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Ornella Sabia. Lettere da Omsk

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“Quanto vorrei mollare tutto e partire”.

La persona che coltiva una passione artistica, culturale, sportiva, o di altro genere, si trova spesso a godere di momenti di intima e genuina felicità, quando si verificano eventi significativi, si realizzano incontri straordinari, o ancora quando più frequentemente il postino o il corriere suonano al citofono e annunciano l’arrivo di un pacchetto, che non si fatica nel mio caso specifico a comprendere ancora prima di aprirlo che trattasi di un libro.

Tutto questo mi risulta succeda spesso anche nelle case editrici, specie medio-piccole, quando vengono consegnate in sede dalle tipografie, le prime copie stampate della novità in uscita. Lo testimoniano le numerose foto che popolano gli account Facebook in tali occasioni, e che fanno venire l’acquolina a noi lettori.

Succede qualcosa di simile nel romanzo di cui racconto oggi, Lettere da Omsk, scritto da Ornella Sabia e subito vincitore 2020 per la sezione e-book dell’importante Concorso “Io Scrittore” ideato e organizzato dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol, concorso che si conferma ogni anno grande contenitore di voci nuove del panorama letterario italiano, voci che ci auguriamo crescano, maturino e ci regalino i capolavori del futuro.

Scrittura, giornalismo e cultura nel senso più ampio sono il pane quotidiano dell’autrice, insieme alla passione per i viaggi, passione che geograficamente coincide con quella per la lettura di autori dell’Est, specie russi, su tutti Dostoevskij.

Romanzo itinerante, dall’Italia alla fredda Siberia, la storia di Lettere da Omsk vede protagonista Annarita, una zitella quarantenne che vive ancora con i genitori, rassegnata al susseguirsi piuttosto noioso delle giornate, “ormai” lontana dalle grandi svolte della vita.

Annarita lavora in una casa editrice, dove ha un ruolo marginale soprattutto per quanto riguarda il compenso percepito per redigere schede libro e recensioni, ma lei non ha grande ambizione a migliorare. Nonostante la nostra protagonista scarseggi di spirito combattivo, la svolta però si rivela inaspettatamente a portata di mano, non proprio dietro l’angolo, ma immediatamente disponibile se la si vuole far propria. E Annarita non cede all’attrazione. Si butta a pesce nella lettura di un manoscritto di 350 pagine, pervenuto in forma anonima in casa editrice, e si convince presto, a poche pagine dall’inizio della lettura, di conoscerne l’autore.

Tutto questo dà inizio a una vera e propria avventura che la porterà ad attraversare una “Nuova Europa”, siamo nel 2025 in un continente così pieno di muri da far sembrare Trump un pivello.

Annarita inizia un viaggio alla ricerca di conferme (alla ricerca dell’autore), alla ricerca di risposte (perché il racconto è stato inviato proprio a lei) e il manoscritto viaggia con lei trasformandosi esso stesso durante il viaggio, rivelando contenuti e scopi sorprendenti durante la lettura del resto delle pagine, e confermando il fascino di questo romanzo, dei libri che parlano di libri, un fatto che per molti lettori si configura come pura lib(r)idine.

Il cuore del viaggio è molto duro, contemporaneo ahimè, e speriamo che Lettere da Omsk come successo per tanti altri, non sia concreto presagio di reali eventi futuri.

Il percorso è duro perché consiste nel superare numerosi muri di cui sopra, che dividono il Blocco Centrale dal Blocco Mediterraneo, e questo da un altro, e l’altro da un altro ancora. Pensate che in questa Nuova Europa non volano più gli aerei, per problematiche che riguardano appunto il superamento-violazione di tutti questi nuovi drammatici confini.

Il viaggio è partito da Trieste, città di confine, città multicolore, multiforme, multi-tutto, città molto sfruttata e forse poco riconosciuta e premiata.

“Dei drammatici eventi passati ricordo solo gli insegnamenti. Uno di questi dice che le dittature sono tutte uguali, rosse o nere. Se non è l’uno, è l’altro colore. Sono monocromatiche, ecco perché si tratta della forma di sistema più sconveniente all’uomo: la vita è colorata.”

L’inizio del viaggio è anche l’inizio di una nuova vita per la nostra protagonista e non solo per lei, per tanti altri personaggi che verranno coinvolti. Annarita, che si ritiene “ormai” oltre le possibilità, oltre le opportunità, che ritiene di aver perso tutta una serie di treni della vita che le sono passati sotto il naso, insieme e grazie a numerose nuove persone che incontrerà, si appresta a rinascere, a ripartire, a riprendere coraggio. Subito, da Trieste, a seguito paradossalmente di un evento pessimo che le capita in città, e nonostante tutti gli aerei o quasi siano a terra (una situazione anche questa di drammatica contemporaneità), ecco che la sua storia personale, ecco che l’essenza del romanzo di Ornella Sabia, beneficia di un potentissimo decollo verticale, instradando l’intera storia verso una progressiva e inarrestabile crescita fino all’ultima pagina. Non ci sono più pause, dal terreno fertile della storia e grazie alla scrittura che cambia sensibilmente, germogliano domande, dubbi, smentite, pensieri profondi e gesti forti attraverso i quali con grande fatica e qualche piccola dose di fortuna seminata qua e là, si arriva a un inaspettato traguardo degno dei migliori finali. E rimangono pure sentieri aperti a mio parere, per un sequel o una sorta di bis.

“Il libro di S. è un monito alle generazioni future e alla Storia, perché non ricada negli stessi errori.”

Ho già detto che questo libro parla di libri e l’autrice, forte della sua esperienza, cita tanti libri, lascia delle chiare tracce fra le pagine, tipo questa, un’impronta chiarissima e inserita ad arte nella storia: “[…] la storia ha sempre le sue trame nascoste. Quando si cerca di farle lo sgambetto, il suo corso interviene per richiamare gli eventi all’ordine, riportarli alla loro trama principale”. (Avete capito da dove viene? Ne sono certo)

Ma ciò che mi ha più favorevolmente impressionato in questo romanzo è la struttura, una piramide perfetta, a cui l’autrice mette solide basi per poi salire in cima con estrema naturalezza, senza paura alcuna, senza perdere l’equilibrio, desiderosa di salire in alto per avere la più ampia visione delle cose, per comprendere come sia possibile che ancora oggi, nonostante tutto, l’uomo non impari dalla propria storia e anzi, tenda a tornare indietro e ripetere gli stessi gravissimi errori.

Claudio Della Pietà

Recensione al libro Lettere da Omsk di Ornella Sabia, IoScrittore, 2020, epub, euro 3,99.

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