Benvenuto su Satisfiction   Click to listen highlighted text! Benvenuto su Satisfiction

Sergio Fanucci Anteprima. L’enigma del Patriarca

Home / In Primo Piano / Sergio Fanucci Anteprima. L’enigma del Patriarca

L’enigma del Patriarca è il nuovo romanzo della “Trilogia dei Codici” di Sergio Fanucci, in uscita da Timecrime. Protagonista è sempre Elisabeth Scorsese, avvocata italo-americana, che aveva fatto la sua comparsa letteraria con Codice Scorsese, e con lei torna l’universo narrativo di Fanucci, dominato dalla prezenza degli “Scriba”. Il thrille vede ancora una volta al centro dell’azione Elizabeth Scorsese, coinvolta in una rete di intrighi e segreti vaticani che vanno da Venezia a Gerusalemme. A Venezia, infatti, la Scorsese a passeggio tra le calli vede un anziano signore che sta per cadere in acqua, precipitandosi a salvarlo: è Sigismondo Altieri, ex direttore della Biblioteca Marciana, che per sdebitarsi la invita a visitare privatamente la biblioteca. Tornata a Londra, Elizabeth viene a sapere che Altieri è scomparso. Da qui, in un calibratissimo crescendo, l’intreccio inestricabile che costruisce la trama del libro prende il suo avvio, e con esso la narrazione che non è solo una perfetta macchina creatrice di suspence, ma molto di più: è, in tutto e per tutto, un’affascinante “avventura intellettuale”, ricca di spunti storici, religiosi e culturali di straordinario fascino. L’entrata in scena di Anna Pareto, docente di religioni all’Università di Torino invitata dal Vaticano a redigere una relazione sulla Terra Santa, introduce nel piano narrativo l’elemento che si rivela foriero di “perturbante”: i luoghi santi nascondono segreti che devono rimanere tali. Ed ecco che le due donne si troveranno a incrociare i loro passi, in un percorso che diventa sempre più pericoloso fino a sfociare nel delitto.

Con notevole abilità, Sergio Fanucci mescola la storia antica con il complotto, la filosofia con la lotta tra bene e male, creando uno scenario avvincente in cui tutti gli elementi si fondono in maniera straordinaria, dando vita a una lettura avvincente e, allo stesso tempo, ricca di spunti di interesse e di riflessione.

#

<Grazie per avermi ricevuto senza preavviso, priore.>

<Mi chiami pure Fra Bartolomeo, Sua Eccellenza monsignor Abbate. Prego, si accomodi.>

L’uomo annuì e si sedette anche se la piccola e vecchia sedia non prometteva bene.

Passarono alcuni secondi senza che nessuno dicesse nulla continuando piuttosto a fissarsi. Era sempre così. Nel clero il silenzio era il primo segno di rispetto e ospitalità. O forse un giusto tempo per pensare e valutare.

<Di cosa si occupa presso l’Archivio Apostolico e come posso aiutarla, monsignore?>

L’uomo accennò un sorriso di circostanza; l’anziano priore aveva evitato di mettersi in una condizione sconveniente.

<Sono un Canonico di San Pietro.>

Fra Bartolomeo non si scompose ma un senso di meraviglia e agitazione s’impossessò di lui. Cosa ci faceva una così alta carica nel suo piccolo e sperduto convento?

Di nuovo il silenzio si prese il suo tempo.

<Per quale motivo è venuto a trovarci?> Riuscì a chiedere il priore realizzando che non gli aveva risposto.

Il viso di monsignor Abbate s’indurì; eppure, fra Bartolomeo fece finta di nulla.

<Subito al dunque, sono d’accordo.>

Il vecchio allargò le braccia.

<Quanti anni ha ora, priore? Novantadue? No, se non erro novantatré e tra non molto nostro Signore la chiamerà al suo cospetto, giusto?>

Fra Bartolomeo scosse la testa. Non riusciva a seguirlo.

<Lei crede nella confessione in punto di morte? Pensa che togliersi un peso dalla coscienza poco prima di entrare in Paradiso, perché questo è quello che auspica ognuno di noi, sia fondamentale per ottenere il perdono?>

Quelle parole rimasero un po’ nell’aria e poi si posarono sul cuore del vecchio prete. In quel momento, si accorse di quanto era stanco.

