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Luca Ricci, “Scelte postume”

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Luca Ricci

 

Scelte postume

[racconto]

L’uomo tirò le cuoia e pochi istanti dopo si ritrovò davanti a uno sportello molto simile a quello di un ufficio postale.

– None e cognome,- chiese scocciato l’addetto.

– Stefano Taglietti.

– Luogo e data di nascita.

– Roma, 15 gennaio 1959.

– Professione.

– Scrittore.

A quell’affermazione l’addetto sbuffò e prese da uno schedario alle sue spalle dei documenti.

– C’è un modulo speciale per gli scrittori,- disse, infastidito. – Può scegliere se restare a guardare il mondo o proseguire per l’aldilà.

– Non ho mica ben capito, mi scusi.

– Può mettersi laggiù, affacciato a una di quelle finestre,- ripeté l’addetto, indicando un grattacielo bianco di cui non si indovinava la fine. – Così potrà vedere l’andamento della sua opera.

– Davvero è possibile?

– Sì, basta che mi metta una firma qui.

– E quanto posso restare a guardare?

– Cento anni, poi bisogna salire.

– Che opportunità magnifica!

– Lei dice? Dipende.

L’uomo parve rifletterci sul serio e l’addetto continuò: – Se in vita lei non è stato fortunato può darsi che i posteri la rivaluteranno. Allora è una festa, ne convengo, ma potrebbe anche non capitare niente. Invece se lei ha avuto successo in vita, spesso col passare del tempo quel clamore nel mondo si affievolisce fino a spegnersi del tutto.

– Allora smetterei di guardare.

– Eh no! Non è possibile, la procedura è chiara al riguardo. Se accetta lei guarderà ogni benedetto giorno per 100 anni.

– Certo, è un bell’impegno.

– Ha qualcosa di meglio da fare? Tanto è morto!

L’uomo continuò a rifletterci: – Non sono un autore di best seller ma in diversi hanno amato i miei romanzi.

– La posterità vive di leggi proprie,- tagliò corto l’addetto. – Chissà cosa accadrà!

L’uomo ci pensò ancora un poco, preso da un piccolo capogiro. Non aveva scritto per fare i soldi o andare in classifica ma certo riconsiderare la sua opera al cospetto dell’eternità gli faceva tremare i polsi. Era stato abbastanza bravo? Alla fine disse: – Non voglio guardare, proseguo.

L’addetto ne sembrò rallegrato, forse solo per il fatto di dover compilare un modulo in meno.

– Bene, signor Taglietti, allora qui abbiamo finito,- confermò l’addetto. – Buona morte.

Una forza misteriosa trascinò l’uomo in alto, in un’ascensione ignota. Mentre saliva, l’uomo dette un ultimo sguardo al grattacielo bianco. Intravide senza poterli riconoscere tanti volti di scrittori intenti, con assoluta concentrazione, a guardare l’andamento della loro opera. Calvino c’era? E Buzzati? Moravia sapeva che era stato rimosso? E Landolfi che era diventato un autore di culto? Ma no, no, molto meglio non saperne più niente.

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