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Gilda Manso. Flora e Fauna

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Quando nacque la prima dei miei due figli, ci regalarono una polaroid. L’unico modo per trovare i rullini è ordinarli su internet. Ogni rullino ha dieci foto. Sono le uniche immagini che conservo di loro, di noi come famiglia. Tutto il materiale digitale lo cancello, il mio telefono è identico a quando l’ho comprato e, escludendo i numeri della rubrica, potrebbe essere quello di chiunque.

Le polaroid hanno quei colori sbavati, a volte troppo accesi, tipici di quelle immagini invecchiate che stanno nel palmo della mano.

Ci siamo noi, dentro quei quadretti e non ci siamo. Dentro ogni immagine ci sono dettagli incomprensibili e ombre che sembrano fantasmi. Piuttosto che fotografie, sono microfinzioni.

La microfinzione è un genere letterario vero e proprio, che affonda le radici nelle favole greche e nei bestiari medievali. Nella tradizione Latinoamericana, vi si sono cimentati sia Borges che Cortazar, mentre in Europa, almeno in epoca recente, il bulgaro Gospodinov e lo spagnolo Manuel Moyano.

Gilda Manso, con questa raccolta dal titolo Flora e Fauna, edita dalle Edizioni Wojtek, si cimenta con questa forma tanto complessa perché, a differenza del racconto tradizionale, l’autore di microfinzioni deve cogliere tutto il vento dentro un solo soffio. Il suo è lo sguardo dell’uomo che entra dentro una stanza dove si sta svolgendo un’azione e ha l’obbligo di raccontare un solo particolare che racchiuda in sé l’azione stessa.

Può essere lungo una frase, o dieci righe. La complessità sta nel cogliere il momento e come le polaroid, tutto il racconto sta in quello che non si vede o che si intuisce nell’ombra sfocata dietro i personaggi in risalto. Al lettore resta la libertà della creazione.

Gilda Manso cerca la brevità, la scarnificazione, l’esatto. La sua è la ricerca di chi vuole capire fin dove si può togliere e comunque raccontare e come ricorda Antonella Di Nobile, che ha tradotto questo libro e ha scritto una bella e ragionata introduzione, anche Calvino era convinto che scrivere prosa non dovrebbe essere diverso dallo scrivere poesia perché in entrambi i casi è ricerca d’un espressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabile.

Onorando la tradizione Latinoamericana, Gilda Manso mischia il fantastico e il reale sempre con un tocco di malinconia e di amara ironia. Ci sono Sirene atipiche, fotografi condannati dai propri poteri, bambini di strada e un insicuro e paranoico Bruce Wayne.

Non mancano i mostri e gli animali fantastici.

Pierangelo Consoli

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Gilda Manso, Flora e fauna, Wojtek Edizioni, 2022, Pp. 180, Euro 16

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