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Marjorie Celona. Quando una donna diventa un lago

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Quando una donna diventa un lago è la storia della scomparsa di Vera Gusev nella notte di Capodanno del 1986, vicino al lago ghiacciato di Whale Bay. Ma non stiamo leggendo solo un genere thriller benché la trama si sviluppi attorno alle ricerche serrate di questa donna da parte della polizia. Infatti i vari personaggi, mentre raccontano della famiglia, dell’amore e dell’educazione dei figli – e da qui, la differenza tra fare loro il bene o il male – essi manifestano atteggiamenti frutto di intricati aspetti psicologici con segreti molto ben celati; e ancora, solitudine di adulti e paure di bambini: su tutte il dolore patito durante l’infanzia dal poliziotto Lewis, dedito in prima persona alla ricerca di Vera, che vorrebbe poter salvare il piccolo Jesse di dieci anni da fantasmi di violenze familiari – psicologiche e fisiche – che gli hanno già marchiato il carattere.

Tuttavia, nonostante questi accadimenti si mostrino così negativi e faticosi, e indubbiamente difficili da vivere, essi vengono raccontati con una prosa così accattivante e sobria, così rapida e veloce, e pronta a infilarsi nei meandri più nascosti e reconditi della mente dei protagonisti, che la lettura tiene la curiosità e la tensione del lettore altissima, incollata a ciascuna pagina.

Tra i personaggi, pur essendoci una donna caratterialmente e fisicamente forte come Evelina, madre di Jesse, la relazione di ciascuno di loro con il proprio padre è un affluente primario di questo romanzo, tanto che la scrittrice si concentra maggiormente sulle dinamiche familiari scaturite proprio dal rapporto padre figlio, estremizzandone il concetto, sia rappresentando l’impotenza dolorosa di un piccolo bimbo che vive accanto al genitore che desidera il proprio suicidio (è il caso di Lewis), sia palesando il terrore negli occhi e nell’animo di un ragazzino causato dalla violenza del proprio padre, sia percepita che subita (nel caso di Jesse).

E poi, con uno scarto improvviso, Marjorie Celona in alcuni paragrafi si stacca da tutto quanto raccontato e arriva a mostrarci ciò che mai ci si sarebbe aspettato: arricchisce la sua trama con pensieri sull’aldilà e, quasi a dispetto del sapore giallo poliziesco in cui sino a questo momento ci ha accompagnato, rivela un mondo “altro” dove l’anima passata a miglior vita si libera senza indugio di ogni fardello corporeo e veleggia verso mondi sconosciuti e incredibili, per arrivare a scoprire il significato della propria esistenza trascorsa sulla Terra: “Come avrebbe tagliato e riassemblato la sua vita, adesso che era dall’altra parte? Quale sarebbe stata la prima inquadratura? Sarebbe partita dalla sua nascita, ora che sapeva quanto siamo terrorizzati quando veniamo al mondo? Che abbiamo più paura di entrarvi che non di lasciarlo?”

Quando una donna diventa un lago, con un titolo che appare in divenire, suscita l’idea di un alla(r)gamento, una dilatazione per analogia delle capacità femminili tutte con la potenzialità di poter inglobare e certamente trasformare ogni cosa, in una metamorfosi continua di stati della materia mentre il lago da acqua diviene ghiaccio a causa del freddo e poi ancora anima fluttuante costituita di solo vapore, grazie al caldo. Si evolve quindi in spirito divenuto consapevole della propria dimensione ultraterrena che dall’esosfera, e ancora più su, oltre ogni distanza, può sorridere del proprio corpo umano mentre ha finalmente appreso ciò che le persone vivono durante la loro esistenza. E ora sa: “Quando il cuore di un bambino si spezza, rimane spezzato per sempre. Ricordatelo, pensa. Ricordati che non puoi essere un bravo genitore, e nemmeno una brava persona, se dimentichi com’era essere bambino. Se te lo ricordi, continua a ricordarlo. Fai il possibile per non dimenticarlo mai”.

Così la figura di Vera Gusev mentre rappresenta con la sua scomparsa il mistero da risolvere, con la narrazione dei suoi momenti vissuti tra la vita e la morte diviene ancor più la possibilità di risposta a domande esistenziali che, con una colorazione inattesa e un piacevole fuori programma in un romanzo thriller, fanno emergere la sensibilità e le potenzialità di ciascun essere umano.

Chiara Gilardi

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Marjorie Celona, Quando una donna diventa un lago, tr. Manuela Faimali, Bollati Boringhieri, pp. 235

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