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Nel rimorso che proveremo. Intervista a Piero Malagoli

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Buon inizio di anno amici di Satisfiction.  Questa settimana per Le Tre Domande del Libraio raccontiamo un libro uscito per Edizioni Spartaco il 15 dicembre scorso dal titolo “Nel rimorso che proveremo” e scritto dallo scrittore modenese Piero Malagoli. Appassionato di arte contemporanea e letteratura americana, Piero Malagoli torna con questo romanzo dopo il successo di “E avrai sempre una casa” pubblicato sempre da Edizioni Spartaco nel 2019.

Antonello Saiz 

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Piero ci vuoi raccontare il tuo percorso nel mondo della scrittura e come sei arrivato alla casa editrice campana Spartaco Edizioni?

Coltivando grandi passioni come pittura e letteratura, risulta inevitabile che, prima o poi, si avverta il bisogno di entrare attivamente in quei mondi che ci affascinano. Se nel campo pittorico posso vantare una discreta manualità fine a se stessa, in quanto non sostenuta da idee originali, nella scrittura ho avuto subito positivi riscontri da numerosi concorsi vinti con racconti brevi che sfornavo con relativa facilità. Le influenze letterarie derivatemi dalle letture (soprattutto narrativa americana) si sono via via integrate con la mia tecnica di scrittura, creando quello che nel tempo sta diventando il mio “stile”, sia per quanto riguarda le trame che il linguaggio narrativo.Credo che l’estrema varietà della tipologia delle storie proposte rappresenti un mio marchio distintivo. Questo mi permette di rinnovare continuamente l’interesse dei lettori, obbligandomi però a ricreare ogni volta un nuovo mondo, con rinnovate motivazioni. Ogni volta un salto nel vuoto. Per questo ho continuato, con reciproca soddisfazione, la collaborazione con Spartaco Edizioni pubblicando con loro un secondo romanzo (il terzo della mia carriera letteraria). Dopo gli ottimi risultati di “E avrai sempre una casa” abbiamo lavorato su “Nel rimorso che proveremo” con la determinazione a non perdere un briciolo di quella forza narrativa che aveva fatto apprezzare il precedente romanzo. Con l’editing di Tiziana Di Monaco e il costante appoggio del fratello Ugo ha preso forma una storia potente che mi ha soddisfatto in pieno. Per l’ottimo rapporto creatosi con l’editore (imprescindibile valore aggiunto per la buona riuscita del libro) devo ringraziare l’agenzia letteraria Edelweiss, e specificatamente Andrea Carnevale, che da anni mi segue con impegno costante.

 All’interno del romanzo “Nel rimorso che proveremo ” ogni vita è una storia, ogni nome un capitolo, ogni pagina un fremito al cuore e un gancio in pieno viso. Ci vuoi portare tra le pagine del romanzo e raccontarci nel dettaglio la storia e i personaggi che lo animano.

Nel cuore della campagna emiliana, durante gli ultimi diciotto mesi della seconda guerra mondiale, Padre Sebastiano, un parroco di campagna la cui vocazione viene messa alla prova dalla barbarie del conflitto, decide di non piegarsi alla narrazione d’odio che impone di schierarsi da una parte o dall’altra. Fedele ai suoi voti che impongono di sostenere moralmente chiunque gli si rivolga travalica i limiti della prudenza gettandosi anima e corpo a servizio di un’umanità dolente e sfiduciata. In un continuo dualismo col medico del paese, suo alter-ego agnostico e votato alla scienza, scava dentro se stesso nell’impossibile impresa di trovare risposte alle follie a cui giornalmente assiste. Definisco questo romanzo come pura narrativa, pur nel contesto storico in cui si sviluppa, in quanto indaga le reazioni umane in circostanze estreme come quelle di un conflitto armato. Cosa passa per la testa di una donna che col suo bambino attende un bombardamento in un rifugio antiaereo? Quale tormentoso dilemma affronterà un partigiano nel tendere un’imboscata che sarà vendicata con l’uccisione di innocenti tra cui potrebbero annoverarsi suoi amici o parenti? Questi sentimenti, comuni agli esseri umani in quanto tali, sono il pane quotidiano di Padre Sebastiano, eroe suo malgrado. Tanto disperato da realizzare che solo aiutando chi se la passa peggio di lui può trarre lenimento alla sua prostrazione.

Un romanzo, abbiamo visto, che abbraccia un’umanità varia e dolente. Ti va di portarci nel dietro le quinte della lavorazione di questo romanzo?

Normalmente sono due le modalità con cui mi approccio alla costruzione di un nuovo romanzo. La prima presume l’identificazione di un tema di fondo già tracciato. Un argomento forte, che mi ha sedotto e che foglio sviscerare con una trama e personaggi creati ad hoc.
Nel caso del nuovo romanzo, invece, avevo in mente protagonisti già ben delineati, invischiati in torbide vicende, ma principi fondanti appena abbozzati. In questo caso occorre pazienza e fiducia. Sapevo che quei personaggi stavano tentando di dirmi qualcosa. Li tenevo lì, dentro i miei taccuini di appunti, avevo persino le loro facce abbozzate in schizzi a matita o in fotografie casuali rinvenute in rete. Aspettavo un segnale. La svolta è arrivata imbattendomi in scritti illuminanti su un argomento poco edificante che solitamente si tende a evitare: l’odio.
Dalle pagine di Sartre, Freud e Sternberg sui meccanismi della genesi e la proliferazione dell’odio i miei personaggi hanno tratto forza, animandosi, trovando ognuno una precisa collocazione e una profondità sconosciute prima. In quel momento, se quello che ami è narrare, capisci di avere la storia e scrivere diventa l’unica cosa possibile.

Buone Letture per questo 2024 a partire dal libro di Piero Malagoli, Nel rimorso che proveremo.

Antonello Saiz

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