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No, non ho mai imparato a vivere

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Michel de Montaigne scrive nei “Saggi” (Libro I, capitolo XX): “La meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà. Chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.”

Ricordo, me la girò Federico Ferrari, l’ultima intervista (uscita su le Monde) a Derrida: l’intervistatore gli ricordava un suo libro cruciale, “Spettri di Marx” che si apre con “Qualcuno, voi o io, s’avanza e dice: vorrei finalmente imparare a vivere”. E poi gli chiedeva a che punto fosse Derrida, dopo tanti anni, con questo desiderio di saper vivere?

Voglio rispondere, disse Derrida, alla sua domanda: No, non ho mai imparato a vivere.

Imparare a vivere dovrebbe significare imparare a morire, assumere – per accettarla – la mortalità assoluta (senza salvezza né resurrezione né redenzione). Da Platone in poi, continuava Derrida, è l’antica ingiunzione filosofica: filosofare è imparare a morire.

Anna Karina in “Vivre sa vie” di Jean-Luc Godard, 1962.

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