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Piergiuseppe Zanardi. Inediti

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Ultimo appuntamento con l’angolo della poesia. Tappeto rosso per Piergiuseppe Zanardi a mio parere uno dei migliori poeti coevi in assoluto e persona di altissimo profilo umano e culturale.  Buona lettura.

Oliviero Malaspina

#

IL VENTO DI DOMANI

Verranno i giorni
verranno gli anni e il tempo
che resteranno chiusi anche i cancelli

e il tuo nome
questa mia terra e i fiumi
saranno mari che non conosceremo.

Io rivedrò
pianure coltivate
dove l’aratro ha passato la sua lama

saprò guardare
di là da questi solchi
le lontananze di sogni e desideri.

E sarai qui
come la notte ieri
col primo tocco della rugiada bruna.

Sarai fortuna
sarai dolore e vento
ma chiamerò il tuo nome all’infinito

finché il mio fiato
che sarà dolce e lieve
come questa gioventù sarà finito.

#

ALBEDO

La tamerice salmastra si sposa col mare

quando la luna s’attarda sui frangiflutti

e scolorite salsedini sui bagnasciuga

tingono il cielo di viola selvatica amara.

Tu sei cristallo che scioglie la bruma e la schiuma

nella tua ultima e azzurra libidine chiara.

#

TRANSITO

 

Una notte di nebbia

fitta e vespertina

cala sul campanile di Santa Croce.

 

Fuochi ed incensi meticolose luci

livide zolle confuse

con l’olio del mare

 

e tu guerriero di sabbia celeste e cartone

sei qui con l’alba nelle tasche

ad aspettare.

 

Non in alto nei cielo

immagini liberi voli

desiderio d’amore innocente che va a naufragare.

 

#

FUNAMBOLO TRISTE

 

Le luci spente di Varosia sono fumo

sono sogni diventati notti nere

infiniti crepuscoli di pianto

infelicità perse nel vento.

 

Io vedo lunghe frastagliate cordigliere

dove prima c’era il bosco degli ontani

il profumo d’alabastro e ciminiere

che si perdono sul parallelo spento.

 

Punta Dufour si sta sciogliendo fra le mani

la neve si fa lucciola d’agosto

coriandoli che scendono in frantumi

gocce di vetro le memorie d’altra vita.

 

Malá Strana si traveste quando è sera

e Calafuria raccoglie onde sonore

ma sotto quella cenere c’è il fuoco

che si stempera sull’anima ferita.

 

Cadono pietre e rinasce a nuova luna

questa notte solitaria ed infinita

questa mia notte che sfioro con le dita

questa tua notte che è già memoria antica.

#

Piergiuseppe Zanardi

Classe 55, nato in un paese di montagna dell’Appennino Pavese, ha vissuto la sua infanzia fra campi di grano, mucche al pascolo, arcobaleni e boschi di querce e pinete fino ad assorbirne l’odore e la capacità di stagionatura.

Diplomatosi insegnante ha frequentato biblioteche e librerie fino al punto da entrarci come commesso e poi responsabile di gestione in quel di Milano, precisamente in Galleria alla Garzanti.

Lasciato il lavoro di libraio si è spostato sull’editoria specialistica di musica classica scrivendo, recensendo e intervistando artisti del piano, della bacchetta, del canto su riviste come PianoTime, Musicalia ecc. Collezionando anche un numero consistente di cd musicali di alto contenuto artistico.

Ha insegnato per una decina in una scuola professionale, sempre a Milano, italiano agli stranieri, di quelli arrivati con mezzi di fortuna e che non avevano permessi di soggiorno o documenti validi per poter lavorare e nemmeno frequentare scuole pubbliche.

Attualmente in pensione, ripercorre le letture fatte in gioventù per ritrovare quel senso di sublime e di straordinario che lo aveva convinto a scrivere poesie, rintracciando i semi dispersi nel tempo e che si riadagiano voluttuosamente sugli ultimi scritti composti in quest’ultimo periodo del suo girovagare intorno alla vita.

E questo è quanto si può dire di lui che possa interessare a qualcuno.

 

 

 

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