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Alfred Bertram Guthrie anteprima. Dolce dolce terra

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Alfred Bertram Guthrie (1901-1991) è stato un romanziere americano, sceneggiatore e storico, vincitore del Premio Pulitzer per la narrativa nel 1950 con il romanzo Il sentiero del West.

Dal 21 febbraio sarà in libreria Dolce dolce terra, (A.B Guthrie, Mattioli 1885, 2023, pp. 254, € 15,00), romanzo scritto nel 1982 e tradotto per la prima volta in Italia da Nicola Manuppelli che chiude la trilogia iniziata con Il grande cielo e Il sentiero del West, entrambi editi da Mattioli 1885.

Dick Summers vive facendo la guida per coloni e dopo aver concluso un incarico inizia ad abitare insieme all’amico Higgins nel Nord America al confine con il Canada.

Essendo un cacciatore si mantiene cacciando bisonti e alci, commerciando pelli e mantenendo un buon rapporto con la natura. Il ritmo della storia è rilassato e mai noioso, attraversa gli anni, le stagioni e le vite dei due amici che si sposano con due indiane. Leggendo, si prova nostalgia per un mondo lontano dove gli uomini per avere il necessario sapevano ancora privarsi del superfluo.

Un libro che parla dei coloni, della corsa all’oro, del West e dei cambiamenti dovuti alla sovrappopolazione. Si racconta l’amicizia con gli indiani e la loro difficile convivenza con i bianchi durante la guerra civile americana, quando molti covavano un’ideologia  razzista. È il racconto di un mondo arrivato alla fine, dove il protagonista osserva tutto con empatia e razionalità.

È un libro che mostra gli ultimi giorni di un’America incontaminata e il tentativo di godersela fuori dal rumore cittadino. Un grande libro che descrive quanto è difficile convivere e comunicare con i pregiudizi e ricorda una storia così terribile da essere stata per molto tempo dimenticata. Era la vita nel West, nel bene e nel male.

Carlo Tortarolo

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Circa un chilometro più avanti, dove il sentiero piegava attorno a una sporgenza rocciosa, Piuma sbuffò, si impennò e si rifiutò di continuare. Dietro di lui, la fila cominciò ad agitarsi. Summers scivolò a terra, tenendo le redini in una mano e la pistola nell’altra. Poi si voltò per consegnare le redini a Higgins, dicendogli di fare silenzio; si girò di nuovo, camminando piano, il dito sul grilletto dell’Hawken, prima di vedere un mucchio di pelo, imbiancato dalla neve. Ancora un passo e si trovò faccia a faccia con l’orso più grande che avesse mai visto.

Giaceva sdraiato e tranquillo sul sentiero, come se fosse morto. Poi vide l’enorme corpo alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro. Gli girò intorno, pronto a sparare. Lo colpì con una piccola roccia. L’orso non si mosse. Poi si accorse che gli mancava buona parte di una zampa anteriore. Il sangue gocciolava dal moncone

Tornò da Higgins e disse: “Torniamo indietro e leghiamo le bestie, poi seguimi.”

C’era un albero poco distante da lì. Legarono le redini ad alcuni rami.

Vuoi il mio fucile?” chiese Higgins.

Summers accarezzò il calcio del suo Hawken, come a fargli intendere che aveva quanto gli bastava; poi iniziò ad avviarsi.

Mentre giravano l’angolo, Higgins trattenne il respiro. Poi con voce roca esclamò: “Gesù! Oh, mio Dio!”

Ha perso parte della zampa anteriore sopra la seconda articolazione.”

È una ferita mortale?”

Respira ancora.”

Credi che riuscirai a salvarlo?”

Summers si piegò su un ginocchio, appoggiando il suo Hawken sull’altro. “Ephraim. Il vecchio Ephraim” disse.

Cosa?”

Questa bestia… mi fa venire in mente…” Non proseguì la frase. Quell’orso gli ricordava il passato, le trappole

per castori e i giovani che, seduti intorno al fuoco dopo che le loro trappole erano state ripulite, parlavano del vecchio Ephraim, il grande orso bianco. Nelle loro voci c’era rispetto, timore reverenziale e una specie di affetto, come se il vecchio Ephraim facesse parte di loro, un simbolo vivente di quell’esistenza selvaggia che conducevano. Il vecchio Ephraim.

Non è di qui” disse. “Viene dalle pianure laggiù. Devono averlo cacciato fino a qui, ecco cosa dev’essere successo.”

Ma adesso è qui. Che facciamo?”

Summers era perso nei suoi pensieri. “Quella spedizione di Lewis e Clark. Ne uccisero dieci di esemplari come questi vicino alle grandi cascate del Missouri. Perché? Perché mai fecero una cosa del genere?”

Hai intenzione di pregare per lui, Dick, o cosa?”

Non è giusto. Perché non lo lasciano in pace?”

Non ti ho mai visto così dispiaciuto per una bestia, per di più mezza moribonda.”

Non è solo a lui che sto pensando. È l’intera razza, l’intera dannata specie. Che cosa si dirà dopo? Oh, sì, c’erano i grizzly a quei tempi? C’era Ephraim. Avresti dovuto vederlo.”

Tutto questo non aiuta quell’orso.”

Summers si alzò e porse il suo fucile a Higgins. “Tienilo d’occhio. Non si sa mai.”

Tornò dai cavalli e prese un vecchio secchio da una delle sacche. Trovò un punto nel terreno dove si notava un’infiltrazione d’acqua, vi affondò il secchio e lo riempì.

Preparati a sparare” disse a Higgins al suo ritorno. “C’è una minima possibilità che sia necessario.”

Si avvicinò lentamente alla testa dell’orso e la spruzzò d’acqua.

Nessuna reazione. Così iniziò a versare l’acqua piano.

Dopo un po’, l’animale tirò fuori la lingua e cominciò a leccare, poi a leccare di nuovo.

Summers tornò nella buca che aveva scavato e riempì un’altra volta il secchio. Poi si fermò vicino ai cavalli per prendere un pezzo della coscia del cervo a cui aveva sparato la sera prima.

Higgins rimase in silenzio, immobile con il fucile in mano.

Summers posò il secchio pieno e la coscia di cervo. Si voltò verso Higgins. “Torniamo dove eravamo. È un buon giorno per fare il bucato.”

Mentre tornavano dai cavalli, Summers si sentiva addosso lo sguardo di Higgins. Stava parlando tra sé e sé: “Tutto questo è una follia. Sei un uccello raro, Dick Summers.”

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