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Aldo La Fata. Silvano Panunzio – Vita e pensiero

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Una biografia densa di informazioni precise come un’autobiografia, scorrevole come un racconto, precisa come un saggio storico. Aldo La Fata conosce benissimo gli argomenti di cui tratta, perché di chi ne è stato protagonista è stato allievo diretto, e soprattutto caporedattore per un decennio circa della rivista “Metapolitica”, tra i numerosi parti dell’intelletto tradizionale di Silvano Panunzio (1918 – 2010).

Raccontare una vita non è affatto semplice”, esordisce: verità, ma la necessità di raccontare la vicenda terrena di questo profeta dei tempi ultimi deve essere stata più forte, e per noi è sul serio meglio così. I punti toccati sono davvero moltissimi, ma non si scade mai nella fredda elencazione di date, nomi, accadimenti, tutto è perfettamente inscritto dentro una cornice che l’autore magari non esplicita in senso stretto ma fa benissimo intendere al lettore fin dalle primissime righe.

Di Silvano (per nascita: Pasquale) Panunzio vengono sviscerate le vicende familiari, personali in altri sensi e intellettuali; gli amori (anzi, l’Amore), le amicizie e le incomprensioni. La vita intellettuale, quella organizzativa e quella spirituale.

Sapiente nato da una famiglia di intellettuali (non solo il padre Sergio e il fratello maggiore Vito, ma pure la madre Ada Spadavecchia, valente pianista e musicologa), ha legato a filo doppio il proprio nome a quella corrente di pensiero denominata tradizionalismo integrale che trova il proprio padre nobile nel francese René Guénon e della quale egli rappresenta l’apoteosi dell’ “ala cattolica”.

Denso di note a piè di pagina ove La Fata esplica tutto quanto ritiene necessario e dove anche non manca – pur mantenendo inalterate stima e affetto per il suo maestro – di dirsi in disaccordo con alcune cose (per la verità molto poche) propugnate, dette, pensate dal Panunzio, grazie alla penna dell’autore sembra quasi che dalle righe del libro prenda forma il sapiente in questione e che si metta vicino a noi a parlarci.

Il viaggio attraverso il quale siamo condotti è cronologicamente lungo, comprendendo oltre un novantennio, e in occasione delle diverse tappe vi si fanno incontri tra i più disparati: santi, scienziati e taumaturghi; monaci illuminati e astrologi, esoteristi e cristiani, occultisti e pagani. Ma soprattutto, ci si imbatte in una pletora di scritti, siano essi articoli o saggi più o meno lunghi, libri propri di Panunzio o sue introduzioni ad opere altrui.

Vero che sembra proprio la trama di un romanzo d’avventure? Eppure no, si tratta della vita vera di Silvano Panunzio, Testimone dell’Assoluto.

Metapolitica la parola che a filo doppio è collegata alla sua persona, ma anche a quella del venerato padre Sergio: però, se egli il termine lo aveva riferito alle tematiche tutte terrene della filosofia del diritto e della buona organizzazione dello Stato, Silvano ne estende il significato, dotandolo di risvolti teologici, metafisici e spirituali. Questa recensione non è luogo debito per trattare del significato preciso di metapolitica (posto che uno ne abbia): per farsene un’idea più che corretta, invitiamo ovviamente alla lettura dello scritto di Aldo La Fata di cui stiamo in queste righe trattando ma soprattutto delle opere di Panunzio, che validissime case editrici (specialmente Simmetria di Roma e Iduna di Milano), sempre cogli indispensabili consigli dell’autore del presente saggio, stanno facendo tornare disponibili.

Una menzione di merito al precisissimo apparato iconografico (in bianco e nero, ma i colori, all’interno di questo libro, non si devono vedere, li si deve vivere tramite la lettura) grazie al quale noi lettori ancor di più possiamo farci convinti che un uomo degnissimo come Silvano Panunzio i suoi passi su questa terra li abbia effettivamente calcati. Foto di famiglia, ritratti fotografici dei suoi maestri (diretti e indiretti), i frontespizi delle numerose riviste (e ovviamente della sua “Metapolitica”) cui ha collaborato, in Italia e all’estero. Sì, Panunzio è stato un uomo; un grande uomo ma soprattutto, essenzialmente un uomo, con passioni sportive e antipatie, debolezze e scontri. E l’essere uomini, il saperlo essere, è sempre un punto a favore.

Un libro consigliatissimo a chi un minimo di familiarità con l’opera panunziana già ce l’ha ma pure per chi vuole partire ab ovo, facendo conoscenza con l’autore prima che con le sue creature.

Insomma: un libro per tutti e per nessuno? Non saprei dirvi altro se non che, chi scrive, lo ha sentito proprio fin dalle primissime righe.

Alberto De Marchi

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Aldo La Fata, “Silvano Panunzio – Vita e pensiero”, Edizioni Solfanelli, 2021, 207 pagg., 12 euro

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