È una cosmogonia umanistica che interpreta il principio primordiale del linguaggio, Khaos e Limite di Domenico Frontera (Il volo di Esterina Emersioni Edizioni, 2020 pp. 85 € 12.5. È un’opera poetica dilatata intorno all’abisso, nel buio interiore dell’anima, orientata verso la scomposizione e lo sconvolgimento delle passioni e delle contraddizioni della vita umana.
Il poeta, avvolto nello smarrimento e nel disincanto, rivela il disorientamento dei tormenti, divulgando il senso di angosciante inquietudine che logora il vuoto esistenziale e la delusione morale.
I versi includono il contenuto speculativo degli elementi di ispirazione come l’equilibrio e la regola della ragionevolezza, ma evidenziano anche la visione negativa ed ostile del mondo, l’incapacità dell’uomo a conferire un significato profondo nella terra desolata delle parole, nei labirinti della riflessione e nella sensazione di solitudine. Il perturbamento occupa la superficie dello spazio intimo e identifica il tempo della disperazione con il disordine originario.
Domenico Frontera esamina in modo minuzioso e approfondito il disinganno, i tratti della materia filosofica, la razionalità che nega l’autenticità spirituale del presente, gli impulsi influenzati dal coinvolgimento inconscio e concentra nei versi il movimento psichico dell’afflizione, la considerazione della paura, la freddezza del castigo e della colpa, la consapevolezza del bene e del male.
L’umanità, scossa dall’assurda e macabra insensatezza dell’incoscienza, contempla la debolezza malinconica dell’indifferenza e della rinuncia, isolando i frammenti del distacco. Frontera conosce il timore immutabile della mancanza e del presagio, affronta il senso di abbandono nel dissidio inesorabile di ogni attrito, nell’attesa dell’inevitabile estinzione dei sentimenti. I versi ammettono la possibilità di ogni orizzonte, ma cedono allo spietato rigore della predestinazione dell’assenza e invadono la valenza ontologica del nulla.
La responsabilità etica di chi scrive riceve l’efficacia dello stile, l’energia accogliente di chi rivolge la facoltà intellettiva alla direzione del sentire. L’unico cammino praticabile è quello in cui si condivide la sensibilità e si riesce a essere sempre più umanamente comprensivi. La silloge misura il trascorrere di un “tempo assiale” dell’interpretazione poetica, diventa il palcoscenico delle forme di continuità nella vita e determina il senso radicato dell’esistenza, stima l’estensione della propria unità emotiva.
Oltre ogni nostalgia dolorosa, il poeta conduce una lotta permanente per un ideale, fronteggia gli impedimenti tra realismo e inconsistenza, resiste allo sconforto e contrasta il concetto di inadeguatezza con l’arte di saper valutare l’essenza delle cose. Il limite dell’intelletto ha il carattere rivelatore della capacità cognitiva, mentre l’unione comunicativa dell’intuizione associa la sostanza della verità con l’estremità delle sensazioni in continuo mutamento, in evoluzione intorno al confine della prospettiva, che divide orientamenti e distanze e giunto alla soglia dell’oscurità, sprigiona lo spirito dell’enigma.
Rita Bompadre
Recensione al libro Khaos e Limite di Domenico Frontera, Emersioni Edizioni 2020, pagg. 85, € 12
Di seguito alcuni testi tratti dal libro
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II
E mi sei passata oltre
come chiusa bellezza
dove il tempo è sentimento
e la distanza desiderio.
Non fu delirio che rubò innocenza
né la falce sul grano maturo
semplicemente sei e non sei
come tutto l’eterno
che si vela all’amore.
XXVIII
Il male e la bellezza
hanno l’ambiguità delle parole
chiudono gli occhi al silenzio
per non dovere testimoniare
che l’uno nell’altra insieme
sono lo stesso cielo e l’infinito.
LXXII
L’enigma della vita
non sta nelle parole
ma nell’origine del loro esserci.
Se ogni fiume
rimanesse un dittongo
se questo giardino
non avesse più nulla di umano
avremmo creato
dal nostro linguaggio
l’essenza e l’assenza
di tutte le cose.