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Marco Franzoso. La lezione

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Ho pensato che per un uomo come quello era più pauroso constatare tutto quello che ogni giorno moriva dentro l’ordinarietà sorda e silenziosa della vita normale.

Questo passaggio è tratto da La lezione, ultimo romanzo di Marco Franzoso, edito da Mondadori.

L’ho scelto perché credo racconti questo thriller psicologico in maniera enigmatica ed esaustiva.

La vita delle persone non ha niente di normale. Il compito della letteratura è di frammentare il tempo, farsi lente, ingrandire, valorizzare i frammenti e costringerci a guardare.

Elisabetta Sferzi è un giovane avvocato dal carattere remissivo, una di quelle persone che ha imparato a mediare i piccoli e sgradevoli soprusi che minano l’autostima e di Angelo Walder, un uomo repellente, accusato di violenza domestica.

Walder chiede di essere difeso, finisce in galera. Passa qualche anno, Elisabetta va avanti con la sua vita fino a quando si accorge che Walder è tornato e la sta pedinando.

Compare agli angoli delle strade, sotto i lampioni e poi svanisce. Elisabetta ha paura, crede che l’uomo voglia fargliela pagare per qualche motivo. Quando Angelo si ripresenta, lei lo invita in casa sua e la situazione si ribalta. Elisabetta lo affronta, tirando fuori una parte sopita che non credeva di avere: la donna Aracne, capace di tessere la sua ragnatela, di calcolare le mosse, essere cattiva e appagata.

In parte sta qui il sottile gioco letterario a cui Franzoso sottopone i suoi personaggi principali. Per affrontare il suo Super Io, per sconfiggere la parte castrante, l’avvocato Sferzi ha bisogno di un uomo repellente, disgustoso, su cui infierire.

In quei momenti di puro godimento, Elisabetta è inebriata, senza freni, si tramuta nella bestia che si celava dentro di lei.

Se la trama fosse solo questa, però, saremmo davanti al classico rovesciamento, qualcosa che nel Thriller abbiamo visto accadere spesso. Invece la bravura di Franzoso, il suo essere uno scrittore versatile e grandioso, sta nello spiazzare costantemente il lettore.

I suoi personaggi sono inafferrabili. Quando credi di averli capiti, loro cambiano ancora ma in una maniera così sottile da risultare potentissima.

Leggendo si finisce a chiedersi tante volte chi sia il cattivo fino a capire che non è importante, che la natura degli animali è più complicata.

Fin dalle prime pagine, Franzoso sparge ovunque riferimenti alla natura selvaggia, ai predatori, alle piante, perché Walder ed Elisabetta sono animali che si aggirano dentro una giungla urbana.

Per chi ama le storie, per chi le scrive, le legge e le guarda, troverà La lezione uno scritto altamente istruttivo. Da un punto di vista tecnico narrativo, è affascinante il modo in cui Franzoso non forza la trama, non giunge mai ad una conclusione affrettata. Arriva alle soluzioni lentamente, dosando i colpi di scena e lascia che il lettore venga avviluppato dall’evolversi dei personaggi.

Questa è una storia molto pericolosa. Nel Thriller, ma soprattutto nelle storie di rovesciamento, è facilissimo cadere. In un attimo si diventa banali, inverosimili. Ne hanno fatti talmente tanti, di libri così, che è difficile sfuggire a quello che potremmo definire effetto déjà-vu. Invece Franzoso ha il dono del mestiere e l’ardore di trascinare il Thriller dentro la letteratura vera, dove il lavoro sui personaggi è più faticoso. Da scrittore dotato e versatile, Franzoso ci racconta tutto dei suoi personaggi, ci immerge nella loro quotidianità, accompagnandoci senza nessuna urgenza così che le loro scelte, i loro tentennamenti, ci sembreranno inevitabili, familiari e stranianti al tempo stesso.

In un certo senso, questa è una lettura terapeutica. Molti si riconosceranno in Elisabetta Sferzi e sarà istintivo ripercorrere alcune tappe della propria esistenza e rivalutare scelte e modus operandi.

Franzoso è ossessivo nel raccontare la quotidianità, anche nei più piccoli particolari, non molla i suoi personaggi nemmeno per un secondo e li costringe a rivelarsi. Non solo Elisabetta, ma anche quell’Angelo Walder che compare per fare il cattivo e poi si rivela portatore di un’ambiguità raggelante.

La sua capacità di manipolazione è all’altezza di Hannibal Lecter. Il finale di questo libro ti lascia addosso la necessità di uscire di casa, di passeggiare all’aria aperta. È un gioiello, il finale, non abbiate fretta di arrivarci perché non è tanto quello che succede, ma come ci si arriva e come ci si sente a quel punto.

Concludo con un invito: se volgete uno sguardo attento alla vostra gremita libreria, vi accorgerete dello spazio spropositatamente magro che riserviamo tutti – io per primo – agli scrittori italiani. Ci siamo detti spesso che non valgono gli stranieri. La lezione di Marco Franzoso, ci dimostra in maniera evidente, che non è così.

Pierangelo Consoli

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Marco Franzoso, La lezione, Mondadori, 2022, Pp. 396, Euro 21.

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