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Vengo a noi a me stesso a leggere queste cose

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Dopo anni, ma tanti anni, mi tornano in sogno alcuni versi che da giovane ho letto centinaia di volte, ora indelebili nella mia memoria, – sono persuaso che ho letto troppa poesia per scriverne – stanotte per esempio è venuto autoinvitato, non lo sentivo da qualche anno, Vladimir Holan con un libro che si intitola “Una notte con Amleto una notte con Ofelia” (tradotto da Angelo Maria Ripellino e Ela Ripellino Hlochovà) mi ha portato il primo verso:

“Se un uomo non si sente perduto, è perduto”

Se un uomo non si sente perduto, è perduto

a tutto ciò che si svolge negli altri

e che avviene in lui.

Così perduto, egli scrive una lettera e una busta

e la suggella e vi sottolinea : Aprire dopo la mia morte!

Ma esser perduti e resistere e avere

la luna nel libro e la notte soltanto nel leggerlo,

non conoscere né fine né margine a se stessi,

non essere soli, ma essere perduti,

è come se la propria pena ed un’altra, di estranei,

generassero un terzo cuore…

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