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Simonetta Caminiti, Letizia Cadonici. Connie

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È molto teatrale e letterario, Connie, graphic novel di esordio della coppia Simonetta Caminiti e Letizia Cadonici.

Pubblicato a fine 2021, prende e aggiorna liberamente a un nostro oggi non meglio dichiarato gli avvenimenti offerti ne L’amante di Lady Chatterly, ponendoli sempre in quell’area una volta definita come “upper class”.

Su questa base le due autrici creano un triangolo amoroso, dove i personaggi che animano la storia appaiono come schiavi gli uni degli altri: schiavi emotivi, schiavi dei sentimenti.

Prima fra tutti Connie, una ex in molte cose: ex modella, ex imprenditrice nel campo della moda, ex influencer.

La protagonista del graphic ha lasciato dietro molto e lo ha fatto per seguire il marito, il cineasta Kurt Taylor, che un incidente ha reso paraplegico.

Se prima la sua vita era tutta in estroflessione, adesso è introiettata, chiusa fra le mura della loro tenuta londinese.

La decisione di confinarsi fuori dal mondo operata da Kurt pare sia l’elemento di crisi della coppia.

Connie soffre l’isolamento e la distanza psicologica che il marito le impone. Ecco perché l’apparizione del giovane egiziano Fadi e della di lui figlioletta Rasha, si fa motore della crisi. Fadi è giovane e bello, soprattutto è portatore di novità all’interno di qualcosa che potremmo definire come il più classico dei cupio dissolvi che nascono all’interno di una coppia: l’annullamento della comunicazione, della complicità.

Connie parrebbe soffrire più per questo che per aver deciso di abbandonare le luci della ribalta sociale e stare col marito (anche se, nel corso della storia, si scoprirà che non è proprio così).

Di fatto non è il paralizzato Kurt ad aver bisogno di aiuto, di comprensione, bensì Connie.

Lo si vedrà in modo articolato all’interno del romanzo grafico, che è un continuo scontro di armi da taglio, se vogliamo usare una metafora.

Questo è quanto cerca di far comprendere al lettore Simonetta Caminiti, pronta a utilizzare, come accennavamo all’inizio, una costruzione dei dialoghi molto letteraria e teatrale. A tal punto che, in alcuni frangenti, sembra di assistere a un vero kammerspiele, però a fumetti.

Azzardando un paragone assurdo (e consci di questo) si potrebbe rapportare Connie con il dittico cinematografico che chiude la carriera di Robert Bresson.

Sia ne Il diavolo probabilmente che ne L’Argent il regista francese porta all’estremo una recitazione fredda, statica, nei corpi e dei dialoghi, che carica di senso questi secondi.

I suoi sono attori non professionisti, cui chiede di parlare come se parlassero a loro stessi. Questo perché l’importante non è quanto essi devono rivelare, ma quanto nascondono.

Ora, in Connie non si arriva a tanto. Ma la staticità del tratto sfruttato da Letizia Cadonici, la sua decisione di far scomparire in modo quasi totale i particolari all’interno delle vignette, come a cancellare il gradiente emotivo dalla rappresentazione, crea una sensazione di disagio dei corpi che innerva i personaggi.

Un parente prossimo di quanto accade nelle pellicole bressoniane.

Così, per quanto Connie senta un trasporto fisico e umano verso Fadi, la distanza dei loro corpi è identica a quella fra lei e Kurt.

Essendo un mélo per quanto in chiave contemporanea, questa assenza crea una frattura – non sappiamo quanto voluta – fra le intenzioni del racconto e le sue risoluzioni.

Quello che appare però evidente è il come ognuno dei personaggi del triangolo, ma anche alcuni di quelli che vi ruotano attorno, sono imprigionati in un inferno voluto da qualcun altro, non da se stessi.

Nello sviluppo della storia, appare lampante quanto le relazioni siano dettate soprattutto da un ricatto psicologico, da un ricatto che quindi crea dipendenza, non da un senso di vero affetto andato oramai smarrito (o mai esistito).

Ci sono gabbie in cui ci facciamo intrappolare e sono quelle del dovere, della riconoscenza, dell’abitudine.

In Connie possiamo vedere quanto sia tossico di per sé già il luogo che le ha forgiate. Quanto esso sia a noi vicino, ricorrente, quotidiano. Quanto vada oltre l’idea di classe sociale che questo graphic novel adotta.

Sergio Rotino

Recensione al libro Connie di Simonetta Caminiti e Letizia Cadonici, Le trame di Circe 2021, pagg. 104, € 18,00

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