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Francesco Trento anteprima. L’arte di scrivere male (per poi scrivere meglio)

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Questo libro nasce dall’esperienza unica della scuola di scrittura solidale Come si scrive una grande storia, che ha visto la partecipazione di oltre duecento autori e autrici di fama internazionale, tra cui Tiffany McDaniel, Glenn Cooper, Valérie Perrin, Kawai Strong Washburn, Michela Murgia, Antonella Lattanzi, Francesca Melandri e Francesco Piccolo.

Grazie a queste lezioni gratuite, sono stati raccolti più di 175.000 euro in donazioni, tutti destinati a progetti di beneficenza. In linea con questo spirito di solidarietà, anche i diritti d’autore di questo libro saranno interamente devoluti in beneficenza.

In questo «manuale di scrittura che parla poco di scrittura», Francesco Trento ci accompagna in un viaggio attraverso la scrittura intesa non come un dono misterioso, ma come il risultato di dedizione, allenamento e disciplina. Con un approccio pratico e ispirato, l’autore ci invita a liberarci dalla mistica del talento e a sviluppare quindici qualità fondamentali che sono spesso alla base del successo di molti grandi autori.

Attraverso storie di letteratura, sport e cinema, scopriamo l’importanza del cambiamento, imparando che, come ci ricorda Gustave Flaubert, «il talento è una lunga pazienza».

Questo libro non è solo una guida per aspiranti scrittori, ma un incoraggiamento a vivere la scrittura come una palestra di crescita personale e creativa.

Francesco Trento ha pubblicato saggi e romanzi con alcune delle maggiori case editrici italiane, ed è autore di vari film tra cui 20 sigarette e Crazy for football. Ha fondato la scuola di scrittura solidale Come si scrive una grande storia. I diritti d’autore di questo libro saranno interamente devoluti in beneficenza.

Stefano Bonazzi

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«Da Ciascuno secondo le sue possibilità, a Ciascuno Ssecondo i suoi bisogni»

A marzo 2020, quando durante il primo lockdown eravamo tutti e tutte a dare delle gran testate contro il muro, mi sono chiesto: cosa potrei fare per aiutare le persone a dare un numero minore di testate contro il muro? E mi sono risposto: bah, una cosa sai fare, Francesco. Attieniti strettamente a quella, così almeno non fai danni.

La cosa che so fare, più o meno, e che faccio da ormai quasi vent’anni, è insegnare alle persone come si strutturano le storie, come si costruisce una trama. Allora, mi sono detto, forse potrei tenere delle lezioni online per chi vuole passare un pomeriggio a pensare al futuro, piuttosto che disperarsi sul presente. E così ho pubblicato un post sul gruppetto Facebook “Come scrivere una grande storia”, in cui avevo riunito, negli anni, le persone che avevano seguito qualche mio seminario in giro per l’Italia. All’epoca eravamo due-trecento persone. Ho detto:

«Ragazzi, ragazze, da domani terrò tre lezioni a settimana, su Zoom. E per un paio di mesi vi insegno come si struttura una narrazione. Non si paga nulla, è tutto gratis. Però chi volesse sdebitarsi potrebbe fare una donazione diretta a un’associazione non profit come Amnesty International, Emergency, Open Arms, oppure a un ospedale, che in questo periodo c’è molto bisogno di acquistare respiratori. Siccome magari con un po’ di sforzo riusciamo a essere trenta-quaranta persone a lezione, nel nostro piccolissimo qualcosina potremmo riuscire a fare».

Per quel post i miei collaboratori mi prendono ancora in giro: perché il primo giorno c’erano già ottanta persone, quindi il doppio di quelle previste. Alla seconda settimana erano diventate centocinquanta, alla terza duecento, poi quasi tre- cento. E le donazioni iniziavano a essere consistenti. A quel punto ho provato a chiedere ad amici e amiche del mondo della scrittura e del cinema se per caso, mentre continuavo il mio corso, avessero avuto voglia di venire a tenere delle lezioni anche loro, una volta a settimana, scegliendo l’associazione o la causa per cui donare.

