Benvenuto su Satisfiction   Click to listen highlighted text! Benvenuto su Satisfiction

Francesca Scotti anteprima. Il tempo delle tartarughe

Home / Anteprime / Francesca Scotti anteprima. Il tempo delle tartarughe

E’ in libreria la nuova raccolta di racconti di Francesca Scotti, Il tempo delle tartarughe, edito da Hacca. L’autrice, nata a Milano, si diploma al Conservatorio, si laurea in giurisprudenza, collabora con Palazzo Marino in Musica e Mediterranean Ambassadors Music Experience. Esordisce sul foglio bianco nel 2011 con l’antologia di racconti Qualcosa di simile, edito da Italic, vincitrice del premio Fucini, finalista al premio Joyce Lussu nonché selezione Scritture Giovani al Festivaletteratura.

Il suo percorso prosegue con L’origine della distanza (Terre di Mezzo Editore), Il cuore inesperto (Elliot Edizioni), Ellissi (Bompiani) vincitore del Premio Metamorfosi 2017 Sulmona e del Premio Enriquez 2017; e nel 2019 con Capacità vitale (Bompiani).

E’ un’attenzione delicata ai dettagli che scorre sulle pagine come nel tempo di questi racconti. Un tempo che si dilata e si dissolve nei peculiari scenari dell’Italia e del Giappone. “Arrendevolezza e sollievo” davanti al cielo e al mare “azzurro teso e argento”, sopra il treno che “rallenta, comincia la frenata”, nel vento che “si alza, soffia aghi di pino e sabbia sulla banchina”. Il bisogno di “un bel panorama” come “la pace di chi ha sete e sta per bere” nella luce “che colava dalle insegne giganti perennemente accese”, sino alla soddisfazione “di cedere ad una tentazione”. Ogni racconto è un’acuta riflessione sulla natura umana, tanto imperfetta quanto (in)definita. La calma avvertita è solo apparente come quando “il rumore delle onde sembra più forte quando non c’è la luce”.

#

La signora Nakano

In questi anni la signora Nakano e io ci siamo spesso trovate all’ora del tramonto per guardare il sole sparire dietro i grattacieli o gli stormi di uccelli prepararsi alla migrazione.

La signora Nakano avrà un po’ più di ottant’anni, un caschetto di capelli candidi e la schiena curva. Porta la dentiera ma non la mette sempre, e quando non la mette il suo viso cambia espressione, come se le emozioni le scivolassero dentro la bocca. Quando dice “io” si tocca la punta del naso, quando sorride si nasconde con la mano e si scusa sempre appena finisce di parlare. Qualche volta ci siamo trovate all’ora del tramonto anche durante la stagione delle piogge, sotto gli ombrelli.

La signora Nakano mi ha insegnato molte cose. Mi ha insegnato che è bene svuotare le pozzanghere spazzando via l’acqua: l’acqua che ristagna imputridisce. Mi ha insegnato che il ginko può essere maschio o femmina. La femmina fa i frutti e, anche se sono buoni, anzi ottimi, la polpa che protegge la noce odora di carne putrefatta. Perciò quando si pianta un ginko, per ammirare senza dover trattenere il respiro le sue foglie prima verde brillante e poi giallo dorato, bisogna augurarsi che sia maschio. Ma i ginko nel corso della loro vita possono cambiare sesso, quindi nulla è definitivo. Mi ha insegnato che d’estate, all’imbrunire, bisogna spostare le pietre dall’aiuola degli iris perché altrimenti, impregnate di caldo, potrebbero far male alle radici. Mi ha insegnato che la consistenza delle umeboshi è uguale a quella della pelle del gomito e ci ripenso ogni volta che mi lavo le braccia. Mi ha anche insegnato che esistono donne che portano il sole e donne che portano la pioggia: io sono del primo tipo, ma lei del secondo, quindi nulla di fatto.

La signora Nakano è la mia dirimpettaia, abita in uno di quei vecchi complessi anni ’70 che raggruppano piccole unità abitative di appena dieci tatami. Le pareti sono così sottili che respiri e televisori di tutti si mescolano. La sua one room – che lei pronuncia “uanrumu” – è al piano terra; al posto di un vero frigorifero ha una grande lattina di Coca-Cola dotata di sportellino nella quale può tenere al fresco giusto il miso, qualche scatola di nattō e un paio di uova.

Da alcuni giorni davanti alla sua unica finestra che dà sulla strada è comparso un grosso cartello: rinnovano il quartiere e per farlo distruggeranno lo stabile.

Click to listen highlighted text!