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Philippe Lechermeier anteprima. Maldoror. I ragazzi della leggenda

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Bambini coraggiosi in fuga da un potere tirannico.

Philippe Lechermeier, noto autore francese, sarà in libreria dal 28 settembre con il suo ultimo lavoro, “Maldoror: I ragazzi della leggenda” (L’Ippocampo edizioni, 2023, pp. 368, € 15,90, traduzione dal francese di Fabrizio Ascari).

Questo libro ha ricevuto il prestigioso Prix des Pépites come miglior romanzo junior al Salone di Montreuil, la rinomata manifestazione dedicata ai giovani lettori.

La storia si svolge prima dello scoppio della Prima guerra mondiale, quando cinque bambini si trovano ad affrontare una straordinaria minaccia. Un vasto territorio che si estende da Vienne a Odessa, passando per Kiev e le ampie pianure siberiane, è invaso da nemici al servizio del Gran Cofto, un tiranno determinato a ristabilire un regno ormai dimenticato: Maldoror.

Un oscuro spirito mortifero sussurra: “Cerca il fiore del male, il fiore d’oro, troverai Maldoror…”.

Questi cinque protagonisti, ognuno con una storia e abilità uniche, si uniscono nella missione di scoprire il misterioso regno di Maldoror.

Emergono figure come Anja, la violinista; Pjotr, che condivide un legame speciale con un ragno; Jorn, che comunica con gli animali; e i fratelli Pepina e Čavolo, esperti nell’arte della divinazione. La morte è sempre in agguato alle loro spalle.

Nel tentativo di sfuggire agli inseguitori, tra i ragazzi si rafforza un legame di amicizia che sfida il destino e li spinge avanti senza timore, consapevoli di essere ciascuno l’ancora di salvezza dell’altro. Questo libro segna l’inizio di una promettente trilogia.

Carlo Tortarolo

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Sbrigatevi, Miss Anja, sbrigatevi! Sapete bene che per nulla al mondo possiamo perdere il treno!

Il tono usato da Miss Nightingale non lasciava adito ad alcun dubbio: sotto un’apparente gentilezza, la sua voce stridula rivelava quanto fosse irritata. Così come esistono persone stonate, non appena la si contrariava la governante si metteva a parlare in modo snaturato, e con quell’ottava di troppo subissava Anja di rimproveri.

Miss Nightingale…

La donna era entrata nella vita della ragazzina come quelle brutte canzoni che, se le senti una volta, non riesci più a scacciarle dalla mente. In occasione del rinnovamento del personale domestico, Miss Nightingale era stata assunta per seguire l’educazione di Anja. Poche ore erano bastate a quest’ultima per comprendere che la Lady disapprovava quasi tutto ciò che lei faceva: il suo modo di parlare, di vestirsi, di mangiare, di dormire, di sedersi e tantissime altre cose che fino ad allora aveva fatto senza porsi troppe domande.

Alla minima contrarietà, la voce di Miss Nightingale si perdeva negli acuti, indisponendo Anja e il suo orecchio assoluto. Nel linguaggio musicale, l’orecchio assoluto è la capacità di distinguere una stonatura nel bel mezzo di una sinfonia con la stessa facilità con cui notiamo un brufolo sul viso di un adolescente. Ma, con grande sorpresa di Anja, nessuno attorno a lei pareva infastidito dalla voce acuta e stridula di Miss Nightingale. C’era da credere che i suoi genitori fossero del tutto sordi, visto che si rallegravano ogni giorno per aver assunto una donna la cui unica missione sembrava quella d’importunare la loro amata figlia.

Per l’ultima volta, spicciatevi! riprese Miss Nightingale che ne aveva visibilmente abbastanza di andare avanti e indietro sui marciapiedi della stazione di Kiev. È ora di tornare al treno. Pensate a vostra madre che si starà chiedendo dove siamo finite. La signora dev’essere preoccupatissima…

Poi, dopo essersi lisciata la gonna per evitare che le salisse sopra il polpaccio e aver controllato la chiusura dell’ultimo bottone della camicetta, tese la mano verso la custodia nera che Anja teneva tra le braccia:

Non fate tante storie, young lady! Lasciate che porti io il vostro strumento, raggiungeremo più in fretta l’espresso per Vienna.

Non toccatelo!

La vivace reazione di Anja fece sobbalzare Miss Nightingale e i suoi occhi, dietro le lenti, assunsero la tinta grigia dei ciottoli che ricoprono le spiagge britanniche. Serrò le labbra e, col solito falsetto, espresse appieno la propria disapprovazione:

Il vostro daddy… vi vizia troppo!

Anja non rispose, limitandosi a stringere al petto il suo violino. Per una volta, quella donna aveva ragione. Suo padre la viziava, la viziava anche troppo. Era la sua unica figlia, lui l’adorava, e il primo premio che aveva vinto da poco al conservatorio aveva rafforzato ulteriormente la sua ammirazione.

Alcuni giorni dopo che Anja aveva eseguito in modo perfectissimo, a detta della giuria, l’Allegro molto appassionato del Concerto per violino di Mendelssohn, il padre era ritornato a Vienna con una custodia la cui forma lasciava pochi dubbi sul suo contenuto. Nell’aprirla, Anja per poco non svenne. Un Guarneri! Un violino fabbricato da Giuseppe Guarneri in persona, uno dei più grandi liutai di Cremona, la città che aveva dato i natali a Stradivari!

Il padre di Anja era piuttosto fiero del suo acquisto:

Che battaglia, all’asta di Königsberg! L’ho strappato all’ultimo momento a una giovane coppia di russi o di ucraini, ora non ricordo… Avresti dovuto vedere le loro facce quando il banditore ha dato il colpo di martello gridando:

Aggiudicato”!

Con mille precauzioni, Anja aveva estratto lo strumento dalla custodia per accordarlo, poi, trattenendo il fiato, aveva iniziato a suonare. Che emozione! La naturalezza con cui il violino le si era adagiato tra il mento e la spalla, la facilità con cui le sue dita si erano messe a percorrere il manico, la bellezza delle prime note… Esaltata, con il batticuore, aveva suonato per più di un’ora senza rendersene conto. Un vero colpo di fulmine! Sembrava che lo strumento fosse stato fabbricato apposta per lei, Anja Blumbaum, futuro primo violino di un’orchestra prestigiosa, a Vienna, Berlino, Parigi, Londra o New York… Incredibile! Come se due secoli prima, creando quel violino, Giuseppe Guarneri avesse saputo che un giorno una ragazza dai capelli neri e dagli occhi scuri, dalla pelle bianca e dai tratti delicati, lo avrebbe posseduto e suonato. Quasi conoscesse l’abilità delle dita di Anja e avesse presagito, coprendo il violino della sua vernice unica, che un padre avrebbe offerto alla figlia dal carattere ben temprato uno dei preziosi strumenti da lui plasmati.

Anja aveva capito subito perché quel regalo era tanto eccezionale. Sapeva che un musicista poteva non trovare mai lo strumento perfetto. Pur essendo solo all’inizio della sua vita di artista, lei invece lo aveva già trovato! Ed era un segno, ne era sicura. Grazie a quel violino e a uno studio indefesso, sarebbe diventata una grandissima concertista, se non la più grande violinista del mondo!

©️2023, L’ippocampo, Milano

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