Avviso ai naviganti (della vita): se cercate versi da cioccolatino, cambiate scaffale. Matteo Fais torna in libreria con Preghiere per cellule impazzite, 133 pagine, € 12,00 edito da Connessioni Editore nella collana Scavi Urbani (da lui stesso diretta), e lo fa come sa fare lui: a modo suo, cioè senza chiedere permesso.
Con la prefazione di Valentino Fossati, questa raccolta ci porta dentro una poesia che non ha paura di sporcarsi, inciampare, cambiare tono e umore come un giorno qualunque. E se vi sembra già abbastanza, aspettate di arrivare alla silloge conclusiva Un amore di serial killer – una sezione che, con un titolo del genere, non ha certo bisogno di spoiler. Qui l’amore non redime, ma almeno è sincero nella sua confusione.
Fais non indora la pillola: la vive, la mastica, la sputa se serve. Le sue poesie non cercano scorciatoie o pose, ma si gettano dentro le cose, con l’entusiasmo un po’ stropicciato di chi sa che vivere è l’unico modo per capirci qualcosa – o almeno provarci.
E poi c’è la foto in copertina: una ragazza appoggiata a un muro, sguardo da film francese anni Sessanta, calze a rete, sigaretta e pensieri (forse) ancora più affilati. Più che una copertina, un manifesto poetico urbano: la poesia non sta sulle nuvole, ma appoggiata al cemento.
Disponibile su Amazon, sia in formato cartaceo sia ebook Kindle (questo al prezzo politico di 5 euro). Una raccolta per chi cerca parole che restano, anche dopo l’ultima pagina.
Francesca Mezzadri
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L’amore mi ha detto cose terribili
con una bocca impastata
di volgarità e stupidaggini.
Ho inseguito la sua musica
di disco graffiato
o creduto di vederlo in lontane
ombre di pomeriggi
su strade senza vita
di una città estenuata
in cui sorridevano solo le modelle
dai cartelloni pubblicitari.
Non posso dire di non averne
adorato la tortura
tra chiamate chiuse
distruggendo il telefono
e anni sbriciolati dalla rabbia.
Ho fatto di testa mia
mi sono buttato sui corpi
fino all’abuso
di ogni possibilità di bellezza
fino al disgusto.
Ho amato
pur avendo sbagliato ogni bacio.
Non fosse impossibile
rimedierei a ogni carezza
mostrando la prigione del cuore
nella mia angusta carcassa.