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Tiziana Cera Rosco

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Il testo della poesia fa parte di una raccolta inedita che si chiama Simultaneo Vivente, in cui vivono insieme i vivi e i morti, gli animali e i libri, la mistica e pittura.  Questa viene da una lettura del commentario di Auden sulla Tempesta, il passo in cui Calibano ama e critica ferocemente Ariel. Auden mi ha accompagnato per tutta la scrittura del libro, come anche Esenin, Telesio, S.J.Perse, San Giovanni Della Croce, Simone Weil, Nietzsche, Feuerbach e Rilke.
Così, giusto per sapere che un lavoro è un lavoro, e  che ogni scrittura è a volte un esercizio di vita integrale a volte tutta l’integralità superata.

Tiziana Cera Rosco

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Penultimo deforme

 
 
Poi, a un certo punto, Auden
Senza alcuna scena di preavviso
Viola una vulnerabilità semplice
Un tremato di tenerezza
Che con la sua schiena chiara stanotte
Più che con gli occhi
Spinge dalle fessure dell’ultima stanza del forziere
E seduto sulle tre linee chiuse a cui vorrei appoggiarmi
Parla Calibano il mostro, parla che imprigionati
Non siamo assolutamente in condizioni di liberar nessuno.
Ora non puoi dire che si tratti di una cosa da difendere
O da offendere
– è una cosa –
anche stamattina il tizio di quel cane
non fa un passo oltre il loro brodo
e sbattono sui cancelli della casa alcuni uccelli
e tutti si accompagnano, tutti gridano
dolorano un’ustione senza fuoco.
Uno strato.
 
Certo. Potrei fermarmi qui.
Fissarmi sui dettagli
Uno svago o un’oscillazione a questo immobile morente.
Un romanziere.
Potrei?
E il fuoco?
E più del fuoco, il mare?
 
E nel testo del visibile conforme, nel testo del visibile deforme
Che pare sempre consegnarci ad una legge
Aggiunge una domanda
Subentra un’estensione sul nesso vitale degli eventi
Che ferisce la consolazione che dobbiamo
L’inganno del tempo nelle vite degli altri
Quell’accompagnare con la nostra la morte in loro.
 
Mio caro Auden, grazie per la serata!
E gli ospiti del superamento
Stavo scivolando nell’elemento piano!
Ma al momento vedi avevo discordato
Quanto fosse necessaria
A questa vulnerabilità spericolata nel silenzio
Una castità piena di imprese
Di camere in cui il nudo infiamma il dio del buio
E nell’insufflamento chiede:
“Compari, mio Enorme
mia Estensione del vivo
Mio Integrale Fratello Amante Intero
Mio Corpo Atteso nel superamento delle forme
Compari!
E’ tutto fuoco
E’ tutto mare
E’ tutto, tutto pieno di silenzio”.
 

cerarosco

Nasce a Milano nel ’73, dove ora vive, ma continua a crescere nel Parco Nazionale D’Abruzzo. Poetessa, fotografa, installatrice, lavora nei campi dell’ideazione artistica e conduce laboratori di Umanesimo dal 2006. Ha pubblicato i libri: Dio Il Macedone ( ed. Lietocolle 2009), Il Compito ( ed. La Vita Felice, 2008), Lluvia ( ed Lietocolle 2006), Il Sangue Trattenere ( ed. Atelier 2003), Calco Dei Tuoi Arti (ed. Lietocolle , 2003). E’ autrice del videopoema Non salvarti con musiche di Teho Teardo. E’ direttore artistico di Cinquemiglia e di Leggero Come Una Pietra.

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