Benvenuto su Satisfiction   Click to listen highlighted text! Benvenuto su Satisfiction

Matias Faldbakken. Il cameriere

Home / Recensioni / Matias Faldbakken. Il cameriere

E’ un romanzo curioso, surreale ai limiti del vero l’ultimo romanzo di Faldbakken. L’autore norvegese, artista a tutto tondo, le sue installazioni, opere, video sono ospitate nelle più grandi gallerie del mondo, con il cameriere costruisce una struttura narrativa piramidale ed a spirale. Una struttura narrativa contemporanea, ma che attinge nel profondo alla drammaturgia, al teatro di Ibsen, mescolando nella sua tavolozza sia colori antichi, che moderni richiami psichedelici di un mondo disorientato e devastato dalla tecnologia.

In fondo la trama è semplice, ma bisogna addentrarsi lentamente nella lettura degli attori personaggi che si delineano a sommi capi, come per dare modo allo spettatore lettore di fare la loro conoscenza pagina dopo pagina, scena dopo scena. Personaggi che nel loro manifestarsi non fanno quasi rumore, non pare abbiano bisogno né di colpi di scena, né di passaggi narrativi che suggeriscano un modo diverso da quello che loro percepiscono come l’unico vero e possibile.

Un gioco costruito in modo prezioso. Siamo all’interno di un ristorante di lusso di Oslo. The Hill. Il protagonista, io narrante, è lui, un cameriere con la faccia da poker che ci presenta gli ospiti e gli altri che lavorano nel ristorante. Tutto è banalmente e precisamente fatto di atti ripetitivi, ossequiosi a quanto rappresenta il ristorante nelle dinamiche di una società che si è avviata all’autodistruzione, ripiegata su se stessa, una società rappresentata nelle sue sfaccettature dai vari personaggi, che siano essi gli ospiti raffinati come Blaise o lo scapestrato Sellers non ha importanza, ognuno recita la sua parte con diligenza e perfezione di stile come d’altra parte lo stesso cameriere.

Poi un giorno arriva Signorina, una giovane donna che incrina l’assenza di sguardi. Signorina riesce a far incrociare le vite dei vari ospiti e tutto comincia a cambiare. Niente può essere più uguale e il velo si leva dagli occhi. Nessuno può più fingere che l’altro non esista. Anzi Signorina costringe gli altri ospiti e lo stesso cameriere e i suoi superiori in grado, lo stesso cuoco a guardare la vita degli altri.

E’ un romanzo ironico e inquietante a tratti disperato, una metafora di un mondo morente che però riesce ad intravedere un futuro, un nuovo mondo diverso da quello che gli attori hanno voluto tenacemente rappresentare … l’alter ego del cameriere con la faccia da poker è Edgar ed Anna è la sua bambina… una bambina che sa curare le ferite, sa fasciare la mano piagata, Anna che sa farsi cullare, basta ripetere il suo nome per farla addormentare e dare a noi la lucida commozione di intravedere il mondo che verrà. Un mondo che Faldbakken non pensa necessariamente migliore, ma un mondo sicuramente diverso da questo di oggi, un mondo dove la politica e l’arte non sono distrutti o sedimentati in strati di fuliggine, un mondo dove l’artista è di nuovo il giocoliere che sa stupire con le sue opere che vanno ascoltate, osservate e amate per quelle che sono, perché come dice Edgar “il sonno è un bisogno umano e un intervallo di tempo morto che non può essere immediatamente colonizzato o assoggettato al gioco del mercante”.

Ed è così che Anna è una bambina che ha bisogno di dormire per rammentarci a tutti noi che solo grazie a quello che non è valutabile, economicamente auspicabile, quello che non è assoggettato al gioco del mercante può ridare la vita e soffio nell’anima. E chi e cosa, se non un giocoliere che sa vedere in un broccolo romanesco un’opera d’arte.

Maria Caterina Prezioso

#

Il cameriere/ Matias Faldbakken/ Mondadori/ pp. 213/19,00 €

Click to listen highlighted text!