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Marco Marrucci. Novena

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Ma ciò che stava maturando non era subordinato a quel genere di affanni o patologie che guastano la quotidianità delle esplorazioni antartiche e che la medicina e la tecnica sanno ormai fronteggiare con ampio margine di vittoria. Assomigliava piuttosto al riflesso di una superstizione. A un incubo, a un terrore antico. La Npaura infantile di scendere in cantina o di indovinare un fruscio sotto le lenzuola. Sarebbe potuto iniziare in qualsiasi modo, ma per quanto riguarda me il battesimo fu la calligrafia estranea sul quaderno di glaciologia.

Questo è un estratto di “Noi che restiamo a Palmer” primo racconto di Novena (2021, Racconti Edizioni) il nuovo libro di Marco Marrucci pubblicato da Racconti Edizioni e rappresenta pienamente l’obbiettivo dell’autore: quello di indagare una sensazione non chiara, volteggiare intorno a una percezione, provare a capirla anche quando è troppo tardi.

Succede questo nei nove racconti presenti in Novena dove i protagonisti vivono situazioni molto diverse ma tutte intime e spesso claustrofobiche, si passa dal polo sud dove “i giorni sono crepuscoli di quattro ore” o in una caccia all’ ovejocoguar da parte di un infiltrato della DEA in mezzo a dei narcotrafficanti messicani, dal mondo del corpo di ballo di San Pietroburgo alla cena di due fidanzati che chiedono ad un amico di fare da testimone fino ad arrivare a dei “fogli rinvenuti in una gabbia per cani”.

Marco Marrucci continua il percorso narrativo iniziato con “Ovunque sulla terra gli uomini” (2018, Racconti Edizioni) il suo esordio letterario che gli ha fatto vincere il Premio Settembrini nel 2019 e il Premio Ceppo Under 35 nel 2020. C’è infatti lo stesso stile e la stessa scelta di luoghi e ambientazioni lontane e misteriose.

Nei due romanzi è chiara anche l’influenza di una certa narrativa sudamericana (Julio Cortàzar, Borges e Roberto Bolano) ma a differenza loro in Marrucci c’è una ricerca assidua e cavillosa del lessico italiano usando con disinvoltura termini desueti che rendono la sua scrittura inqueta e perfettamente coerente con le sue trame oscure e originali.

Leggendo Marco Meucci si ha la sensazione di entrare in un’atmosfera lontana e surreale ma che riesce a toccare qualcosa di intimo e sommerso.

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