uno su Monte Minobu negli anni settanta. Si contrappone infatti al governo giapponese e fa guerra ad un monaco molto potente, appoggiato dal potere costituito, Ninsho Ryokan. Vive gli esili e le persecuzioni con nobile sopportazione facendo leva sulla legge mistica del Nam Myoho renge Kyo, da lui creata, in cui sarebbe custodito il nucleo del Sutra del Loto, che costituisce il cosiddetto Daimoku recitato davanti al gohonzon, il mandala che lo contiene, che il monaco dipinse la prima volta proprio nel 1272 durante il suo esilio a Sodo.

Il daimoku è ancor oggi la preghiera del Buddhismo Mayahana, del grande veicolo: si sostiene infatti che tutti gli umani sono potenziali Buddha, in quanto lo stesso Gautama lo era. Il veleno delle passioni e degli attaccamenti si può trasformare in medicina. La sofferenza del Karma è un’occasione per evolversi e trasformarsi, secondo il principio di Lavoiser per cui nulla muore ma tutto si trasforma; l’affidamento alla preghiera dà la possibilità di uscire dal samsara per accedere ad una vita non solo contemplativa, ma anche attiva. I devoti del sutra si impegnano infatti a diffondere la legge mistica.

Questo Buddhismo è diffuso in India, Tibet, Cina, Corea, Giappone e Vietnam; conta 19 milioni di proseliti, di cui 12 solo in Giappone, 70000 in Italia. Oltre che nel Daimoku, il centro della preghiera è tratto dal capitolo del sutra “Mai sprezzante”, dove si esprime il profondo rispetto del Bodhisattva per ogni essere umano, potenziale Buddha. Quindi l’illuminazione è a portata di mano per chiunque si impegni a compiere la rivoluzione per diffondere la pace tra i popoli.

Tale Buddhismo democratico, a cui ciascuno partecipa sviluppando il proprio potenziale umano, alla Emerson, pragmatista americano, si discosta da quello originario indiano, Buddhismo Hinayana del Piccolo Veicolo, per il quale solo gli eletti possono conseguire il nirvana. Inoltre quest’ultimo è più contemplativo mentre quello di Nicheren è soprattutto attivo.

Questi elementi descritti mi sono sembrati, per quanto didattici, utili a chi non ha le basi per comprendere l’opera sul monaco giapponese di Lamberti, il quale ce ne ridà un ritratto intenso e dettagliato con citazioni poetiche attraverso la voce partecipe e commossa di NIkko che, nel ricostruire la vita del maestro, narra anche di sé a partire dalla sua nascita, attraverso la morte prematura del padre, scioccante perché fu proprio lui a ritrovarne il cadavere. La madre si risposò subito con un cugino e lui, piccolo, venne consegnato agli zii. Trova dunque un padre in Nicheren in cui ripone tutto il suo amore e la sua devozione e di cui diventa il depositario del suo fulgido pensiero sostenuto da raro spirito combattivo.

Un libro che consiglio a chi nutre interesse per la filosofia orientale in genere e per il Buddhismo Mayahana in specie.

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Mariano Lamberti

Il maestro

Giulio Perroni editore 2021

pp 227

euro 18

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