Francesco Vidotto (classe 1976) è uno scrittore di montagna. Nativo di Tai di Cadore dove trascorre i suoi primi anni di vita con i nonni materni, a quelle montagne ritorna con la capacità di un adulto coraggioso o forse completamente folle di lasciare tutto e immergersi di nuovo in quei suoni, in quegli odori, in quelle rocce che fanno di lui prima di tutto uno scalatore e poi uno scrittore a suo modo ruvido e lirico al tempo stesso.
Onesto è innamorato di Celeste da quando erano bambini… Onesto ha un fratello gemello Santo che è stato rapito ma quando viene restituito alla famiglia tornano ad essere inseparabili. Ambientato nelle montagne del Cadore, il protagonista narrante Guido Contin detto Cognac ha raccolto in una cartellina che custodisce come un tesoro, le lettere scritte a mano da Onesto e indirizzate alle montagne. Sì perché Onesto scrive alle montagne e il suo dialogo apparentemente muto diventa una voce forte che la montagna rimanda con il suo eco. Invece gli uomini sembravano non capire … «Metteva insieme una lettera, la imbustava, la indirizzava a una cima e la spediva. E il postino diventava matto perché non sapeva che farci, con quella corrispondenza».
«Scalare, come vivere, non è questione di tenere, è questione di lasciar andare.» Sembra questa la risposta della montagna alla vita di Onesto, ed ecco che la scrittura si fa a suo modo potente e ruvida ma al contempo struggente. E’ così che Onesto nella sua semplicità ci rivela delle variabili universali nell’affrontare il gioco della nostra vita. «in molti credono che per scalare ci vuole forza, invece è proprio il contrario… lasciar andare. Ogni cosa. La paura, l’incertezza, il dubbio, le sicurezze, i problemi, le soluzion, il passato, il futuro, le prese, gli appigli. Tutto quanto. Lasciare andare in un movimento continuo che avvicina al cielo».
Per Guido Contin detto Cognac questo epistolario diventa indispensabile a cadenzare le emozioni della propria vita. Una narrativa che diventa realtà e che osa trasformarsi di nuovo in narrativa attraverso un giochi di rimandi che risuonano come naturali e connaturati a quel mondo per certi versi ancora incontaminato della montagna.
Eco, che si fa suono e rilancia di vallata in vallata, così la scrittura di Francesco Vidotto ha la capacità di raccontare anche quello che solo si percepisce. Come dicevo una scrittura ruvida e potente che all’improvviso diventa minimale e delicata come solo forse in quel respiro che nello scalare la montagna si deve avere.
Certo i personaggi di Onesto sono vivi, palpitano e declinano sofferenze e speranze, testimoni di un mondo che forse non esiste più, se non in quei rari momenti di tenerezza che ancora possiamo provare, ma è la montagna la vera protagonista, quella natura antica che ci guarda dall’alto e a volte non perdona.
Maria Caterina Prezioso
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Onesto/ Francesco Vidotto/Bompiani/ pp.252/19,00 €