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Carie. Intervista alla redazione

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Carie non è una semplice rivista, è un gruppo di nove appassionati! Quando li ho conosciuti non potevo immaginare persone più diverse tra loro, più entusiaste e più curiose. Credo che sia questa la loro più grande forza e lo potete capire anche da come hanno risposto alle domande qui sotto:

Cosa ti/vi ha spinto a creare una rivista letteraria? E quanto tempo fa è successo?

Novembre 2015. Ilaria, igienista dentale, parla con Davide sdraiato sul riunito del suo studio (sì, proprio lì in quel posto orribile dove si subiscono torture odontoiatriche). Davide si lamenta della scarsa qualità delle riviste nella sala d’attesa. Entrambi convengono sul fatto che il livello di letture offerte potrebbe migliorare. Ma come?

Facciamo una rivista letteraria, facciamo leggere i pazienti!” – dice Davide – “Magari ci buttiamo dentro anche Pia che potrebbe curare la parte delle illustrazioni”. E Carie fu.

Destino volle che Manuela, Roberta e Giorgio avessero appena seguito una fatidica lezione sulle riviste letterarie da Zandegù e si unissero subito ai due. Poi si aggiunse Paolo e per finire a giugno 2016, durante la presentazione del romanzo di Elena Varvello, è stata contagiata dal virus anche Giulia. In ultimo, stufo di aprire solo bottiglie di vino e servire patatine durante le riunioni di redazione, è stato eletto redattore e nominato social media manager anche il mitico Ciardo.

Il nome Carie (la rivista che va alla polpa) è venuto quasi da solo: poiché ci piace la “letteratura feroce” (cit. Manuela) e la rivista è nata su un riunito.

Prova a definire la tua/vostra rivista in poche parole.

È una rivista on-line gratuita di racconti (no recensioni, no poesie, no altro), tutti illustrati ognuno da un autore diverso, di lunghezza inferiore alle 15.000 battute spazi inclusi. Testi da leggere quasi in un lampo. Ma che, come il lampo o la carie, lascino un segno. Uno qualsiasi.

Quanti numeri sono già stati pubblicati e quando uscirà il prossimo?

Al momento sul sito sono disponibili sei numeri. Il numero 0 è stato pubblicato il 15 ottobre 2016, (anniversario della nascita Italo di Calvino) e il numero 6 è in preparazione, ma parallelamente stiamo lavorando un numero specialissimo (il nostro primo speciale) in cui tutte le illustrazioni verranno realizzate dagli allievi della scuola di illustrazione Mimaster.

Cosa cercate e pubblicate? Racconti, estratti, poesie? Hai/Avete un genere o delle regole precise?

Abbiamo fatto una scelta molto chiara, pubblichiamo solo racconti. Ci piacciono di tutti i generi letterari, purché ben scritti (secondo il parere della redazione). Possono essere anche già editi (secondo il principio che magari sono stati pubblicati su spazi non estremamente visibili ma che sono così belli che è corretto rifarli girare e dar loro e agli autori la giusta e meritata visibilità). I racconti restano proprietà degli autori e, in ogni caso (inedito o edito), chiediamo di firmare una liberatoria per la tutela di tutti.

Cosa deve fare un autore per convincerti/vi a pubblicare un suo lavoro?

Scrivere bene. E colpirci con qualcosa di particolare. La redazione è composta da tante persone con gusti diversissimi. Il denominatore comune è, secondo noi, la tecnica di scrittura (che deve essere curata) a cui si deve aggiungere la capacità di interessarci con la trama. L’autore deve anche essere aperto a rivedere potenziali parti “deboli” del suo racconto e accettare l’eventuale editing da fare assieme alla redazione. Che non è una punizione ma un modo serio di confrontarsi con dei lettori forti: noi ci mettiamo del tempo e molta passione, per avere un risultato finale migliore sia per Carie sia per l’autore. Secondo il nostro pensiero.

Pubblicate anche in cartaceo? Se sì, dove si può trovare la tua/vostra rivista?

Per adesso no e fino a quando non spunterà un super sponsor la stampa non è in programma (ecco, ci fosse qualche magnate interessato) perché vogliamo che la rivista resti gratuita. Abbiamo un sito con tutti i numeri che si possono leggere on-line oppure scaricare nella versione in .pdf. Forse non è molto ecologico ma se un nostro lettore ama la carta può stampare il pdf e avere una copia cartacea fatta in casa ma di buona qualità grafica.

Comunque non siamo contrari alla stampa: è che è troppo costosa (ecco, se il mecenate di cui sopra volesse proprio sponsorizzare un paio di numeri…).

Finora ci siamo autofinanziati per stampare un numero limitato di copie che diamo agli scrittori e illustratori che hanno collaborato al singolo numero, perché hanno aderito al progetto regalandoci il loro lavoro, il loro tempo, la loro creatività. Domani chissà, potreste trovare Carie in libreria (ma sempre gratuita, però). Un po’ è il nostro sogno nel cassetto.

Qual è la soddisfazione maggiore o inaspettata che ti/vi ha dato la tua/vostra rivista?

Ancora prima di uscire con il primo numero un sacco di persone già ci seguivano sui social. Ci invitavano a presentazioni alle quali parlavamo del nostro progetto ancora in fieri, facevano girare il nostro nome. Noi avevamo creato Carie sì, per la sala di aspetto di Ilaria, ma soprattutto per divertirci alle riunioni di redazione con la nostra passione per la lettura e la scrittura. Invece Carie stava già interessando e appassionando un numero inatteso di persone. Intanto già da subito iniziavano ad arrivare tantissimi racconti (ora abbiamo superato i 700), e spesso da autori anche affermati. Ecco, questo non ce lo aspettavamo proprio, sebbene lo sperassimo.

Cos’è che ti/vi ha fatto davvero cascare le braccia?

Alcuni racconti che sono arrivati (e NON diremo MAI QUALI!!!) non sono proprio, come dire: belli belli. Ma un po’ lo si mette nel conto. A volte qualcuno non ha apprezzato la risposta che mandiamo quando arriva un nuovo racconto. È una risposta standard il cui senso è: “Ciao, siamo una redazione, anche se ci dedichiamo con passione alla rivista devi dare il tempo a tutti noi di leggerti e poi di trovarci per decidere sul destino del tuo racconto. Dacci un po’ di tempo, abbi pietà”. Qualcuno l’ha presa male. Pazienza.

Ah, nella nostra “top five” abbiamo anche avuto un “lei non sa chi sono io! Cercatemi su Google” che ci ha fatto davvero ridere tanto.

Cosa ti/vi spinge ad andare avanti in questa attività così poco (o per nulla) produttiva?

Il fatto è che ci divertiamo un mondo! Alle riunioni si va di vino e cibo in quantità importante! E il momento più brutto è quando la riunione di redazione finisce. Ma le nuove tecnologie aiutano. I nostri 60 e più messaggi al giorno nella chat di WhatsApp tengono il morale alto e i cariati connessi fino alla successiva riunione. E poi, diciamolo, sapere che abbiamo un pubblico, che la gente ci legge e che si emoziona per i racconti che abbiamo scelto, be’ questa cosa qui è un buon carburante.

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