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Giulio Milani. Codice Tondelli

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Pasolini debole è la definizione di Tondelli che porterò con me, che lo riassume meglio di qualsiasi altra.

Perché Pier Vittorio Tondelli aveva, con Pasolini, diverse cose in comune.

Entrambi si portavano dentro una certa provincialità che rivendicavano pur sentendola stretta. Avevano una passione genuina per i giovani, quelli di strada, per i disadattati, gli inabili alla vita, coltivando una curiosità sincera verso la loro voce. Erano entrambi divisivi, ma anche capaci di creare aggregazione.

Eppure, sebbene con Camere separate sia riuscito a Tondelli una cosa che a Pasolini non riuscì proprio mai, ovvero scrivere un libro bello, si deve ammettere che come intellettuale, come analista sociale, come soggetto in grado di leggere nelle pieghe più profonde della società, Tondelli era debolissimo rispetto all’altro Pier.

Pasolini era l’ultimo dei Viet Cong, era quello che, a guerra evidentemente perduta, non si arrendeva. Era Toro scatenato. In confronto, le battaglie tondelliane sono puerili.

Da ragazzo, io mi avvicinai alla scrittura con la beat generation. Successe a molti, accadde anche a me. Mi ero innamorato di altri testi, prima. Il Maestro e Margherita, Il ritratto di Dorian Gray, ma fu con Sulla strada che gli occhi gli spalancarono fino a bruciare. E cominciai a vivere come quella bibbia laica insegnava. Me ne andai di casa, cominciai a bere, a correre tutte le notti dentro una macchina. Andavamo a Bologna e poi tornavamo tra una notte e un giorno, non dormivamo mai, parlavamo sempre, ascoltavamo musica. In questa ricerca frenetica di materia letteraria, trovai Altri libertini. Il libro era uscito un anno prima che nascessi e mi piacque ma solo come estensione di quel sogno che rincorrevo. Mi sembrò qualcosa che Kerouac avrebbe potuto apprezzare e lo lasciai lì. Rimini, invece fu una delusione, ma solo perché mi aspettavo qualcosa che fosse simile al libro precedente e io non ero pronto, in quel momento, per accettare un cambio così radicale.

Camere Separate, invece l’ho letto da adulto, che ero già padre e questo è stato, almeno per me, il tempo giusto. È un libro che amo molto. Per me Tondelli sarà sempre lì, in questo romanzo della separazione, in quel saluto dal finestrino di un treno per l’addio.

Affezionato, quindi, a Tondelli, ho accolto con molto interesse il saggio di Giulio Milani, intitolato Codice Tondelli, edito da Transeuropa.

Negli ultimi anni, questo editore quasi leggendario, aveva preso a fare dei libri un po’ spenti, con le copertine tutte uguali, pallide. Ne ho letti alcuni, li ho lasciati tutti.

Questo Codice Tondelli, invece, si presenta come un bellissimo oggetto editoriale. È colorato, pieno di fotografie, di reperti. Per tutti quelli che hanno amato PVT è un libro assolutamente necessario.

Direi, però, che anche chi non lo ha letto mai, potrà trovarlo utile. Milani conosce perfettamente la materia narrata, era amico di Canalini, di Tondelli stesso.

In un racconto sia personale che critico, legato e slegato al contempo dalla propria vita privata, Milani riesce a ricostruire un’epoca e un uomo, Tondelli, che quell’epoca provò a raccontare fin da giovanissimo.

È un libro molto bello. Io forse l’ho letto troppo in fretta, questo devo ammetterlo, l’ho letto affamato e, in diversi punti, ne ho sofferto la lunghezza. Ci sono capitoli interi che desideravo veder finire. Il numero 8, per esempio. Ma anche la CO/DA e Critica e devozione.

Se gli avessi dato più tempo, se lo avessi intervallato con altre letture, forse adesso la penserei in maniera diversa, ma l’ho mangiato senza posate, voracemente, come il piatto che ti faceva tua madre e ti riporta ragazzo e allora, a un certo punto, ero esausto per la troppa foga.

Resta, per me, un libro su cui vorrò ritornare, che funziona in tanti modi e che davvero consiglio al netto di alcuni vizi formali nella prosa di Milani come quel “Boom”, che ogni tanto compare a sottolineare un colpo di scena, ecco, quel Boom, che sembra uscito da un libraccio di Baricco o da una serie televisiva americana anni 90, io non lo avrei messo.

Pierangelo Consoli

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Giulio Milani, Codice Tondelli, Transeuropa 2025, Pp. 340, Euro 25

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