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Luca Sommi. Il cammin di nostra vita. Viaggio nella Divina commedia

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A circa un mese dal Dantedì del 25 marzo 2021, settecento anni dopo la morte a Ravenna del Sommo Poeta, esce per Baldini+Castoldi l’agile testo di Luca Sommi, Il cammin di nostra vita.

Il giornalista, nella sua casa romana, sotto pandemia riprende il mano il testo dantesco e crea una guida alla lettura dello stesso, orientandosi/ci con disinvoltura dentro «il più articolato enigma della storia della letteratura», proponendo una sintesi di ciascun canto con parafrasi delle terzine più note.

L’opera vuole avere una funzione divulgativa presso il grande pubblico, non essendo un testo di critica ma una lettura serena, che potrebbe essere utilizzata soprattutto nelle scuole.

Il nutrito ma agile volume, offre difatti al lettore l’occasione di ripercorrere il viaggio di Dante nei tre regni, in cerca della vera libertà. Quella che nasce dalla conquista della vera essenza, del proprio Sé, come una perla rara estratta dal fango.

«Libertà va cercando, ch’è sì cara» spiega Virgilio a Catone (Purgatorio, canto I); «Libero, dritto e sano è tuo arbitrio… te sovra te corono e mitrio» sono le solenni parole di congedo del maestro all’allievo che, ormai libero da pesi e tenebre, non ha più bisogno di lui (Purgatorio, canto XXVII).

Ogni nostra vita è una ricerca e Dante è tutti noi.

Tutti ci siamo smarriti, almeno una volta, nella “selva oscura”, obnubilati dal torpore dell’anima. Ci siamo chiesti chi siamo, quale direzione vogliamo far prendere alla nostra vita, ci siamo chiesti «pour qui, pour quoi», per dirla con le parole di una canzone francese, ossia che senso ha tutto questo.

Il viaggio di Dante può aiutarci a non sentirci soli mentre cerchiamo la nostra strada. In fondo al buio, al dolore, allo strazio, cerchiamo le stelle, il colle, la luce.

Tutti abbiamo paura di non farcela a uscire dal nostro inferno, tutti abbiamo i nostri demoni odiosi e scurrili che vogliono impedirci di continuare il viaggio, le nostre Meduse che vogliono pietrificarci nel terrore.

Tutti ci possiamo lasciar avvolgere dagli accorati rimpianti per le vite distrutte, gli amori violentati dalle ingiustizie dei potenti. «Amor, ch’a nullo amato amar perdona…»; «Quali colombe dal desio chiamate…». È il canto V dell’Inferno, uno dei più struggenti del poema. Paolo e Francesca, trascinati per sempre dalla bufera, anelano al nido, alla pace, alla quiete.

Luca Sommi dedica a questo canto tre pagine di commento, evidenziandone i punti focali: «sono la ravennate Francesca da Polenta, splendida, e il riminese Paolo Malatesta, bellissimo. Problema: lei in vita era maritata con Gianciotto Malatesta, fratello di Paolo. Sono, insomma, due cognati. Svolgimento del peccato: i due stavano leggendo un romanzo erotico-cavalleresco insieme, soli e senz’essere turbati dal minimo presentimento. Però, all’improvviso, arriva il bacio, ineluttabile. E con il bacio, sfortuna, irrompe il marito e li trafigge in flagranza, infilzandoli in un sol colpo».

Ecco come la scrive Dante, con gli otto versi forse tra i più famosi della poesia occidentale: «Amor, che al cor gentil ratto s’apprende/prese costui della bella persona/ che mi fu tolta; e il modo ancor m’offende./Amor, ch’a nullo amato amar perdona,/mi prese del costui piacer sì forte,/che, come vedi, ancor non mi abbandona./Amor condusse noi ad una morte:/Caina attende chi a vita ci spense».

Ma il viaggio deve continuare, anche se Dante scrive «e caddi come un corpo morto cade» a causa della “trestizia” che gli strazia il cuore, di fronte alla pena dei due cognati.

Non ci si può fermare per nessun motivo se si vuole arrivare fino in fondo alle tenebre per andare, oltre le tenebre, «a riveder le stelle».

Non a caso, ogni cantica termina con la parola “stelle”, che è anche sinonimo di bellezza e di purezza.

Il libro di Sommi ci accompagna con chiarezza e semplicità nel cammino dantesco, rendendo abbordabili anche i passi più ardui.

Per questo risulta un testo utile per chi voglia rileggere la mirabile opera dantesca e trovare, al di là dei simboli, la sua Beatrice, la sua “candida rosa”.

Giovanna Albi

Recensione al libro Il cammin di nostra vita. Viaggio nella Divina commedia di Luca Sommi, Baldini+Castoldi 2021, pagg. 381, € 20,00

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