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Luca Beatrice. Meritate di conoscerlo. Perché ha lottato sino all’ultimo per noi

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Ho una strana sensazione oggi, come ieri. Non riesco ad esprimerla con le parole, non lo so, quando muore qualcuno tutti sono amici di tutti, evito, mai scritto, credo il ricordo di un amico. Ieri è morto Luca Beatrice e scrivendo e mi sembra quasi di profanarne il nome, di squarciare i petali dei miei ricordi. Perché Luca era delicato. Forte come chi combatte sino alla fine per una idea, ma fragile perché trasparente, veemente, elegante. Incapace di combattere un mondo culturale insensansato ma che sconfiggeva a colpi di fioretto. Era sabaudo in questo, elegante, saldo al comando delle sue scelte, un generale che spesso combatteva da solo e quando si accorgeva che l’esercito alle sue spalle si era dato alla macchia non scappava. Critico d’arte, presidente del Circolo dei Lettori, poi della Quadriennale di Roma, saggista sempre scomodo e ironico. Luca la tua morte così istantanea mi ha fatto rimanere senza parole. Sono vicino ai Tuoi cari e a Tuo fratello Guido. Per me sei stato un uomo, un intellettuale non solo contro corrente. Di più.
Ogni volta che ci vedevamo Ti chiamavo Sandokan e lo sei. Ancora. Di più.
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Più crudele è la guerra
e l’uomo sa cos’è la guerra
caldo e tenero è l’amore
e l’uomo sa cos’è l’amore…
Giù dal cielo scende un tuono
tutto intorno è un grande suono
nasce il seme dalla pianta
il grande albero adesso canta.
dammi forza e ogni giorno ogni notte
il coraggio verrà!
Gianpaolo Serino
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