<Immagino di sì, Sua Eccellenza, ma non capisco cos’abbia a che fare con me,> si sforzò di dire.

<Ne è sicuro?>

Fra Bartolomeo cercò nella memoria qualcosa che si avvicinasse a quell’allusione ma non vi trovò nulla. Come aveva appena detto l’uomo scaltro seduto di fronte a lui, aveva un gran bell’età e i ricordi sfumavano.

<Vedo di fare chiarezza, come ama dire il Santo Padre.>

Ora sembrava perfino prendersi gioco di lui.

Sospirò, rassegnato. Contro la Chiesa era inutile resistere, lo sapeva bene la storia.

<Grazie alla sua conoscenza delle materie umanistiche, ai suoi studi e alla sua dedizione, lei ha ricoperto diversi ruoli in tutti questi anni.>

<Non penso ci sia qualcosa di sbagliato.>

Il monsignore sorrise di nuovo, questa volta a denti stretti; odiava essere interrotto.

<Mi lasci finire, poi potrà dire ciò che vuole.>

Fu il turno di fra Bartolomeo di accennare un sorriso mesto perché il tono del monsignore gli fece pensare: “Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla”, le ultime parole di Giordano Bruno. Alzò le spalle, era pronto a tutto oramai.

Abbassò gli occhi.

<Lei mi aspettava, giusto?> L’alto prelato non attese risposta, lo sguardo del priore era sempre basso. <Non me, certo, ma qualcuno da Roma, qualcuno che le venisse a chiedere conto del suo peccato. Questo se lo aspettava, invero?>

Fra Bartolomeo trattenne il sospiro.

<Sa, prima di venire qui ho studiato la sua vita, ho letto della sua conversione, quasi improvvisa. Era uno scavezzacollo, un amante dei vizi e poi d’un tratto decise di prendere i voti. A me piace fare l’investigatore e allora ho approfondito e capito cos’è successo dopo un incontro. Con una suora, priore, corretto?>

L’anziano prete alzò gli occhi e lo fissò.

<Era a Roma per l’università e un giorno le si avvicinò una suora che le chiese di aiutarla. All’inizio la respinse, dica la verità, cosa mai poteva volere da lei? Era un sempliciotto, un ragazzo di provincia un po’ scapestrato. In realtà, qualcuno le aveva fatto il suo nome e le aveva detto dove trovarla perché quella suora era una cugina di sua madre, ed era disperata. La famiglia, solo quella poteva aiutarla. Aveva un segreto che non sapeva come gestire.>

L’uomo smise di parlare perché fra Bartolomeo aveva chiuso gli occhi e spostato il capo all’indietro.

Sospirò, questa volta rumorosamente. Era successo da più di settant’anni.

<E’ morta da tanto tempo e ha portato quel segreto con se.>

<No, sta mentendo mio caro… Carlo, esatto?>

Quel tono e quelle continue domande rafforzative cominciarono a infastidire il vecchio priore.

<Insomma, cosa vuole?>

<Lo sa bene. Quel foglio o più di uno, insomma, quella confessione, completa. E in originale. Le copie che sono girate non valgono nulla.>

Allontanò quell’ultima frase con un gesto della mano. Era vero. In tutti quei secoli, non era mai trapelato nulla, anche perché lui sapeva bene che di copie non ne esistevano. Forse questo alto prelato del Vaticano non conosceva bene la storia.

<Non ho più nulla con me.>

Monsignor Abbate scoppiò in una risata che poco dopo si trasformò in un ghigno beffardo.

<Non faccia il furbo con me, se ne potrebbe pentire, Bartolomeo.>

Il tono sprezzante aveva raggiunto il suo apice fermandosi sul suo nome. Cosa gli restava se non l’incarico di priore? Aveva rinunciato a una vita intera per quel segreto, abbandonato ogni desiderio, ambizione, velleità della giovinezza e poi della vita. Aveva abbracciato i voti solo per proteggerlo dall’interno, come un guerriero che per difendere la verità è pronto a immolare se stesso. E quale strategia migliore se non operare nello stesso campo del nemico? La Chiesa, per l’appunto, che ora però minacciava di toglierli anche le vesti che portava.

#

Sergio Fanucci

L’enigma del Patriarca

 Prezzo: 16,90 euro – Pagine: 416

In libreria il 13 maggio

Timecrime (Gruppo editoriale Fanucci)

Click to listen highlighted text!