È la prima volta che vengo al BookPride (Milano, 21/24 marzo 2025) e subito mi chiedo come abbia potuto non farlo prima, dal momento che amo particolarmente l’aggettivo “indipendente”. Per chi non lo sapesse il BookPride è un evento che nasce per l’editoria indipendente; quell’editoria che cerca di spostare l’orizzonte di qualche centimetro più in là rispetto a ciò che è offerto oggi dal panorama editoriale. Un’editoria coraggiosa, a volte visionaria, che ricopre circa il 30-40% dell’intera offerta. In un momento storico in cui si insegue il riconoscimento cercando ciò che si è sempre visto e sentito, le case editrici indipendenti tentano di farci conoscere voci e progetti nuovi, alcuni a cui magari non si è preparati ma che il più delle volte vale la pena di scoprire.
Gli eventi proposti sono diversi, inizio la mia visita facendomi guidare dalla curiosità. Dopo una corsa tra treni e metropolitane decido di seguire l’incontro tenuto da Andrea Gentile che unisce la meditazione e la scrittura. Tra materassini, fogli e penne, mi immergo in questo esperimento. Si ha solo un’ora per abbandonare il corpo e seguire una connessione con qualcosa di non ben definito (e che non deve essere definito). Ci riesco. Respiro. Scrivo. Un flusso di pensieri, parole, frutto di un’energia sprigionatasi durante la sessione di meditazione. Esperimento riuscito.
Abbandono la sala per dirigermi nell’Auditorium dove Concita De Gregorio presenta Prima tempesta (edizione Sur), di Susana Chàrvez Castillo, un libro di poesie di cui ha curato la traduzione. Concita De Gregorio racconta in maniera appassionata la storia di questa donna coraggiosa che ha sostituito la bellezza all’orrore del luogo e del tempo in cui ha vissuto. Susana Càrvez Castillo poeta, psicologa e attivista messicana, fu ritrovata uccisa e mutilata il 6 gennaio 2011 all’età di trentasei anni. Le sue poesie, mai catalogate per una possibile pubblicazione, sono state recuperate con grande difficoltà dopo la sua morte dalle persone che l’hanno conosciuta e amata, per far sì che la “presenza feroce di questa donna duri nel tempo”.
Continuo il giro. E’ domenica mattina, non c’è troppa gente, questo mi permette di prendermi il tempo necessario per sfogliare libri, catturare parole, condividere pensieri. Se si ha la pazienza di rallentare il passo e posare lo sguardo, in questi luoghi, si può essere spettatori di immagini salvifiche come quella di un padre che culla il proprio bimbo di poche settimane leggendogli passi di un libro che non ho volutamente identificato (non avrebbe fatto differenza, l’immagine era già bella così); oppure come quella di un gruppo di ragazzini che, seduti in cerchio per terra, leggevano stralci di libri diversi appena acquistati in fiera.
Mi imbatto in un’intervista a Gustave Flaubert (magari, penso), incuriosita vado ad ascoltare la scrittrice e studiosa di Flaubert, Antonella Lattanzi che ci conduce in questo dialogo immaginario. Vediamo la casa, la domestica, la vista fuori dalla finestra, vediamo anche lui, all’età di trentacinque anni. L’autrice ci porta nel 1956, è appena uscita l’ultima puntata di Madama Bovary, e ci permette d’immergerci nei pensieri dell’autore. La ricostruzione è così precisa che nulla sembra inventato, a parte l’intervista. Esco dalla casa di Flaubert soddisfatta.
Mi metto in fila per entrare nella Sala Ottawa, sono quasi le 16 e sta per iniziare la presentazione del nuovo libro di Viet Thanh Nguyen, vincitore del premio Pulitzer nel 2016 per Il simpatizzante. L’autore ha pubblicato Io sono l’uomo con due facce (Neri Pozza) in cui racconta la storia della sua famiglia, dei suoi genitori rifugiati vietnamiti in America, del suo sentirsi americano. Un libro che parla di ricordi e di dimenticanza, importante anche quella perché parte della memoria. Un incontro emozionante e profondo grazie a questo scrittore generoso che ha messo a nudo le proprie emozioni e la propria vita.
Prendiamoci del tempo per continuare a vivere eventi di questo tipo, che ci permettano di sfogliare libri, ascoltare pensieri, guardare nelle vite straordinarie di chi ha deciso di donarle al mondo. Facciamoci sorprendere da parole inaspettate e concediamoci la possibilità di vivere mille vite ancora come quelle che solo i libri possono donarci.
Nancy Citro