Hanno aderito subito Marco Bechis (regista di Garage Olimpo e Hijos), Stefano Sardo (sceneggiatore di film e serie TV come In Treatment e 1992), Ludovica Rampoldi (vincitrice del David di Donatello per la miglior sceneggiatura con Il traditore), Nicola Giuliano (produttore di La grande bellezza), e scrittrici e scritto- ri come Giampaolo Simi, Enrico Remmert, Nadia Terranova, Antonella Lattanzi, Emanuela Valentini, Leonardo Patrignani. E poi decine di altre persone carinissime che hanno sposato il nostro progetto. Con la lezione di Michela Murgia, a cui si sono collegate in diretta 488 persone, abbiamo donato una cifra considerevole per il centro antiviolenza Onda Rosa di Nuoro.

Intanto cresceva anche il gruppo Facebook (che oggi conta più di ottomila persone), e lì a un certo punto ci siamo detti: certo, sarebbe bello avere un ospite internazionale. Chi ci piacerebbe invitare? Abbiamo fatto un piccolo sondaggio ed è uscito fuori che avremmo amato moltissimo una lezione di Tiffany McDaniel, l’autrice del capolavoro L’estate che sciolse ogni cosa.

L’anno precedente avevo letto il suo libro e l’avevo consigliato a un mio carissimo amico che fa l’attore. Lui a sua volta l’aveva caldeggiato a un suo amico produttore che vive negli Stati Uniti. Questo produttore si era innamorato del romanzo e aveva tentato di acquistare i diritti per farne un film. L’operazione era poi naufragata, ma nel frattempo lui e Tiffany erano diventati amici. Così le ho scritto una mail, un po’ bizzarra, in cui le dicevo: «Ciao, non ci conosciamo e tu non ne sai nulla, ma in qualche modo mi devi un’amicizia, se vuoi sdebitarti potresti tenere una lezione gratuita per noi».

Con mia grandissima sorpresa Tiffany McDaniel ha risposto dopo poche ore e ha detto: «Ma certo, volentieri, possiamo donare a International Animal Rescue?».

Il giorno della sua lezione il sito di International Animal Rescue è andato in tilt, perché ottanta donazioni ricevute dall’Italia in pochi minuti hanno fatto scattare un qualche tipo di allarme. Una mia amica che vive a Londra, Maddalena, ave- va appena adottato un orso a distanza, e siccome non le arriva- va la conferma ha telefonato. Ha risposto uno dei responsabili dell’associazione, Robin, che le ha domandato: «Scusa, tu sei italiana, vero? Puoi dirmi cosa cazzo sta succedendo?». Così Maddalena ha spiegato tutto, gli ha dato il link e Robin è intervenuto durante la lezione di Tiffany, per raccontarci che avevano ricevuto più di duemila euro di donazioni e ringraziare. È stato uno dei momenti più carini di tutta la storia della scuola. Di fronte a quel momento, Leonardo Patrignani ha avuto un’illuminazione, ha fatto uno screenshot e l’ha inviato a Glenn Cooper, l’autore di romanzi bestseller venduti in tutto il mondo. «Ti andrebbe di tenere una lezione anche tu?», gli ha domandato. E Glenn ha risposto: «Certo. Anzi, non solo: mi impegno a raddoppiare qualsiasi cifra venga donata quel giorno».

La faccio breve: abbiamo deciso di aiutare una bambina nata con una grave malformazione, che aveva bisogno di cure molto costose. L’obiettivo minimo, quello che avrebbe garantito alla famiglia di iniziare una nuova terapia, erano settemila euro. Noi non ne avevamo mai donati più di duemila in un giorno, ma ci siamo detti: «Oh, proviamoci».

