Quando arriva un’alluvione, quando arriva un terremoto, una frana, non scompaiono solo case, le strade… Scompaiono intere famiglie.
Finito lo spavento, arrivano i container. Si creano nuovi equilibri. All’inizio si respira un’aria diversa, frizzante, l’aria dei sopravvissuti. I vecchi vicini, diventano nuovi vicini, ci si abbraccia, trascinati dall’onda del pericolo scampato. Però, dopo qualche mese, la gente si dimentica, si spengono le luci, i giornalisti se ne vanno e resta il disagio, restano le aspettative tradite, le lunghe attese.
Succede, anche, che la catastrofe aiuti a rivelare cose che sembravano sepolte, misteri che forse sarebbero rimasti tali e invece…
Lume è uno di quei posti come, purtroppo, ce ne sono tanti in Italia. Una notte arriva una frana, un pezzo di montagna si stacca e dove prima c’erano delle case, adesso ci sono le reti a proteggere le macerie. Ci sono le promesse di ricostruzione, i sacrifici dispersi. Ci sono poi i ricordi, le persone che sono morte, che restano come un richiamo.
A Lume c’è chi si adatta e chi non ci riesce. Come all’assenza di risposte. Alcuni si rassegnano, i grandi soprattutto, gli sconfitti, ma i ragazzi no, loro non si rassegnano mai. Così Ruben, Nina e Niccolò continuano a cercare, spinti dalla rabbia.
La ragazza di luce di Germano Antonucci è un romanzo di formazione. Ruben, Nina e Niccolò hanno tredici anni e un passato comune segnato dalla catastrofe. Hanno anche una comune sensibilità, una rabbia che li spinge a cercare. Per questo motivo, insieme, saranno capaci di trovare una forza che, da soli, non sarebbero stati capaci di trovare.
Diventano, insieme, salvezza.
A Lume ci sono dei misteri. C’è una setta che fa capo a un uomo, un sopravvissuto, che tutti chiamano Il Santo. La notte in cui la montagna si è frantumata, devastando una parte del paese, in alto, vicino a una grande croce, è comparsa una donna luminosa, una Madonna, secondo alcuni, un Angelo, secondo altri.
Quest’apparizione è stata in grado di guarire una bambina.
Si è creato un culto intorno a questa apparizione, ma c’è qualcosa che ai ragazzi non torna, che è legato al loro destino e che sentono di dover svelare.
La ragazza di luce è un romanzo breve, che si segue con facilità. Un po’ ricorda l’Ammaniti di Come Dio comanda, o le storie di giovani e disagio di Valeria Sirabella.
Germano Antonucci è un giornalista, ha lavorato per il Corriere della sera, per Vanity Fair. Oggi è il responsabile dei contenuti digitali di Mediaset.
Questo suo primo romanzo si va ad incasellare in una collana, di TerraRossa, che si intitola Sperimentali. Come avverte lo stesso editore, questa collana coniuga solidità narrativa e originalità stilistica. Nel caso di Antonucci è vera soprattutto la prima, perché da un punto di vista dello stile, il suo è un romanzo più inquadrato, preciso e identificabile. La collana in cui Giovanni Turi ha deciso di inserirlo è una delle mie collane di letteratura italiana preferita, una di quelle che tra vent’anni significherà ancora qualcosa. Ci sono libri di Cristò, di Sinigaglia, di Petruccioli, di Macioci.
Una collana che ha dato, al suo editore, grandi soddisfazioni. Questo per dire che, se La ragazza di luce si trova in una lista tanto prestigiosa un motivo ci dovrà pur essere.
Pierangelo Consoli
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La ragazza di luce, Germano Antonucci, TerraRossa 2025, Pp. 200, Euro 16.