Il prezzo della vita: “Vorremmo che la vita ci restituisse quanto ci prende. Ma la vita non restituisce nulla. Ci fa delle promesse che non mantiene. I gladioli aprono i loro petali e il mondo non e meno vuoto”.
Una strada da scoprire: “Si aprono varie piste. I suoi quaderni si riempiono di schemi, formule, frasi da testare un domani. Emile non vuole piu solo curare, ma aiutare a stare meglio, a resistere, a essere felici. Pensate sempre «posso» e mai «non posso». Abbiate la certezza di poter ottenere quel che cercate e lo otterrete. Non siete malati, siete miei amici”.
Un metodo: “Ad alcuni prende la mano, ad altri dice: Passerà, passerà, passerà. Ripetetevi questo, esatto, ogni mattina e ogni sera. Non vi serve altro appiglio, non vi serve nessun bastone a cui reggervi. Sì, fatelo senza muovere troppo le labbra, in modo che le parole escano appena, parlate diretti alla vostra interiorità, parlate alla vostra mente. Dite al vostro male: Mi hai preso, ma non mi avrai più”.
“Ci sono esseri che sembrano star lì da sempre”. Chi era Émile Coué? Un uomo capace di rivoluzionare il pensiero positivo con una formula tanto semplice quanto potente: «Ogni giorno, da ogni punto di vista, vado sempre meglio».
La vita migliore di Étienne Kern, in libreria dal 28 febbraio (L’orma editore 2025, pp. 168, € 16 con traduzione di Anna Scalpelli) racconta la storia dell’uomo che ha dato vita all’autosuggestione, una pratica capace di trasformare le vite e influenzare generazioni di studiosi, coach motivazionali e persino artisti come John Lennon.
Gennaio 1923. Il Majestic, il più grande transatlantico mai costruito, attracca nel porto di New York. A bordo, un anziano Coué viene accolto da una folla in delirio: il suo libro, Il dominio di sé stessi, o l’autosuggestione cosciente, è un fenomeno mondiale. Ovunque sorgono istituti che portano il suo nome, promettendo benessere e guarigione attraverso il potere della mente.
Étienne Kern (1983) è autore di saggi di critica letteraria scritti insieme alla moglie Anne Boquel, tra cui una storia delle più celebri rivalità tra scrittori e un trattato sull’«arte francese di complicare le cose». Ha esordito nella narrativa con Il sarto volante (L’orma, 2022), vincitore del premio Goncourt per l’opera prima. La vita migliore è il suo secondo romanzo.
Con un perfetto equilibrio tra ricostruzione storica e narrazione intima, Étienne Kern traccia il ritratto di un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella psicologia moderna. La vita migliore è un romanzo che ci invita a riflettere e riscoprire le potenzialità immense e spesso sopite dell’essere umano.
Carlo Tortarolo
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1884, forse 1885. È inverno, o autunno, non si sa bene. Fuori, quella luce dopo la pioggia che, da sola, è già di conforto. La porta della farmacia si apre. Una donna. Non sta bene. Chiede delle compresse, una ala, qualsiasi cosa capace di darle sollievo.
Émile scuote la testa: niente ricetta. Lei insiste, vuole del laudano. Lui tace, riflette un momento, alla fine le rivolge quel sorriso disarmante, sincero e commerciale che più tardi sarà il suo marchio di fabbrica. La voce è dolce, le chiede di aspettare un secondo. Nel retrobottega prende acqua distillata, zucchero, colorante. Sulla bottiglia scrive parole difficili, dosaggi. Torna, porge il flacone alla signora, attenzione è molto pericoloso, due gocce al massimo.
Il giorno dopo, la donna è di nuovo lì, vuole solo ringraziarlo, il rimedio è una meraviglia.
È inverno, è autunno, comunque sia è un grande giorno. Una lezione su cui Émile mediterà fino alla morte: l’immaginazione può tutto. Effetto placebo, sì. Lo ha capito. Prima ancora del rimedio, c’è il desiderio del rimedio e il bisogno di credere.
Quando rientra a casa, Lucie lo guarda con dolcezza, la testa appoggiata sul palmo della mano. Lui non sta fermo un attimo, passa dalla poltrona alla sedia, le prende le braccia, ripete sempre le stesse cose: la donna ci ha creduto, sta meglio, guarirà. Lucie lo segue dappertutto con lo sguardo, divertita, stanca, questo entusiasmo lo conosce bene, questo candore nella voce, questo slancio nato dalle piccole vittorie. Ci vede suo padre, il mago, chinato sui suoi vasi, mentre tiene in mano un pennello o delle piccole forbici, taglia uno stame, stuzzica un pistillo, raccoglie del polline, corre da un ore all’altro, spinto da quest’unico desiderio: ibridare, incrociare, rinvigorire, e forse più ancora, dare un nome. Filadelfi boule d’argent e eur de neige, gladioli nuée bleue, begonie triomphe de Nancy, ogni anno nuove creazioni. Sogna per qualche istante. Pensa a quel regalo che ha ricevuto quando ha compiuto tredici anni: un fiore con il suo nome, la clematide Lucie Lemoine. Foglie di un verde molto scuro, delicati petali bianchi, quasi rosa.
Émile beve un bicchiere d’acqua, ricomincia daccapo, rivive la scena, la ripete. Lucie mormora qualche parola che lui non sente neppure. Tiene ancora la testa sul palmo della mano, pensa che si somigliano, lui e suo padre, hanno la stessa felicità negli occhi, l’infanzia non del tutto perduta, l’amore per le parole. E anche la stessa speranza: il seme diventerà ore e i malati saranno guariti. Fioritura, guarigione.
La terra nera, la polvere bianca. È quasi la stessa cosa, l’amore per il gesto sicuro, l’interesse nel mischiare le cose, la pazienza. I tubetti, le confezioni già pronte o addirittura l’aspirina non esistevano ancora: un farmacista è qualcuno che pesta le erbe secche in un mortaio, qualcuno che pesa, conta le gocce, attacca le etichette. Una specie di artigiano.
Una specie di artista.
Ci siamo, è fatto. L’evento si è prodotto, la novità, la scintilla. Émile è un altro uomo. Non più del tutto farmacista, non ancora del tutto bugiardo: guaritore, forse, o istrione. Per tutta la vita, ormai, porterà con sé questa gioia e questo fardello: rivivere quel momento. Stare i piedi davanti a noi e dirci: Ho qualcosa per voi. Ho trovato una soluzione. Domani andrà meglio. Avrete una vita migliore.
Pazienza se significa mentire, pazienza se è falso, pazienza se non c’è niente da fare, se il seguito sarà peggiore. L’illusione è un farmaco. L’unico valido, forse.
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La vita migliore – Etienne Kern
traduzione Anna Scalpelli – Copyright L’orma editore 2025