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Marina Baldoni. Alogenuri d’argento

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Alogenuri d’argento di Marina Baldoni è una profonda e letteraria combinazione della molecola esistenziale, in corrispondenza tra il simbolico aggregato di elementi e di geometrie umane e il retaggio spirituale della stabilità sentimentale e deriva dalla ferma certezza poetica di confermare la traccia indelebile ad ogni conclusione, assegnata o imposta, di ogni relazione vissuta. I versi, ossidati dall’esposizione sensibile alla sfera affettiva, raccolgono la testimonianza amorosa dallo spunto naturalmente autobiografico, alterano la luminosità delle reazioni analitiche, amplificano lo stato d’animo disincantato della poetessa che affida alla mobilità nobile dell’anima l’epilogo di ogni emozione nella consapevolezza di un addio, di un altrove, di una trasformazione della sofferenza. Difendendo con commossa compassione l’indagine dei principi e dell’amor proprio, appellandosi alla sorgente riflessiva della nostalgia sostenuta dalla ragionevolezza linguistica, l’autrice sente precipitare i suoi richiami malinconici e oltrepassa il luogo protetto e appartato dei pensieri rischiarando il privilegio incisivo e tenacemente irrequieto di ogni impulso.

Nell’irrevocabilità delle situazioni drammatiche la poetessa decide di incoraggiare il suo sconforto e di investire la delusione in una intensa e totale partecipazione estetica ed etica. La risposta infinita delle parole alimenta il disegno trascendente della poesia solcando il terreno descrittivo con il segno velato di ogni frattura, in ogni sintomatologia, in ogni affezione fortemente espressiva. Intelligente e pungente la scrittura analizza la propria ragion d’essere, nella superficie delle lacerazioni, evoca il ricordo come beneficio empatico, irrompe sul sospetto e sulla temerarietà dei tradimenti interiori con la finalità di affinare in un’altra forma ciò che non è più.

La poetessa identifica l’atteggiamento della dissolvenza, ammette il male dell’indifferenza e l’accanimento significativo nei confronti di un dolore che esiste e logora il tempo, annullando la sua essenza nella realtà. Il coinvolgimento di Marina Baldoni si nutre del viscerale e accorato inno all’amore, nel suo bisogno umano e nella sua fiduciosa attesa. Le poesie, avvolte nell’imprevista e seducente fatalità, rendono generosa forza eloquente per la varietà delle situazioni, nel contenuto autentico e intenso, dominato da una persistente e sincera motivazione. Il libro Alogenuri d’argento rivendica con delicatezza ogni trama come un piccolo evento, ma grande nella sua destinazione, suggerisce una limpida condivisione in comunione di intenti, ad ogni inclinazione umana, vantando il merito offerto all’universalità.

Rita Bompadre

Centro di Lettura “Arturo Piatti” –  https://www.facebook.com/centroletturaarturopiatti/

Recensione al libro Alogenuri d’argento di Marina Baldoni, postfazione di Umberto Piersanti, Arcipelago Itaca, 2020, pagg. 72, euro 13.

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Di seguito alcune poesie tratte da Alogenuri d’argento

 

convergenza

i miei occhi hanno deciso
di avvisarmi
in due punti diversi del cervello
abbandonata la consueta intesa
per reclamare ognuno la ragione
lo sguardo forzano alla disarmonia

diplopia binoculare, mi hanno detto

ad un perverso gioco di specchietti
da qualche tempo mi sono
consegnata
di echi e di riflessi prigioniera

quasi cieca
per eccesso di visione

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limiti

a calcolare bene
è zero la metà di due

nei miei pensieri scantona
l’aritmetica
disputa coi numeri mandati a memoria
antiquati
perde il conto tra teorie d’incroci e
rette parallele
non si consacra all’uno
si arrende piuttosto
al cavo della crepa
al vuoto di ipsilon
per ics che tende a

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in.esistenza

l’ombra che fa un capello
sulla schiena
non lascerà segni sull’abbronzatura

un’ombra sono,
di qualcos’altro qualcosa
che non lascia traccia

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proiezione

la mia vita
tutta
racchiudo a volte
dentro il cono di luce
di una lampada da tavolo

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ogni mio passo è breve
non ha pretese di diventare viaggio
misura stanze, trame
di vita piccola piccola

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come clone vivi
a tuo dispetto

per volere di chi
di una molecola di te
rimasta
ha rifatto un tutt’uno
a tua immagine e somiglianza

Marina Baldoni

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