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Cristina Balma Tivola. Mirabilia. Il giro del mondo in 80 oggetti

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Gli oggetti etnografici mi parlano da sempre, e mi raccontano l’immaginazione di altri individui, in altre culture: di fatto, come sorte di cantastorie, sono mediatori di racconti di vita da alcuni esseri umani ad altri esseri umani.

Si entra in Mirabilia. Il giro del mondo in 80 oggetti – libro di Cristina Balma Tivola con le illustrazioni di Alice Piscitelli – come in un museo etnografico. Ma non solo. Mirabilia, infatti, è un fenomeno editoriale totale, in grado di far intraprendere un viaggio nell’immaginario umano, di far scoprire in che modo gli uomini – da una cultura all’altra – abbiano risposto a necessità pratiche di ordine quotidiano, di accedere a un mondo di racconti e, non ultimo, di godere del piacere estetico di un percorso nelle sale cartacee di una moderna wunderkammer.

Gli oggetti, dunque, sono al centro del percorso narrativo, risaltando nella loro sempre sorprendente cosità fatta di bellezza, tecnica, ingegno, arte, e possono dispiegarsi in narrazioni e storie culturali, che corrispondono a loro volta a concezioni del mondo, a religiosità, filosofie e pensieri sorprendentemente “altri” eppure così comprensibilmente “umani”. Sintomaticamente, le sezioni della wunderkammer di Mirabilia sono intitolate “Al mondo come umani”, “La quotidianità”, “In relazione”, “Dare senso alla vita”.

Tutti gli oggetti, scrive l’autrice “mi incantavano, e mi commuoveva il pensiero che altri esseri umani, altrove, li avevano ideati e realizzati in rapporto a un problema concreto o astratto, come parte di una riflessione su come, in qualche modo, risolvere e dare un qualche senso alla vita”. Così, gli oggetti etnografici, sotto lo sguardo di Cristina Balma Tivola, che non guasta ricordare come dottore di ricerca in Antropologia Culturale, dalle loro sezioni di questa splendida camera delle meraviglie parlano e raccontano, dando vita a un libro che non è – programmaticamente – un saggio accademico, ma l’espressione di una volontà: portare al pubblico più ampio di lettori informazioni introduttive sugli oggetti e sul pensiero degli uomini che li hanno realizzati. Così, è possibile scoprire il “parka delle donne Inuit”, abbigliamento che risponde alla necessità di proteggersi dal freddo polare e, contemporaneamente, accudire alla prole, il “koinobori giapponese”, maniche a vento in forma di carpa nishikigoi, in pratica aquiloni tubolari fissati su pali ancorati ai tetti delle case per augurio ai bambini, o il “teocuitlacuauhtentelt”; l’ornamento labiale dei Mixtechi mesoamericani. E, ancora, le stanze di questa wunderkammer rivelano l’esistenza e il senso profondo di oggetti come lo “jambya,” il pugnale della tradizione yemenita, gli strumenti terapeutici dei Batak del lago Toba, o gli antichi contenitori ciprioti per l’acqua calda, gli auricolari femminile vittoriani, le bare ghanesi “adekai”, costruite in forme fantasiose come quella dell’aeroplano o di un telefono cellulare. Addentrandosi nella lettura la vertigine del viaggio nella propria stanza diventa vertigine, tra martelli per lo zucchero degli Imuhar del Sahara algerino e gli sgabelli-grattugia per il cocco delle isole Cook, tra i “boomerang” degli aborigeni australiani e gli elmi fabbricati impiegano i pesci palla delle isole Kiribati. Il viaggio è lungo, e trasporta ovunque, negli angoli più remoti del pianeta come nei paesi più vicini a noi – non mancano le pagine dedicate al “kilt” scozzese – sempre mantenendo inalterato il senso di meraviglia che è uno dei più potenti richiami di questo libro.

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Cristina Balma Tivola, Mirabilia. Il giro del mondo in 80 oggetti, Edizioni Le Journal des Voyages, ill. di Alice Piscitelli, 285 pp, 24 euro

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