Alla fine, dopo la splendida lezione di Glenn (di cui racconteremo qualcosa in uno dei prossimi capitoli), erano stati donati ottomilasettecento euro. Lui ha subito inviato un bonifico ai genitori della bimba, raddoppiando la cifra. Poi, guardando la lezione in differita, altre persone hanno versato il loro contributo per le cure della piccola Noemi, e la sua famiglia si è trovata alla fine più o meno ventimila euro di donazioni.

Da lì in poi non ci siamo più fermati. Abbiamo iniziato a contattare scrittori e scrittrici in tutto il mondo. Sono arrivati Joe Lansdale, Valérie Perrin, il creatore di In Treatment e The Affair – Una relazione pericolosa Hagai Levi, lo sceneggiatore candidato all’Oscar Patrick Marber, la vincitrice del premio Mi- glior sceneggiatura nella sezione Un Certain Regard di Cannes Maha Haj.

Da marzo 2020 a oggi, abbiamo generato donazioni per più di centosettantacinquemila euro, di cui quasi trentacinquemila in un singolo evento dal vivo con scrittori e scrittrici di cinque Paesi diversi. E queste sono solo quelle di cui abbiamo notizia, o perché chi ha contribuito ci ha inviato uno screenshot, o perché l’associazione ci ha mandato un feedback su come era andata. Quindi, probabilmente, la cifra totale è molto più alta.

Nel frattempo, ovviamente, dopo il lockdown la scuola ha ripreso anche tutta la didattica a pagamento, però abbiamo mantenuto la tradizione della lezione gratuita del venerdì, che ora si può seguire sia in diretta che on demand (in fondo al libro troverai il link per vedere quelle attualmente online).

In più, abbiamo provato a portare questa vocazione solidale anche all’interno dell’attività “regolare”, quella con cui manteniamo la scuola e paghiamo gli stipendi, le docenze e le collaborazioni. E quindi, se un’allieva o un allievo vogliono seguire uno dei corsi a pagamento ma non possono permetterselo, glielo diamo al costo che riescono a sostenere senza difficoltà, o anche gratis.

Perché facciamo questa cosa? Cosa ce ne viene in cambio? A noi nulla, però al mondo molto, o almeno mi piace pensarlo. Tutto è partito da un concetto assai semplice, che è un motto del socialismo ottocentesco (la frase è spesso attribuita a Karl Marx, ma è in realtà di Louis Blanc): «Da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni».

Lo abbiamo fatto nostro senza riserve, perché troviamo veramente orribile l’idea che una persona motivata a studiare debba rinunciare per motivi di censo.

In più, pensiamo che se le scuole di scrittura costano tutte un sacco di soldi (anche quindici-ventimila euro all’anno), rischieremo nel lungo periodo di ritrovarci con un gran nu- mero di scrittori e scrittrici, sceneggiatori e sceneggiatrici che provengono necessariamente da una certa classe sociale, e che tenderanno dunque a parlarci prevalentemente di quel mondo lì. E quando proveranno, per esempio, a raccontare la working class, invece che scrivere un grande dramma o una grande commedia come accade in Inghilterra coi prodotti BBC, potrebbero ritrovarsi a mettere in scena una cagata approssimativa in cui narrano un mondo di cui non hanno alcuna idea, di cui non hanno fatto alcuna esperienza (è una mia ipotesi, eh, poi sicuramente ci sono tante persone bravissime in grado di racconta- re mondi lontani dai loro, ci mancherebbe. Ma in generale è un vizio del sistema a cui mi piacerebbe si pensasse un po’ di più). Con tutte le persone che collaborano alla scuola, abbiamo perciò deciso di creare un luogo che non c’era, almeno in Italia: una scuola di scrittura dove puoi seguire anche cinquecento ore di lezione gratis, se ne hai bisogno. A patto di prenderti l’impegno di restituire quel favore al pianeta, nel modo che ti sembra più appropriato. Noi ti diamo le ore di studio che non puoi pagare, e tu trovi una bella causa non profit a cui rega- lare le stesse ore: può essere preparare pasti per le famiglie in difficoltà, pulire un parco, portare coperte ai senzatetto. Op- pure fare volontariato per Amnesty International, Emergency, Open Arms, un rifugio per animali, un centro antiviolenza.

