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Paolo Grugni. La trappola. Diario d’Italia

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Questa è la mia storia. La storia di un commissario di Pubblica Sicurezza a cui, suo malgrado, è stato dato il compito di tramandarne una molto più grande della sua, quella d’Italia a partire dal 1965 fino alla fine del suo incarico. Questo è il mio diario e questa che leggerete è la verità. Come io l’ho vissuta e appresa. Ci vogliate credere o no, le cose sono andate così.

In fede

Sergio Malfatti

Sergio Malfatti è un personaggio di fantasia. Così Paolo Grugni nel suo La trappola. Diario d’Italia, edito da Laurana Editore, mette in guardia il lettore che sta per addentrarsi in quello che può essere agevolmente definito un viaggio negli anni della lotta politica e delle trame oscure che sconvolsero la vita del Paese negli anni della Contestazione, fino alla bomba di piazza Fontana a Milano. Quella che Grugni racconta, infatti, è la Milano travolta da durissimi e vertiginosi cambiamenti, che segnarono la fine della malavita “romantica” d’un tempo, in cui si muove il commissario Malfatti, ex partigiano comunista, le cui indagini sono destinate a inciampare nelle trame che avrebbero portato alla strage della Banca Nazionale. Prosegue così l’imponente ricostruzione storica avviata da Grugni – aperta da Pura razza bastarda. 65-66-67 – attraverso una narrazione finzionale che è, allo stesso tempo, una fedele ricostruzione degli eventi e delle vicende che hanno contribuito a fare un pezzo della storia di Milano e dell’Italia. Per riuscire a fare tutto ciò, Grugni ha costruito un imponente meccanismo, composto da numerosi piani narrativi, che mettono insieme la fine della Ligera, la vecchia mala milanese, la comparsa sulla scena di Cosa Nostra e l’affermarsi violento delle nuove bande di rapinatori meneghini, l’ascesa dei movimenti sovversivi e antagonisti e le trame oscure ordite da parti più o meno anonime dello Stato. Così, nella trama del romanzo trovano spazio gli operai della Falk di Arcore che manifestano nella Galleria, le dichiarazioni di Gianni Agnelli riguardo al socialismo italiano, i cortei per la Liberazione e le infiltrazioni maoiste, gli studenti che chiedono l’aumento dei salari e l’abolizione del sabato lavorativo, l’uccisione di un manovale bresciano in un cantiere della periferia e l’arresto di due missini rei di aver lanciato molotov contro sedi del partito socialista. È in questo inestricabile di storie che viene scritta la Storia di un’Italia a trazione democristiana e sempre più destinata a macchiarsi di sangue. Sintomatici sono gli interrogativi via via sollevati: chi fu l’artefice dell’accusa di autore materiale della strage di piazza Fontana a Pietro Valpreda? Quali furono le dinamiche che portarono alla morte di Pino Pinelli, precipitato da una finestra della Questura di Milano? Tutto questo scenario viene ricostruito con precisione estrema da Grugni, attingendo anche ad articoli di giornale e a documenti inediti, tra cui le lettere di Pinelli e degli anarchici che furono arrestati. Su tutto, si impone l’efficace collante della voce narrante, quella del commissario Sergio Malfatti, che racconta in una sorta di diario-giornale la “sua” storia e, allo stesso tempo, la “Storia”.

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