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Orecchie*

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Tu tienimi
e io mi trasformerò in meraviglia,
tra le tue mani,
al caldo,
quel caldo che di notte
fa crescere il grano.
Porta
il corpo amato,
come vita segreta –
preservata –
sotto lo spesso ghiaccio
della memoria.
Tu tienimi
come guscio di noce
nel pugno
fessura tra i mondi.
C’è silenzio tra te e me
c’è perla.
Ti tengo.

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E poi le mani
si sono lavate
si sono sdraiate
in grembo
hanno dormito
percorse dal tempo
si sono salvate
una sull’altra
custodia di gesti.
 
Se non ti tengo,
avvolgi le dita di luce,
fai il pugno,
tu resta.
 
 
 
 

(da Chandra Livia Candiani, La bambina pugile, ovvero La precisione dell’amore, Einaudi)

Come faccio a vedere il mio premio? Voglio vederlo. Al Baghetta è andata così che arriviamo a casa di db e era tutta piena di amici suoi, io non conoscevo nessuno, sua moglie mi vede e mi dà due baci. Subito. Ha un gatto che sembra averle prese ma si chiama Salmì, mi offre subito la gola. Lo gratto. Fa ron ron-ù. Ci accompagna db alla serata nel castello di Solza e carica in macchina un’enorme pentola con la minestra per tutti. Io sono visionaria si sa, ma sto vedendo proprio quello che succede. Lui guida in corsia d’emergenza perché dice che l’Andrea se no cosa pensa dove sono finite le poetesse. Gli dico che ho avuto la polmonite. Appena arrivati manda me e Vivian nel ristorante che è in una sala per vecchi e dunque caldissima per la mia polmonite. Ci sono persone con le facce nude e sorridono e fanno domande. Si mangia e poi legge Vivian perché mi fa strada e poi io e ho paura e dico mi spiace sono tutte poesie sulla morte e a tavola… mi applaudono a ogni poesia. C’è un sindaco donna che cita il mio verso “vorrei essere l’acqua in cui tu nuoti” e dice: “vorrei essere l’acqua in cui far nuotare i poeti perché da bambina volevo fare il poeta ma scrivevo bruttissime poesie, allora faccio il sindaco”. Mi ha accompagnato fin sotto casa una coppia gentilissima che ha aspettato fino a che non fossi proprio entrata tutta nel portone prima di ripartire. Io ero certissima di non vincere perché quelli che non hanno amici che contano e pubblicano con piccole case editrici non vincono mai e me l’aveva detto anche la mia editrice: “Non vinci non vinci” e infatti la sera del premio ho preso un impegno e così non ci sono potuta andare. Due motivazioni al voto che ho letto sono state: “Mi ricorda Anna Frank” e l’altra: “Perché il tè con i morti l’ha bevuto davvero e poi è tornata a raccontarcelo”. Tutti e due hanno visto che sono una sopravvissuta. Ma soprattutto io con questo premio Baghetta ho trovato un amico: Andrea. È una cosa molto rara trovare un amico. Cos’è un premio serio? Io lo so, quello in cui vincono le case editrici importanti, si mangia poco o niente e si fa sentire a tutti che noi di amici non ne abbiamo bisogno, ne abbiamo già tanti e molto più importanti di loro. Ecco, l’ho vissuto così.              

Chandra
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Alla 2a ediz. del Premio Baghetta (castello Colleoni di Solza, marzo-aprile 2008, v. qui https://www.youtube.com/watch?v=YkVss0rycW8) il libro d’oro/legno massiccio (by Pietro Spica) è andato a Chandra; 2a classificata Vivian Lamarque, 3a Elisa Biagini.

*Nuova rubrica di poesia: le orecchie sono quelle dell’ascolto, del mercante, del vangelo e soprattutto delle pagine – ovviamente due, tra umani. La particolarità di codeste è che, invece di farle sui suoi, Dario Borso le fa sui libri nuovi che compulsa in libreria. Ne vengono: dei segnalibro per l’ignoto/ignaro acquirente lì e dei passaparola qui – due azioni poetiche in uno, ovviamente gratuite. Dulcis chissà ma in fundo, db appende alle orecchie dei cotillon a piacere.
(Bibliografia qui http://www.dumont-buchverlag.de/buch/Lea__Kutz_Eselsohren/12846 e qui https://www.youtube.com/watch?v=ObzhP769Hf8 ).

 

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