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Tommaso Lisa. Memorie dal sottobosco

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Una miriade di insetti pullula nelle pagine di questo libro, una miriade di colori, di ronzii, di profumi d’ambra e mischio.

Si tratta dei Tenebrionidi, che già nel nome evocano una dimensione misteriosa, e in particolare del Diaperis, un coleottero dei funghi. “Ciascun entomologo ha un insetto totemico che lo ha impressionato diventando un emblema, forse durante l’infanzia, e spinto poi a interessarsi, a prendersi cura, e che insegue come un’ombra nel corso degli anni.”

Il mondo degli insetti, un mondo sommerso a cui si pensa di rado e quasi sempre in termini poco lusinghieri, che carichiamo di paure e ripugnanze ancestrali proprio perché fa parte dello sterminato Ignoto. E’ il crudele “Popolo di ragni” baudeleriano, è il terrificante “mar delle blatte” di lanfdolfiana memoria, ma è anche lo scarafaggio di Buzzati, che sa immedesimarsi nel dolore di quello che noi consideriamo un insetto ripugnante: un dolore che ferma il tempo, estraneo ad ogni pretesa antropomorfa. Senza dimenticare lo scarafaccio celeberrimo di Kafka.

Ed ecco che gli insetti possono divenire simboli della condizione umana: sono le formiche che, nel Leopardi della Ginestra, una mela caduta da un albero stermina senza pietà, distruggendone le abitazioni costruite con tanta fatica, sono di nuovo le formiche in Gozzano e in Montale (Meriggiare pallido e assorto) così numerose, così assorbite dalla loro vita operosa e priva di un senso apparente, proprio come quella umana.

D’altra parte, Montale definisce la moglie “caro piccolo insetto che chiamavano Mosca e non so perché.” Siamo, dunque, noi umani, fragili come gli insetti, inconsapevoli della “uguagliatrice” che “numera le fosse” (Gozzano, La signorina Felicita), destinati ad essere inghiottiti in un gorgo di acqua buia sul quale nessuna idrometra camminerà più, nessuna libellula porterà la vita (Giorgio Caproni, L’idrometra).

Anche per noi, come per le altre creature della natura di compirà “un ciclo”. “Questo, proprio questo lembo di terra su cui poggio i piedi adesso, neppure troppo tempo fa è stato un fondale marino.” Gli insetti, allora, meritano di essere considerati con uno sguardo amoroso, nella compassione e nel rispetto che anche i buddhisti ci insegnano. E noi dovremmo conquistare occhi per vedere le piccole cose e le minuscole creature, come la poetessa Anite che in età Ellenistica scrisse un epigramma per la morte di una cavalletta.

Proviamo un grande stupore leggendo, a pag.87, “Se li osservi bene gli esemplari sono tutti diversi, anche all’interno della stessa specie.” Nessuno somiglia in tutto e per tutto a un altro…Sono tutti diversi l’uno dall’altro… anche all’interno della stessa specie, sono tutti diversi: senza dubbio, individui.” Ci avevamo mai pensato? Per la maggior parte di noi gli insetti sono una massa informe,senza nome e priva di differenze.

Non c’è alcun segreto da scoprire. Tutto è:sono io questo insetto sotto la corteccia dove involvo in un’altra dimensione spazio-temporale, diversa da quella umana…Sono entrato nell’intercapedine della realtà. Dentro la materia.” “ Mi sento estraneo in questa casa. Oltre questa estinzione verso cui la civiltà dei consumi è probabilmente incamminata. Siamo geneticamente programmati: sono persuaso che il carattere predatorio si trasmetta geneticamente. Siamo macchine desideranti,assetati di qualcosa, di schermi e strategie su nuovi campi di battaglia commerciali, incessanti roditori del legno, dei funghi, della realtà circostante.” “ Il diaperis abita nel mio corpo, nella carne fatta albero. Nel tronco del torace, fino nelle midolla,nel cuore. Nel silenzio del sottobosco.”

Una pagina di Wikipedia definisce tali insetti (gli erotilidi) come simpatici scarafaggi dei funghi inoffensivi e di scarso significato per l’uomo: ciò che non è utile o è dannoso o non ha valore.”

L’autore Tommaso Lisa, invece, in questo libro scritto con linguaggio chiaro, elegante e colto e corredato da preziosi disegni, ci invita a entrare nel piccolo affascinante mondo degli insetti, come Alice nel paese delle meraviglie, per conoscere meglio noi stessi e la realtà che ci circonda. E ci insegna che nulla ha “scarso significato” nel cammino della coscienza e della consapevolezza.

Così, praticando l’entomologia, ho la conferma che l’immaginario è reale: è nascosto nel bosco subito fuori città, o in cantina, o al di là della vecchia recinzione di una fabbrica dismessa. Ogni volta che vado in cerca di un insetto vengo traslato in un altro mondo…sprofondo in un abisso esposto all’incontro con l’imprevisto, l’inatteso, la sospensione del sapere in un limbo d’incredulità.”

Giovanna Albi

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Tommaso Lisa, Memorie dal sottobosco – un coleottero dei funghi, Ed. Exorma, 2021; pp.187, euro 15

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