Così, accanto alle donazioni, in questi anni abbiamo gene- rato migliaia di ore di volontariato e reso disponibili migliaia di ore di lezione a persone che avrebbero avuto difficoltà a pa- garle. Ed è una cosa che intendiamo continuare sempre a fare finché esisterà questa scuola. Quindi ecco, se hai bisogno di noi non esitare a chiedere, mai.

Ah, a proposito: anche i diritti d’autore di questo libro saranno interamente devoluti in beneficenza. Perché, mentre noi siamo qui a parlare di scrittura, in giro per l’Europa c’è una ragazza di trentacinque anni che tenta di prestare soccorso a chi scappa da guerre e persecuzioni, un’attivista italo-marocchina che da molto tempo dedica la sua vita ad aiutare i profughi, battendo le rotte migratorie, creando contatti tra chi ha biso- gno e chi può aiutare, e al contempo raccontando il volto disumano dell’Europa, tra abusi, pestaggi, piccole orribili vendette perpetrate sui corpi già sfiancati di chi non può far valere i propri diritti. Questa ragazza si chiama Nawal Soufi ed è la persona più incredibile che io abbia mai incontrato (è stata an- che premiata dal Parlamento europeo come “Cittadino europeo dell’anno” nel 2016, per aver aiutato decine di migliaia di persone, salvato migliaia di vite).

Mettendo ogni giorno in gioco la sua incolumità, con i suoi collaboratori e le sue collaboratrici, e grazie alle donazioni di centinaia di persone, Nawal fa arrivare ai migranti pacchi alimentari, ricariche telefoniche, sacchi a pelo, beni di prima necessità. Si adopera perché le persone possano raggiungere le città, trova loro un letto al caldo dopo notti e notti trascorse a temperature sotto zero, fornisce cure mediche, e addirittura biglietti aerei «per chi sceglie di tornare nel proprio Paese di origine dopo essersi visto chiudere in faccia le porte dell’Europa». A volte Nawal fa cose semplici, per esempio lasciare del cibo e degli indumenti per le persone che rischiano l’assidera-mento, nei boschi al confine tra Bielorussia e Polonia o lungo altre rotte migratorie.

Ma siccome viviamo in tempi assurdi, questo cibo è costretta a nasconderlo in dei sacchi della spazzatura.

Deve seppellire il latte per i bambini, scavando la terra, deve «nascondere il cibo tra le foglie, occultare il miele e i datteri». Perché in certi Paesi, ai nostri giorni, aiutare bambini denutriti, costretti al gelo, è un crimine.

È stato un post che raccontava questa cosa a farmela in- contrare, e da quel momento con la scuola non abbiamo mai smesso di sostenerla1.

Queste ultime righe le ho scritte anche per stabilire un patto con te, un patto chiaro e onesto, senza fraintendimenti.

Il cento per cento di ciò che mi spetterebbe in quanto autore sarà donato a Nawal Soufi. Se queste pagine ti sono capitate in mano per caso e sei una di quelle persone indifferenti rispetto ai bambini che muoiono in mare, ecco, smetti pure di leggere: tutto ciò che segue non fa per te. La nostra scuola non fa per te. Torna in libreria, e scambia questo libro con qualcosa di più adatto alla tua visione del mondo.

Se invece sei felice di aver aiutato Nawal, allora è probabile che diventeremo amici, forse anche fratelli. Intanto, ci vediamo nella prossima pagina.

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Collana: Hrönir | PAG: 160 | PREZZO: 15,00€ | ISBN: 9791255540526

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1Se vuoi sostenerla anche tu, la trovi qui, col suo Diario di Frontiera: www. facebook.com/profile.php?id=100010425011901.

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