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Ambrose Bierce, Spettri di Frontiera

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la voragine non fu per niente nascosta ma neppure riempita;

Fu unicamente scavata”.

H. Hello

Ambrose Bierce, Spettri di Frontiera

Se prestassimo fede al tempo dovremo credere a troppe illusioni. Ora gente come me preferisce riporre i propri interessi nelle case abbandonate, nelle isterie e nella tenebra dei mesi autunnali e come risulta da molte ore trascorse a leggere, sgranchirsi “ il muscolo insidioso dei fianchi , rilassato e perverso” (E.Banchs, La Urna) nelle pagine di un uomo come Ambrose Bierce (1842-1914).

Questa mia recensione spirituale ha come unico interesse, quello di farvi smettere di credere ai vostri occhi e di farvi concentrare in quel campo della vostra giovinezza quando l’erba ancora non era alta e quando non indietreggiavate difronte all’orrore, anzi aprivate una possibilità al mistero.

Viveva da solo in una casa di tronchi circondata da ogni lato dalla grande foresta, della cui oscurità e del cui silenzio lui sembrava far parte”. Questa interessante selezione di racconti americani, con testo inglese a fronte, tradotta e curata da Matteo Zapparelli Olivetti, permeati da un cinismo sprezzante che sempre hanno contraddistinto gli scritti di Bierce, ci rivelano una qualità di scrittura invidiabile e concisa e ci lasciano inquieti oltre la porta aperta dell’emozione che egli vuole scuotere e mai semplicemente sedurre. Alcune storie potrebbero quasi essere fuse l’una nell’altra per tutto ciò che esse rappresentano nel mondo di Bierce. Egli ha indagato con successo i sentieri del mistero ed ha ancora molto, davvero molto da offrire. 

Edoardo M.Rizzoli

Recensione a Spettri di Frontiera di Ambrose Bierce, Traduzione Matteo Zapparelli Olivetti, Adiaphora edizioni, pagg. 280, euro 16.

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