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George Orwell e T. S. Eliot: una (stra)ordinaria censura editoriale

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Nel giugno del 1944 una bomba volante V-1 cadde su Mortimer Crescent proprio di fronte all’abitazione londinese dove abitava George Orwell con la moglie, Eileen, e il figlio adottivo Richard, di 3 settimane. Fortunatamente quella sera erano tutti fuori. Tornarono solo il giorno successivo per verificare l’entità dei danni, Orwell fu sollevato nel ritrovare, intatto, il suo ultimo manoscritto, che inviò immediatamente a T.S. Eliot, a quel tempo uno dei direttori editoriali di Faber & Faber.

Questa è la lettera di accompagnamento di Orwell e quella di rifiuto di Eliot.

T.S. Eliot non fu il primo né l’ultimo a rifiutare Animal Farm (La fattoria degli animali), che fu pubblicato  soltanto l’anno successivo, il 17 agosto 1945, da Secker e Warburg.

Gian Paolo Serino

 

28 giungo 1944

10a Mortimer Crescent NW 6

Caro Eliot,

Questo manoscritto è stato vittima di un bombardamento, fatto che spiega il mio ritardo nel consegnarlo e la sua condizione leggermente spiegazzata; ma non è danneggiato in alcun modo.

Ti chiedo la cortesia di comunicarmi la decisione dei signori Faber quanto prima. Se fossero interessati a leggere altro, potrei farti avere i dettagli relativi al mio contratto con la Gollanz, che non è oneroso né destinato a durare a lungo.

Se leggerai questo manoscritto, ti renderai conto che il suo messaggio non è accettabile in questo momento, ma non potrei dare il mio consenso ad alcuna modifica, tranne una piccola alla fine che intendevo fare comunque. Cape o il Ministro dell’Informazione, dalla lettera non ho capito chi l’abbia fatta, hanno avanzato una proposta idiota: che siano altri animali, non i maiali, a rappresentare i Bolscevichi.* Non c’è ovviamente verso che io consideri quel cambiamento.

Cordiali saluti,

Geo. Orwell

*L’editore londinese Jonathan Cape aveva inizialmente accettato di pubblicare Animal Farm ma il Ministero dell’Informazione lo aveva dissuaso.

———-

13 luglio 1944

Caro Orwell,

Sono consapevole che auspicassi una decisione in tempi brevi su Animal Farm (La fattoria degli animali) ma occorre quantomeno il parere di due direttori e per averlo serve più di una settimana. E data la fretta avrei dovuto chiedere l’avvallo del Presidente. Comunque l’altro direttore è d’accordo con me sui punti principali. Siamo d’accordo che si tratta di un’opera notevole; che la favola è trattata con grande abilità, e che la narrazione mantiene estremamente vivo l’interesse di chi legge—cosa che pochissimi autori sono riusciti a fare dopo Gulliver.

D’altro canto, non sono affatto convinto (e sono sicuro che neanche gli altri direttori lo siano) che questa sia la posizione giusta da cui criticare la situazione politica attuale. È certamente dovere di una casa editrice che aspiri ad interessi e motivazioni che esulino dalla mera fortuna commerciale, pubblicare libri che vanno controcorrente; ma in quel caso occorre che almeno un membro della casa editrice sia convinto che quel libro dica quel che va detto. Non vedo motivo alcuno di prudenza o cautela che impedisca ad altri di pubblicare questo libro—purché credano in ciò che esso rappresenta.

Ritengo che la mia insoddisfazione verso il tuo apologo derivi esclusivamente dal suo effetto di negazione. Dovrebbe suscitare simpatia verso l’autore e le sue tesi: e il punto di vista positivo, che ritengo essere genericamente trotskista, non è convincente. Penso che tu abbia diviso il tuo uditorio, senza ottenere una forte e soddisfacente adesione né dall’una né dall’altra parte—voglio dire né da chi critica le tendenze russe puntando a un comunismo più puro né da chi, da un punto di vista molto differente, è allarmato per il futuro delle piccole nazioni. Dopotutto, i tuoi maiali sono molto più intelligenti degli altri animali e quindi i più adatti a gestire la fattoria—in effetti, non sarebbe esistita una Fattoria degli animali senza di loro: perciò non bisognerebbe guardare al comunismo (qualcuno potrebbe obiettare) ma avere più maiali animati da spirito pubblico.

Mi dispiace molto, perché chiunque pubblicherà quest’opera avrà naturalmente la possibilità di pubblicarne altre in futuro: e io apprezzo la tua opera, perché è un buon esempio della tua sostanziale integrità.

Miss Sheldon ti rimanderà il manoscritto a parte.

Cordiali saluti,

T.S.Eliot

Traduzione a cura di Lynne Bulloch (con la supervisione di Marco Sonzogni e Antonella Sarti-Evans)

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