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Budd Schulberg. Un volto nella folla

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Uscito lo scorso 21 ottobre, Un volto nella folla di Budd Schulberg, Mattioli 1885 Books, con l’introduzione di Gian Paolo Serino, (traduzione di Silvia Lumaca), è tratto dall’antologia Some Faces in the Crowd del 1953: la bellezza del racconto di Schulberg, è soprattutto dovuta a un continuo passaggio, grazie al punto di vista di Marcia (Marshy) Coulihan, dall’ironia feroce/divertente a una sorta di profondo e disperato senso del tragico che rendono facile capire come mai Kazan realizzò poi il film, Un volto nella folla, con la sceneggiatura dello stesso Schulberg con cui aveva già collaborato in Fronte del porto: entrambi i film hanno finali diversi rispetto al soggetto originale e hanno lanciato due attori prima poco conosciuti. Però Andy Griffith non è paragonabile a Marlon Brando.

Questo paese ha un anelito inesausto per la sua frontiera perduta, nel modo in cui la madre piange un figlio tirato sotto da un camion a sette anni. La canzone della frontiera è finita, ma oh, come prosegue la melodia. Ecco perché non ci fidiamo dei razionalisti e dei professori. […] Una volta che sali sul diretto dell’americano medio, quello convinto di essere un genio, non puoi che spingerti sempre più lontano.”

La trama, attualissima, vede un cantante folk, Larry “Lonesome” Rhodes – incline al grab the pussy, e circondato da troppi litri d’alcol – sfruttare l’ignoranza, sia la propria, sia quella degli americani per costruire una devastante macchina del consenso che lo porta dall’Arkansas (il titolo originale è The Arkansas Traveller), al Wyoming, fino a Chicago e infine a New York, dove sbarca, e sbanca, in televisione. Tra enti filantropici per evadere il fisco, ma che effettivamente fanno del bene, e una compagnia che mira al puro lucro, fregandosene di tutti, abbiamo un ritratto impietoso più ancora che della sola società dello spettacolo, della società e basta. (“Possedeva una certa diabolica genialità per fare del bene, come un innocente talento per fare del male.”) Si tratta di un testo imperdibile che ha influenzato e ispirato artisti come Spike Lee, Bob Dylan e Truffaut. Accompagnano il testo principale due brevi acido/frizzanti racconti su Hollywood e su un’arena di pugilato (Questa è Hollywood e L’imbonitore: la citazione sulla quarta di copertina è tratta da quest’ultimo racconto.)

Enzo Paolo Baranelli

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Budd Schulberg

Un volto nella folla

pp. 104

10

(Trad. Silvia Lumaca)

Editore Mattioli 1885 Books

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