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Stella maris e Pierre Menard

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Ignazio Licata, stanotte ho capito davvero – ri-rileggendo “Stella Maris” di Cormac McCarthy – “Pierre Menard, autore del Don Chisciotte” di Borges in piena coerenza con la sua passione per l’impossibile (e per complicarmi la vita); te lo ricordi che Borges immagina un misterioso scrittore francese, appunto Pierre Menard, che decide riscrivere il Don Chisciotte. Ma attenzione: non una versione attuale del Don Chisciotte, non un adattamento creativo che è roba da sprovveduti d’avanguardia. No. “Io” ovvero chi dice io vuole scrivere, da capo, parola per parola, linea per linea, le stesse identiche pagine dell’originale di Cormac McCarthy. E non per copiarlo, ci mancherebbe: per comporlo. Perché a volte, l’unico modo per essere davvero originali è essere identici. Te lo restituisco qui nella traduzione di Maurizia Balmelli:

«Il nocciolo della questione non è tanto come facciamo matematica quanto come la faccia l’inconscio. Com’è che lui è palesemente piú bravo di te? Lavori su un problema e poi lo accantoni per un po’. Ma il problema non se ne va. Si ripresenta a pranzo. O mentre ti fai la doccia. Dice: Guarda un po’ qua. Cosa ne pensi? E poi ti meravigli che l’acqua della doccia sia fredda. O la minestra. È questo fare matematica? Temo di sí. E l’inconscio come fa? Non lo sappiamo. Ho sottoposto la domanda ad alcuni matematici di tutto rispetto. Come fa matematica, l’inconscio? L’ho sottoposta ad alcuni che ci avevano riflettuto e ad altri che non l’avevano fatto. Tendenzialmente sembravano concordi nel ritenere poco probabile che l’inconscio procedesse come procedevamo noi.»

Luca Sossella 

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