Benvenuto su Satisfiction   Click to listen highlighted text! Benvenuto su Satisfiction

Lorenza Ghinelli. La stirpe e il sangue

Home / Recensioni / Lorenza Ghinelli. La stirpe e il sangue

Di Divoratori e bunny-killer, di incubi del subconscio e mostri della carne in generale, la scrittrice cesenate è penna tra le più prolifiche che io conosca. Attenta osservatrice e narratrice di quel confine oscuro che tanto attira e ammalia l’animale (dis)umano, Lorenza Ghinelli, nei suoi quindici anni di creazioni, ha dimostrato una capacità immaginativa che solo chi ha mani e cuore continuamente impastate nel limo umano, sa gestire con la dovuta cognizione.

Ci sono però diversi aspetti che contraddistinguono questa nuova uscita, La stirpe e il sangue, edita da Bompiani, rispetto alle sue precedenti pubblicazioni. In primis il formato: quello che ci si porta a casa a questo giro non è un semplice libro ma un meraviglioso volume cartonato e corredato dalle splendide illustrazioni di Darkam, un’illustratrice che negli ultimi anni ha saputo farsi riconoscere grazie ad un tratto riconoscibile e profondamente iconico. Vidi alcune sue tavole in mostra a Bologna e ancora ricordo nitidamente l’intensità dei suoi neri e le infinite nervature corvine che attraversano i soggetti delle sue opere e che in questo libro acquisiscono una nuova chiave di lettura. Le immagini che introducono e accompagnano ogni capitolo nel romanzo della Ghinelli infatti non sono semplici riempitivi, bensì tavole intrise di un’anima cannibale che sembra lavorare in perfetta simbiosi con i tormenti e le atmosfere imbastite dalla scrittrice.

A questo giro di incubi però, Lorenza decide di abbandonare l’orrore contemporaneo per dedicarsi alla memoria di una delle figure più iconiche, temute, idolatrate e affascinanti della letteratura di genere: Dracula. Ci troviamo quindi nel 1442 in Valacchia, Romania.

L’esercito ottomano al comando di Murad II è alle porte del villaggio e Milos, padre del neonato Radu, non vuole darsi pena per quella creatura debole e malata che sembra arrivata nella loro famiglia con il peso e il tempismo della peggior condanna. L’uomo è convinto che l’unica soluzione sensata sia abbandonarlo nel bosco ma sua moglie Maria e la piccola sorellina Anna non vogliono consegnare alla morte quell’esserino che è parte e martirio del loro stesso sangue. L’unico modo per sopravvivere resta quindi la fuga, un fuoco che possa tenerle al caldo e il loro legame, la cosa più preziosa. Ma nella foresta c’è qualcosa di più pericoloso e affamato delle bestie selvatiche. Dopo una notte in balìa dei crampi e l’attacco di un’orsa mossa dal loro stesso bisogno di cibo, le due donne e il piccolo verranno recuperate da un gruppo di cacciatori e portate a forza in una cittadina a Nordovest di Sârgsor, nella casa di Nicola di Târgoviște. In questa dimora di oppressione e abusi, luogo di sottomissione per ogni donna che abbia la sciagura di mettervi piede, madre e figlia scopriranno che l’efferatezza dei lupi e degli orsi impallidisce dinanzi a quella degli uomini.

Lorenza Ghinelli si affida alla fiaba ma il messaggio si amplia e travalica l’iconografia per raccontare le fatiche di una generazione di donne che hanno scelto lo scontro alla resa, in una famiglia patriarcale in cui i figli si rivelano peggio dei padri.

Un tributo all’istinto di sopravvivenza che trasforma in belve quando attorno non si hanno altro che bestie e qualsiasi decisione diventa quindi lecita, qualsiasi violenza ammessa, pur di proteggersi e proteggere la propria stirpe.

Il sangue è presenza costante in un testo la cui prosa granitica dimostra ancora una volta il talento e la continua evoluzione di una penna che non smette di mettersi in gioco e, così facendo, migliorare a ogni uscita.

Lorenza, alla sua decima prova, ci consegna un testo breve, cristallizzato da una prosa capace di dipingere scenari in poche frasi, levigate come il marmo più pregiato, le cui venature accolgono un senso di tragica epicità che spesso sfocia nella pura poesia. Ci si ritrova con il desiderio di centellinare pagine e parole, soppesando quell’aura nera di continua minaccia che pervade ogni paragrafo, mentre sottili scie corvine si intrecciano tra parole e immagini, dando vita a un affresco in cui l’immaginazione si fonde con il mito collettivo.

Il consiglio è di approcciarsi a questo libro abbandonando l’idea di ritrovarsi dentro una storia di vampiri (che nel testo non vengono volutamente citati) ma in un’opera ben più stratificata, modellata a quattro mani con l’intento preciso di dare luce alle ombre.

Se esiste un Dio, un demone o una maledizione, in queste pagine non v’è traccia e neppure il bisogno: resta il tributo alla sopravvivenza, la necessità di mordere la carne e farsi strada nella selva dei corpi, risalire in superficie, ribellarsi, quando le zanne dell’oppressore si fanno sbarre per l’oppresso.

Stefano Bonazzi

#

La stirpe e il sangue

Lorenza Ghinelli

Bompiani

18,00 euro — 176 pagine

Click to listen highlighted text!