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Un altro finale per la nostra storia. Intervista a Silvia Bottani

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Dopo la pausa natalizia torna la rubrica su Satisfiction de ‘Le Tre Domande del Libraio’ e torna con un libro e una scrittrice molto cari al libraio del borghetto di Parma.
Con un nuovo romanzo, edito da Sem, dal titolo “Un altro finale per la nostra storia” il 13 gennaio arriva tra gli scaffali delle librerie la scrittrice Silvia Bottani.
Le vicende del quarantenne Mauro Massari, atleta mentale pluripremiato con le sue gare di memoria, giungono a circa tre anni di distanza dall’esordio di successo del precedente romanzo di Silvia Bottani, “Il giorno mangia la notte”, uscito sempre per la casa editrice milanese in piena pandemia nel 2020 .

Silvia, a partire da questo titolo spiazzante e insolito, “Un altro finale per la nostra storia”, ci porti nel dietro le quinte di lavorazione di questo secondo libro, raccontandoci anche l’attraversamento personale nella scrittura dopo l’esordio con cui ti abbiamo conosciuta e amata, sempre con Sem, del tuo precedente romanzo, “Il giorno mangia la notte”?

L’idea per Un altro finale per la nostra storia è arrivata mentre riflettevo sul ruolo dell’immaginazione nelle relazioni amorose e nell’esperienza che facciamo della memoria. Ho iniziato a scrivere durante la pandemia e la stesura mi ha accompagnato durante un lungo, complicato periodo della mia vita personale. Ricordo di aver guardato le immagini dell’Atlante Mnemosyne di Aby Warburg, un atlante figurativo nel quale lo storico dell’arte tedesco teorizzava la ricorrenza di modelli visivi attraverso i secoli. Un mappa della memoria visiva dell’Occidente, per così dire. Ho cominciato quindi a pensare a un personaggio che avesso un talento prodigioso nell’arte della memoria e a come quel talento si nutrisse di immaginazione, non solo di ricordi immagazzinati nella mente. Partendo da questa scintilla ho scelto di procedere “con la bussola”, come spiega Javier Marías nel suo breve saggio in appendice a Un cuore così bianco, e lasciarmi condurre nella mente di Mauro, il protagonista, affidandomi alla sua voce e al succedersi degli eventi. Il risultato è una storia molto diversa dal mio libro d’esordio, che sento molto intima non tanto per le vicende narrate (che sono anche in questo caso frutto di invenzione), quanto per le atmosfere e gli elementi simbolici che racchiude, una storia che ho scoperto solo una volta terminata parlare soprattutto di mancanza.


In questo piccolo spazio di Satisfiction, parecchio seguito e visualizzato, una cosa che ci piace molto fare è poter spiegare un romanzo attraverso le parole di chi lo ha scritto, facendoci fare l’approfondimento della trama e dei personaggi che lo animano. Partendo dalla relazione tra Mauro Massari e Bianca Cerruti ci dettagli gli snodi principali del romanzo?

Si tratta di una storia che si svolge su più piani temporali. Mauro Massari, il protagonista, è un uomo di circa 45 anni, “atleta mentale” e campione di memoria. Mauro sta affrontando una gara importante e durante questa gara, suddivisa in dieci prove, ripercorre il suo incontro e la sua storia d’amore con Bianca, sorella di Fabio, suo migliore amico durante gli anni del liceo, sparito in circostanze misteriose molti anni prima. Da un lato, affrontiamo con Mauro le prove della gara, ma dall’altro siamo dentro al suo “palazzo della memoria”, ovvero quella particolare tecnica che prevede la costruzione di luoghi e immagini mentali grazie alle quali si possono memorizzare grandi quantità di informazioni. Infine, facciamo anche un viaggio a ritroso nel tempo, alla ricerca di Fabio e del segreto che si cela dietro la sua inspiegabile scomparsa.

Una scelta formale precisa e uno stile che ormai ti identificano come voce contemporanea, facilmente riconoscibile. Nonostante il primo romanzo fosse uscito pochi giorni prima di una pandemia mondiale che ha paralizzato e penalizzato fortemente il mondo dell’editoria, ricordiamo che “Il giorno mangia la notte” ha avuto una vita lunghissima (e, non a caso, fino alla scorsa estate hai continuato a fare presentazioni!) Da scrittrice sensibile e attenta alla necessità, in questi tempi, di avere voci al femminile particolarmente originali per incuriosire il pubblico dei Lettori e, dando per assodato, che non dovrebbero assolutamente esistere divisioni di genere in letteratura,  ci racconti il tuo rapporto con le scrittrici del passato e gli echi nella tua scrittura e se ci vuoi raccontare cosa legge in genere Silvia Bottani?

Sono una lettrice onnivora e disordinata, leggo narrativa, saggistica e poesia procedendo per infatuazioni e interessi che si accendono di continuo. Negli anni, sono sempre andata alla ricerca delle voci delle autrici, ma solo di recente ho deciso di leggere sistematicamente la letteratura delle donne. In passato ho dato meno peso alle questioni di genere, concentrandomi soprattutto nella costruzione di un mio personale canone letterario, in cui hanno avuto un posto di primo piano nomi ormai storicizzati come Elsa Morante, Marguerite Yourcenar, Virginia Woolf, Simone de Beauvoir, Christa Wolf, Agota Kristoff, Susan Sontag, alle quali si sono aggiunte successivamente Jeanette Winterson, Clarice Lispector, Simone Weil, Toni Morrison, Doris Lessing. Più recentemente ho sentito il bisogno di leggere con maggiore sistematicità la produzione letteraria delle donne, anche come forma di restituzione verso tutte quelle autrici che non hanno mai avuto lo spazio che era loro dovuto. Tra i nomi che sono diventati miei punti di riferimento penso a Violette Leduc, Amy Hempel, Herta Muller, Flannery O’Connor, Zadie Smith, Olga Tokarczuk, oltre a molte voci italiane contemporanee, che leggo con interesse e attenzione.

A proposito di scrittrici, tra i libri che più mi hanno appassionato recentemente consiglio Credere allo spirito selvaggio di Nastassja Martin, in cui l’autrice racconta l’attacco subìto da parte di un orso e il misterioso legame che si crea con l’animale che l’ha quasi sbranata, e Melancolia di classe, di Cynthia Cruz, un saggio rivelatorio del rapporto insostenibile tra working class e lavoro culturale. Due temi molto diversi  tra loro – il ritorno del selvaggio e la relazione tra specie diverse, i rapporti di forza tra le classi e la disuguaglianza sociale – ma altrettanto urgenti rispetto alla nostra contemporaneità.

Buona Lettura del nuovo romanzo di Silvia Bottani e un buon anno di letture belle, cari amici lettori di Satisfiction

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Antonello Saiz

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